Il blog di Italians for Darfur

martedì, febbraio 13, 2007

"Dobbiamo far sapere di quanta paura, pericolo e terrore gravi sulla nostra gente."

Antonella, la nostra "inviata" all'incontro sul tema 'Darfur, tra guerre dimenticate e rifugiati politici', organizzato da 'Associazioni del Darfur in Italia' e 'Senza confine' in collaborazione con Alice nel mondo, e che si è svolto nella sede dell'Arci a Roma, ci racconta:

'L'iniziativa è stata un successo. La sala era piena e tutti i presenti erano molto interessati e partecipi, contrariamente a quanto avviene di solito ai convegni.
Oltre al mio intervento di cui non vi parlo ma che potete ascoltare e vedere (vi avverto ho parlato a braccio...) hanno raccontato la loro esperienza alcuni ragazzi sudanesi rifugiati in Italia e che hanno costituito un'associazione per i diritti del Darfur. Particolarmente intense sono state le testimonianze di Abu Al-Gasim Mohammad - presidente di SLM/A in Italia, e di Adam Siddig, rifugiato del Darfur nel nostro Paese.

Vi sintetizzo il loro intervento:

“Desideriamo tanto ritornare alla nostra vita passata, ma sappiamo che la situazione è sempre pericolosa. I nostri villaggi sono stati bruciati, le nostre donne stuprate, gli uomini uccisi, ma anche bambini e anziani. Siamo stati costretti ad abbandonare le nostre case e a rifugiarci nei campi di accoglienza o in altri paesi. Come abbiamo fatto noi. Vorremmo tornare ma siamo più utili qui, impegnati a diffondere la conoscenza di ciò che avviene nel nostro Paese. Dobbiamo restare per questo. Dobbiamo far sapere di quanta paura, pericolo e terrore gravi sulla nostra gente.
Il forte sentimento di minaccia e di insicurezza che si diffonde tra le popolazioni è la causa di numerosi problemi in Darfur. Costringe moltissime persone a vivere in condizioni pericolose di sovrappopolazione. Continuano a scoppiare violenti scontri tra le forze governative e i ribelli, che costringono alla fuga altre persone. Questa situazione minaccia anche l'instradamento degli aiuti. Ci sono stati numerosi attacchi sulla strada tra Kebkabyia e El Fasher, la principale città della regione anche in questi ultimi giorni. Eppure non se ne parla. Ed è per questo che vogliamo diffondere sempre di più il nostro messaggio, non vogliamo che la nostra rimanga una crisi dimenticata".

Molto interessante è stato anche l'intervento di Francesco Martone, senatore di Rifondazione Comunista, il quale ha fatto il punto sulle iniziative istituzionali dirette a garantire i diritti delle popolazioni del Darfur e sull'azione diplomatica in atto per tentare di arrivare a una conclusione del conflitto, con l'invio di un contingente di Caschi blu (intervento già approvato con risoluzione Onu). Purtroppo il governo di Kartum, la capitale del Sudan non ha ancora dato il via libera all'azione umanitaria.
Alla fine degli interventi è stato proiettato un video sulla situazione in Darfur girato da una troupe della Bbc. Impressionante...'

Antonella N.

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