Il blog di Italians for Darfur

martedì, novembre 27, 2007

Cammelli da combattimento per la missione ONU in Darfur

Nonostante il grande sforzo diplomatico delle Nazioni Unite per l'approvazione della missione di pace in Darfur, il contingente ONU-Unione Africana stenta a prendere corpo. I Paesi occidentali non sono propensi a fornire l'adeguato supporto tecnico e logistico per la missione, ovvero i mezzi di trasporto aerei e terrestri per il trasporto di persone e materiali e per il controllo delle aree a rischio, sembra a causa della scarsa fiducia riposta nella professionalità del comando operativo della missione, che sarà esclusivamente africano, come ha preteso Karthoum. D'altro canto il Sudan ne ostacola il dispiegamento, sperando in un allungarsi estenuante dei tempi. Entro la fine dell'anno, ormai alle porte, i 26.000 uomini che avrebbero dovuto sopperire all' inefficacia dei 7000 soldati dell'Unione Africana appaiono una lontana speranza più che una prossima realtà.
E' soprattutto la mancanza di mezzi a preoccupare. Per questo l'ONU ha richiesto formalmente all'India di impiegare in Darfur i suoi cammelli "combattenti", animali addestrati a seguire i soldati, anche strisciando per terra, trasportare armi, munizioni, viveri e acqua.
I cammelli, usati in operazioni militari al confine con il Pakistan, non reagiscono alle esplosioni e agli spari. L'India si è detta subito pronta a inviare almeno 60 dei suoi 700 quadrupedi addestrati.
Una proposta, in assenza di elicotteri e aerei, che suona come una beffa di fronte alla efferatezza della guerra in Darfur.

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