Il blog di Italians for Darfur

domenica, ottobre 21, 2007

E' davvero l'unica soluzione?


Nel nuovo film di Nicole Kidman, The Invasion, si parla di Darfur: non solo viene citato più volte,ma addirittura c'è una scena in cui si firma un accordo di pace.....
C'è solo un problema: la pace viene firmata dopo che gli alieni si sono impossessati degli uomini,rendendoli esseri freddi e incapaci di provare emozioni di alcun tipo, quindi non hanno bisogno di essere in guerra...
Mette angoscia il pensiero che questo massacro possa essere fermato solo in questo modo....
Comunque questo film dimostra l'interessamento di grandi registi ed attori americani al problema del Darfur, ed in particolare vi segnalo la presentazione del film-documentario dal titolo "Darfur Now" a New York e che il 2 Novembre uscirà nelle sale cinematografiche americane.
Recensione "Darfur Now"

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3 Comments:

  • Gentili tutt*

    presumendo la vostra completa buona fede, mi occorre farvi notare alcuni dettagli che forse vi sfuggono.

    La situazione dei profughi del Darfur non preoccupa alcun governo al mondo

    La tragedia del Darfur è strumentalizzata dalla Francia per avere il riconoscimento ONU al proprio impegno in Ciad e Repubblica centrafricana.

    Il governo sudanese è prezioso alleato degli USA, lo conferma addirittura la CIA.

    Il governo sudanese è cristiano/musulmano a seguito della pace tra Sud e Nord; all'ombra dei colloqui per quella pace si consumò la tragedia del Darfur, sottaciuta in tutto l'Occidente, servirà poi per prendere in giro i buoni cristiani, come li si prendeva in giro inventando traffici di schiavi inesistenti. Con i soldi raccolti dalle chiese americane per riscattare gli schiavi, si compravano le armi per il movimento armato di John Garang, nella lista dei terroristi dell'ONU, poi scomparso in un opportuno incidente aereo a pace siglata.

    L'investimento di Petrochina è copartecipato da BP, nel board di Petrochina siede come consigliere d'amministrrazione Franco Bernabè.

    Da qualche anno continuano le proteste di attivisti americani davanti alla sede della JPMorgan Chase, banca d'affari che finanzia l'estrazione del petrolio sudanese.

    I gruppi del Darfur oggi sono diventati 12, ciascuno armato da un "vicino" o da una "potenza" con interessi nell'area; nel Risiko sudanese entrano anche Mubarak, Gheddafi, Deby e l'etiope Zenawi, che ultimamente ha cacciato gli ambasciatori di Norvegia perchè avevano osato chiedergli conto di uno dei suoi massacri.

    Se vi preoccupa il Darfur, abbiate un minimo di pietà anche per il destino di somali ed etiopi, che muoiono come mosche sotte il tallone di una dittatura assai peggiore del governo sudanese.

    Trovate info nel blog www.mazzetta.splinder.com ai tag coerenti, se serve la documentazione relative alla valanga di autorevolissime fonti che possono confermare quanto sopra, non avete che da chiedere

    saluti

    By Blogger mazzetta, at 4:08 AM  

  • Ciao mazzetta,
    sono Mauro di Italian Blogs for Darfur, il movimento italiano per i diritti umani in Darfur. Siamo nati come bloggers, continuamo fondamentalmente a esserlo, autofinanziati e indipendenti. Portiamo avanti quello che crediamo sia giusto fare per la gente del Darfur che, come tanti, tantissimi, in Africa, non hanno voce.Soprattutto nel nostro Paese, che al Darfur ha dedicato solo poco più di un'ora di informazione televisiva.
    Se la gente non sa, come per ogni cosa, non si pone domande, e non le pone soprattutto a chi deve impostare una linea di azione in politica estera.
    Dici bene, nel tuo commento nel nostro blog. Il Darfur, in fondo, desta poco interesse. E così della Somalia, dello Zimbabwe, del Congo, della Costa d' Avorio, del Delta del Niger, e poi della Cecenia, del Nepal, delle Filippine..
    Più volte abbiamo citato questi posti, e più volte abbiamo confermato che il nostro appello è volto a chidere maggiore attenzione a tutte le crisi dimenticate.
    Se poi leggi anche il nostro spazio myspace: http://www.myspace.com/italianblogsfordarfur
    nella colonna a sn, vedrai che i punti che tu tocchi nel tuo commento li ho citati anch'io. Se leggi qui http://itablogs4darfur.blogspot.com/2007/07/il-triste-destino-di-un-popolo-la.html, vedrai che le nostre idee non sono così distanti. Sappiamo. Supponiamo. Temiamo.
    Ma un esercizio che provo a fare sempre quando scrivo del Darfur, è immaginare di essere uno di loro. Di essere un nulla, nell'infinità del deserto. Di essere solo un uomo.
    Alla gente del Darfur, che muore impunemente oltre che per fame e sete, per mano delle milizie armate dal governo, importa veramente il motivo per cui un casco blu vada nella loro terra a salvarli dalla morte? Purtroppo, la cosa più triste, è che forse non succederà ancora per molto tempo.
    Mi piacerebbe approfondire con te questi argomenti, nella speranza di apprendere qualcosa di nuovo. Sono certo che non sarò sempre d'accordo con te, e proprio questo mi invoglia ad ascoltarti, o meglio, a leggerti e, spero, a pubblicare nel nostro blog un tuo contributo.

    By Blogger Mauro Annarumma, at 2:21 PM  

  • http://www.innercitypress.com/docdarfurnow101707.html

    per ora ti lascio questo link, dove si discute del film

    poi ci torno su appena ho di nuovo un attimo, avevo scritto un commento, ma me lo sono mangiato :/

    By Blogger mazzetta, at 5:24 AM  

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