Il blog di Italians for Darfur

lunedì, maggio 22, 2006

FILL THE FORM TO WRITE ITALIAN MEDIA TO TELL US ABOUT DARFUR!

Nel Darfur si continua a morire, anche dopo la firma del trattato di pace. Ma di tutto questo, nei nostri telegiornali, non si sente parlare. Imperversa lo scandalo del calcio, ma non c'è traccia dei 300.000 morti nel Darfur...
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Scrivi il tuo nome e l'indirizzo e-mail, e con UN CLICK invierai un messaggio a tutte le maggiori
emittenti italiane per richiedere loro che venga concesso più spazio ai tragici avvenimenti de Darfur, Sudan.
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Take action!
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domenica, maggio 14, 2006

Truce Is Talk, Agony Is Real in Darfur War

Nonostante gli accordi di pace firmati ad Abuja (Nigeria) la violenza nel Darfur non si ferma!
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MENAWASHEI, Sudan — It took three months for Fatouma Moussa to collect enough firewood to justify a trip to sell it in the market town of Shangil Tobayi, half a day's drive by truck from here. It took just a few moments on Thursday for janjaweed militiamen, making a mockery of the new cease-fire, to steal the $40 she had earned on the trip and rape her.
Speaking barely in a whisper, Ms. Moussa, who is 18, gave a spare account of her ordeal.
"We found janjaweed at Amer Jadid," she said, naming a village just a few miles north of her own. "One woman was killed. I was raped."
Officially, the cease-fire in the Darfur region went into effect last Monday.
read more (The New York Times)
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By XAN RICE
Menawashie, Sudan - In Darfur, rapes and shootings go on, despite peace agreement
Locals accuse Janjaweed of continuing atrocities·Abuja deal was meant to end three years of fighting. But little has changed on the ground in Darfur. African Union observers continue to chronicle tales of death and destruction. Rebel fighters and government soldiers eye each other nervously across the frontlines. Bandits attack with impunity. Defenceless civilians are as fearful of attack as ever.
read more (The Guardian)

martedì, maggio 02, 2006

Become an activist with Italian Blog For Darfur!

  1. Fill the form to ask RAI, MEDIASET, LA7 to increase television coverage of the genocide in Darfur
  2. Write to all italian newspapers and television broadcasting and ask them to speak about Darfur! Write through the following links:

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Thank you!

IB4D

lunedì, maggio 01, 2006

How to join Italian Blogs for Darfur

AGGIORNAMENTO:

Aderire a Italian Blogs for Darfur è semplice:

  1. Firmare l’appello di IB4D a RAI, Mediaset e La7 per una maggiore informazione sulla crisi del Darfur;
  2. Leggere e approvare gli obiettivi e i principi di IB4D;
  3. Mettere il logo e il link di IB4D nella front page del proprio sito web (ad esempio nella sidebar del tuo blog), al fine di dare risalto all’iniziativa e coinvolgere un pubblico più ampio. Salvate e incollate nel vostro sito il codice che puoi prelevare alla pagina ‘media kit del sito.
  4. Inviare una e-mail di conferma a itablogsfordarfur[at]savetherabbit.net, con il link del tuo blog;
  5. Alla ricezione della tua e-mail sarai iscritto a una mailing list dedicata, al fine di favorire la comunicazione tra i bloggers di Italian Blogs for Darfur.


Aderendo a Italian Blog for Darfur ti impegni attraverso il tuo blog a informare un pubblico più largo dell’esistenza della crisi in Darfur e a porre il problema di una notevole passività dell’informazione italiana davanti a tragedie come quella del Darfur.

E’ fondamentale che venga firmato il maggior numero di appelli possibile.

In quanto membro di Italian Blogs for Darfur dichiari di condividerne i principi espressi nella carta del movimento e avrai diritto a intervenire nelle sue decisioni programmatiche, a proporre soluzioni e attività finalizzate al conseguimento degli obiettivi espressi di comune accordo e a mettere a disposizione del gruppo la tua esperienza e le tue capacità tecniche a titolo gratuito e volontario. Nessun contributo di natura economica è richiesto. Sono però sempre gradite le donazioni, che saranno utilizzate per iniziative atte ad aumentare la visibilità del movimento.


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People die in Darfur!
Join Italian Blogs for Darfur now!
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IB4D

EMERGENZA DARFUR. MA IL GENOCIDIO IN SUDAN NON FA NOTIZIA


Nel Darfur si muore da tre anni ma l’allarme lanciato da organizzazioni umanitarie e militanti per i diritti civili rimane inascoltato dai maggiori media occidentali e dai movimenti pacifisti in tutto il mondo. Finora si contano trecentomila morti, duecentomila rifugiati e due milioni e mezzo di sfollati che hanno fatto valere alla crisi il titolo di «genocidio».
Eppure, i principali responsabili del genocidio sono ancora liberi: sono il governo sudanese, l’esercito e le milizie paramilitari arabe dette Janjaweed. Eppure sono state aperte diverse inchieste delle Nazioni Unite che hanno evidenziato i crimini contro l’umanità commessi nella regione: villaggi bruciati, donne e bambine violentate, bestiame confiscato, pozzi d’acqua e coltivazioni distrutte, violenze che hanno come oggetto i neri musulmani, cattolici e animisti, colpevoli di non essere arabi. Sono state inoltre approvate diverse risoluzioni dal Consiglio di Sicurezza, inviata sul posto una missione dell’Unione Africana (AMIS) e discusso il caso presso la Corte penale internazione dell’Aja. Le aree più critiche sono i territori del darfur occidentale, lungo il confine con il Ciad e oltre, dove l’assenza di condizioni di sicurezza hanno ostacolato anche l’accesso degli aiuti umanitari.Il Ministro degli Esteri britannico Jack Straw ha denunciato sull’International Herald Tribune che il governo del Sudan e i movimenti ribelli violano la tregua ogni giorno e attaccano anche i convogli umanitari.Anche il Presidente degli Stati Uniti Bush ha definito la crisi del Darfur un genocidio, e ha chiesto di inviare quanto prima un intervento dei caschi blu dell’ONU per difendere la popolazione civile del Darfur [fonte: TheNewYorkTimes del 22 febbraio].
La missione dell’ONU dovrebbe sostituire quella dell’Unione Africana di 7000 unità, insufficiente a contenere le violenze delle milizie contro la popolazione civile. La missione dei caschi blu dovrebbe contare infatti almeno 20000 unità,avere un mandato forte ed essere purtroppo pronta a usare le armi ma non sarebbe comunque operativa prima di sette mesi. Intanto il governo di Khartoum ha chiuso oggi 15 marzo tre delle sedi di una delle poche associazioni per i diritti umani con sede in Sudan, la SUDO, perchè non gradisce il suo operato.
Putroppo l’opinione pubblica non sembra interessarsi al genocidio in atto nel Darfur. Si potrebbe sospettare che l’assenza del coinvolgimento degli USA in questa grave crisi umanitaria, possa aver determinato il disinteresse generale di quella parte della popolazione occidentale tanto attiva in altri momenti nel far sentire la propria indignazione difronte a simili atrocità condotte contro l’uomo. E’ in atto uno sterminio, perchè non ci sono proteste, cortei, concerti di solidarietà? Lo stesso accade per i morti della Cecenia, del Vietnam, del Nepal, di Cuba. Per iniziare, spargiamo la voce: è in atto un genocidio.