Il blog di Italians for Darfur

martedì, ottobre 09, 2007

L'inferno continua...

Nuove violenze in Darfur, uccise cinquanta persone
Ora a rischio i colloqui di pace previsti in Libia

Una nuova azione militare del governo sudanese ha causato la morte di circa cinquanta persone, per lo più civili ma anche esponenti del gruppo del Slm che nel 2006 firmò l'accordo di pace con il governo di Khartoum ad Abuja, in Nigeria.
Ora, dopo l'attacco lanciato dalle truppe governative alla città di Muhajeria, nel Darfur del Sud, area sotto il loro controllo. I ribelli minacciano di riprendere le ostilità.
Khartoum, come al solito, ha smentito ogni coinvolgimento, affermando che la città sarebbe stata presa d'assalto da "tribù della zona".
Questo episodio segue la segnalazione di alcuni giorni fa di alcuni osservatori Onu i quali hanno denunciato che Haskanita, un villaggio del Darfur sotto il controllo delle truppe sudanesi, è stato raso al suolo presumibilmente in un atto di vendetta dopo l'attacco contro una base di peacekeepers della forza dell'Unione africana la scorsa settimana.
I ribelli della fazione del Movimento di Liberazione del Sudan guidato da Minni Minnawi affermano di avere le prove della responsabilità del governo per entrambi gli attacchi.
"Non sappiano dire quanti militari, janjaweed (miliziani arabi alleati del governo, ndr) e quanti aerei ci abbiano attaccato", ha detto il portavoce di Minnawi, Saif Haroun “ma una cosa è certa: avevano divise e armi governative”.
"La nostra pazienza sta per esaurirsi - ha aggiunto il capo di stato maggiore dell'Slm, Arku Suleiman - chiediamo alla comunità internazionale di intervenire e avvertiamo che qualunque nuovo attacco delle forze governative contro Muhajeria o contro altre zone, determinerà la nostra ripresa delle ostilità e la nostra guerra sarà più dura, più diffusa e peggiore di quanto avvenuto in passato per il Sudan".
Secondo quanto riferito da Suleiman, nell'attacco sono rimaste uccise 48 persone.
I dettagli sui combattimenti a Muhajeria sono ancora poco
chiari. La zona è da mesi interdetta agli operatori umanitari. Stando a un funzionario Onu, gli scontri sarebbero scoppiati alle 13 locali di ieri con un attacco dei janjaweed, ma la fonte non ha saputo confermare se i miliziani abbiano agito dietro ordine del governo o di propria iniziativa. I membri dell'Slm sarebbero stati cacciati dalla città poco prima del tramonto.
Il portavoce di Minnawi ha precisato che più della metà della città è stata data alle fiamme. Secondo i ribelli, la città ospita circa 160.000 persone, tra cui numerosi sfollati. Non è chiaro perché Khartoum abbia attaccato il gruppo di Minnawi. Il suo portavoce sostiene che il governo mira a rafforzare la sua posizione e a indebolire quella dell'Slm in vista dei colloqui di pace in Libia, in programma il prossimo 27 ottobre in Libia.
La violenza delle ultime settimane rischia tuttavia di far
fallire i negoziati, previsti in Nigeria, volti a porre fine a oltre quattro anni di conflitto. E tutto ciò non fa altro che rallentare il processo di pacificazione necessario a garantire la sicurezza della popolazione del Darfur che continua ad essere vittima di soprusi indicibili e delle conseguenze di questa sporca guerra.
Il conflitto, inoltre, rischia di ampliarsi oltre il Sudan. A lanciare l'allarme è il capo delle operazioni di peacekeeping dell'Onu, il francese Jean-Marie Guehenno, che ha sollecitato un adeguamento tecnologico per la forza di pace nella regione.
Secondo Guehenno, la situazione della sicurezza sul terreno si e' deteriorata e al momento c'è un peggioramento della "spirale di violenza", soprattutto nel sud del Darfur.
Il sottosegretario generale ha confermato la denuncia della missione dell'Onu in Sudan, secondo cui la popolazione di Haskanita, che si trovava sotto il controllo dell'esercito sudanese, ha subito l'aggressione di un gruppo armato non identificato.
"E' preoccupante che una città sotto il controllo del governo sudanese sia messa a ferro e fuoco", ha detto, ma l'accaduto dimostra "la necessità di poter contare su truppe mobili, con capacità di imporsi in qualunque
situazione".
Guehenno ha confermato anche il recente attacco a una base di peacekeeper dell'Unione africana, sempre ad Haskanita, costata la vita a dieci soldati.
Secondo Guehenno, la missione di pace dell'Onu e dell'Ua (Unamid) deve essere rafforzata con varie unità di elicotteri da trasporto, veicoli da trasporto terrestre ed elicotteri tattici; il che permetterebbe all'Unamid un'adeguata mobilità e il potenziale di fuoco necessario per coprire l'intero Darfur, che ha un'estensione pari a quella della Francia.
Antonella

Fonti Apcom, Agi, Reuters, Efe

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