Il blog di Italians for Darfur

venerdì, novembre 30, 2007

Risoluzione sul Darfur approvata dal Consiglio Comunale di Barletta


“Il silenzio delle democrazie è la migliore arma dei tiranni”

Mercoledì 28 novembre il Consiglio Comunale di Barletta ha approvato all’unanimità una risoluzione in cui viene chiesto al Governo italiano maggior impegno nel cercare una via di uscita per il conflitto in Darfur.

Il testo della suddetta proposta di risoluzione è stato curato da Italians for Darfur, movimento italiano per la promozione dei diritti umani in Darfur e presentato da Rocco Dileo,consigliere comunale nonchè firmatario della risoluzione.

Nel documento si analizza la situazione in cui versa il Darfur,dove da ormai quattro anni si combatte una sanguinosa guerra che ha provocato almeno 300.000 morti e 2.500.000 sfollati. Nonostante un accordo di pace firmato nel 2006,continuano gli attacchi a civili inermi,e il dispiegamento dei 26.000 caschi blu dell’O.N.U. è fortemente ostacolato dall’ostruzione del Governo sudanese e dall’immobilismo della comunità internazionale.

Per questo il Comune di Barletta chiede che il Governo Italiano si impegni, anche apportando uomini e mezzi, alla buona riuscita della missione e attivi i propri canali diplomatici con la Cina, affinché tramite la sua enorme influenza sul Governo del Sudan dia un fondamentale contributo alla fine delle ostilità; infine chiede che il Governo italiano promuova a livello europeo e internazionale un negoziato per la pace in una località neutra, scelta di comune accordo tra tutte le parti coinvolte nel conflitto.

Italians for Darfur promuove inoltre, anche a livello locale, un appello diretto alle maggiori emittenti televisive nazionali chiedendo di dare maggiore spazio all’informazione su questa terribile guerra; nel 2006, infatti, solo un’ora è stata dedicata dai telegiornali italiani a questa immane emergenza umanitaria.

L'auspicio è quello che anche altri Comuni possano utilizzare questo importante mezzo a loro disposizione,in modo da non lasciare isolato l'appello della comunità barlettana e rendere la questione Darfur di primaria importanza nelle attività del Governo italiano.

Proprio per questo Italians for Darfur organizzerà a dicembre,a Roma,una conferenza dal tema "Darfur,tra silenzi assordanti e responsabilità nascoste"per richiamare il Governo Italiano e la comunità internazionale alla responsabilità di proteggere i civili del Darfur dalle incessanti e gravi violazioni dei diritti umani.

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giovedì, novembre 29, 2007

MeltinPot: l'appuntamento degli studenti dell'Università RomaTre con il Darfur.

La rivista studentesca Meltin'Pot, distribuita negli edifici dell' Università degli Studi RomaTre, pubblica, nella versione cartacea di novembre e on-line, l' intervista di Italian Blogs for Darfur a Drima, giovane blogger sudanese. Ringraziamo calorosamente con la speranza di future collaborazioni.

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16 giornate di attivismo on-line per il Darfur: "16 days of action"

Italian Blogs for Darfur aderisce alla campagna on-line "16 days of action" di Globe for Darfur.
Per i prossimi giorni, a cavallo tra la Giornata Internazionale per l' eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre) e la Giornata Internazionale per i Diritti Umani (10 dicembre) proporremo un' azione al giorno in favore dei diritti umani in Darfur.
Durante questo periodo chiederemo al nostro Governo, agli organismi internazionali, alle società e alle nostre comunità, di agire per il Darfur.

29 Novembre: chiedi al Comitato Olimpico italiano di fare pressioni sulla Cina, che ospiterà i giochi estivi del 2008, affinchè convinca il regime in Sudan a consentire una robusta forza di protezione dei civili in DARFUR.
Agisci ora!

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martedì, novembre 27, 2007

Cammelli da combattimento per la missione ONU in Darfur

Nonostante il grande sforzo diplomatico delle Nazioni Unite per l'approvazione della missione di pace in Darfur, il contingente ONU-Unione Africana stenta a prendere corpo. I Paesi occidentali non sono propensi a fornire l'adeguato supporto tecnico e logistico per la missione, ovvero i mezzi di trasporto aerei e terrestri per il trasporto di persone e materiali e per il controllo delle aree a rischio, sembra a causa della scarsa fiducia riposta nella professionalità del comando operativo della missione, che sarà esclusivamente africano, come ha preteso Karthoum. D'altro canto il Sudan ne ostacola il dispiegamento, sperando in un allungarsi estenuante dei tempi. Entro la fine dell'anno, ormai alle porte, i 26.000 uomini che avrebbero dovuto sopperire all' inefficacia dei 7000 soldati dell'Unione Africana appaiono una lontana speranza più che una prossima realtà.
E' soprattutto la mancanza di mezzi a preoccupare. Per questo l'ONU ha richiesto formalmente all'India di impiegare in Darfur i suoi cammelli "combattenti", animali addestrati a seguire i soldati, anche strisciando per terra, trasportare armi, munizioni, viveri e acqua.
I cammelli, usati in operazioni militari al confine con il Pakistan, non reagiscono alle esplosioni e agli spari. L'India si è detta subito pronta a inviare almeno 60 dei suoi 700 quadrupedi addestrati.
Una proposta, in assenza di elicotteri e aerei, che suona come una beffa di fronte alla efferatezza della guerra in Darfur.

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JEM: " No ai caschi blu cinesi".

Il comandante del Justice Equality Movement, uno dei più grandi gruppi ribelli del Darfur, Abdel Aziz el-Nur Asher, ha deplorato il dispiegamento dei peacekeepers cinesi in Darfur, avvenuto da pochi giorni, considerati al pari delle forze governative sudanesi.
Al telefono della AFP il comandante del JEM ha minacciato di fare uso anche della forza. Entro fine mese circa 315 ingegneri cinesi raggiungeranno il Darfur nell'ambito della missione internazionale autorizzata dalla risoluzione 1769 con il parere vincolante del governo sudanese.

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domenica, novembre 25, 2007

Fly Cat per "Io bloggo per il Darfur": la nuova fotografia di Alessandro Branca


Alessandro Branca ci ha inviato la sua seconda fotografia per "Io Bloggo per il Darfur": il soggetto, che si è prestato alla campagna italiana in favore dei diritti umani in Darfur, è FLY CAT, noto artista della scena Hip Hop a livello italiano e internazionale, da Milano a Los Angeles.

Qui e qui anche le foto di Andrea, il blogger della Bottega di Kit.

Link: www.alessandrobranca.it

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venerdì, novembre 23, 2007

Venerdì 23: anche Darfur su N3TV.it dalle 21.30 (e in registrata)

Venerdì sera sarò ospite di Emiliano Germani nella sua trasmissione Politica 2.0.
All'interno delle domande, collegate alla sessione Blog e Politica del prossimo Più Blog, si dovrebbe riuscire a parlare anche di Darfur e informazione.
Il titolo è "La strategia Internet de La Destra". Io interverrò presentando PiùBlog nella prima sezione, "Blog e Web contro Politica", quindi prevalentemente il dibattito Web e Politica; Robert Castrucci invece parlerà di "Web-Visibilità e politica dell'antipolitica" che ci sarà lunedì 26 a Roma.
Più avanti sentirete le voci femminili di Valentina Petracca, Pettegola 2.0, e di Carola Frediani sulle elezioni 2008 in USA.
Per chi vuole interagire in diretta:
- risponderemo in diretta alle domande più gettonate della chat;
- commenteremo insieme i risultati dei sondaggi effettuati in tempo reale tra gli spettatori della trasmissione ;
- gli ospiti risponderanno direttamente agli spettatori attraverso il collegamento skype (account: emiliano germani);
- oppure per mail: info@politicaduepuntozero.it.
L'emissione resterà online sul sito dell'emittente.

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Italian Blogs for Darfur ed EVOE' al MEI, 25 novembre, Fiera di Faenza

Segnaliamo due nuovi appuntamenti importanti, ai quali parteciperà Italian Blogs for Darfur, nel tentativo di portare all'attenzione di tutti il dramma del popolo del Darfur, che sembra non avere fine. Un massacro che continua da quattro anni sotto i nostri occhi, nel colpevole silenzio dei media tradizionali italiani. E' avvenuto nel recente passato per il Rwanda, accade lo stesso anche per la Somalia: i morti dell'Africa non fanno notizia.

Italian Blogs for Darfur sarà presente al M.E.I. (Meeting delle Etichette Indipendenti) presso la Fiera di Faenza, il 25 Novembre, grazie agli "EVOE'", fondatori della Associazione Musicisti di Bologna A.M.B.O., che allestiranno uno spazio per i volantini e la raccolta firme per il nostro appello. Ci auguriamo che questa sia solo la prima di tante altre occasioni di collaborazione.
Il MEI, dal 23 al 25 novembre, giunto all'undicesima edizione, conta oltre 300 espositori ed è l'appuntamento più importante di musica indipendente qui in Italia.

Italian Blogs for Darfur è stato inoltre invitato a PiùBlog 2007 , 6 dicembre, ore 10.00 nella sessione d'apertura dedicata a Blog e Media, Marketing ed Informazione, per testimoniare il disinteresse mondiale verso il genocidio perpetrato in Darfur.

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martedì, novembre 20, 2007

Il Comune di Barletta vicino al Darfur

Entro la fine del mese di Novembre il Consiglio Comunale di Barletta(Bari) approverà una risoluzione in cui viene chiesto al governo italiano maggior impegno nel cercare una via di uscita per il conflitto in Darfur. Ovviamente questa sarà anche un'importante occasione per sensibilizzare l'opinione pubblica e informarla di quanto sta accadendo da ormai oltre quattro anni nella martoriata regione sudanese.Il testo della suddetta risoluzione è stato curato da Italians for Darfur in collaborazione con Rocco Dileo, consigliere del Partito Socialista nonchè firmatario della risoluzione .Un ringraziamento particolare va anche al meetup Amici di Beppe Grillo di Barletta che promuove la campagna per l'informazione sul Darfur di IB4D.
L'auspicio è quello che anche altri comuni possano utilizzare questo importante mezzo a loro disposizione,in modo da non lasciare isolato l'appello della comunità barlettana e rendere la questione Darfur di primaria importanza nelle attività del Governo italiano.

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sabato, novembre 17, 2007

Forza di pace in Darfur: l'ennesima promessa non mantenuta?

A dicembre scadrà il limite temporale fissato dalla risoluzione 1769 sul dispiegamento delle forze ONU in Darfur, a protezione dei civili. A poco più di un mese dalla fine dell'anno, non sembra però verosimile che le poche forze già presenti sul campo possano garantire quanto promesso: nessun Paese membro si è infatti offerto di inviare i mezzi di trasporto necessari allo spostamento nel difficile terreno della regione, nè i 18 elicotteri di trasporto e i 6 elicotteri armati, previsti per la difesa e la perlustrazione delle aree a rischio.
Il Presidente sudanese Al-Bashir ha inoltre negato il consenso per il dispiegamento dei caschi blu dell'ONU di nazionalità non africana, tra cui un battaglione thailandese, le forze speciali nepalesi, gli ingegneri dell'unità mista svedese-norvegese-danese.
Il Darfur, evidentemente, stenta ad essere al centro delle attenzioni della comunità internazionale, al di là delle commiserazioni e delle operazioni di immagine. Divenuto ormai il termine di paragone per le altre crisi del continente africano, come quelle in Somalia e in Congo, il "Darfur" rischia di essere l'ennesimo fallimento delle Nazioni Unite.

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Da Nyala: dopo l'attacco al campo profughi, piccoli segni di miglioramento

Vi mando ultime notizie da Nyala con piccoli segni di miglioramento.
Ciao Fiore

"..... Ormai tutto si è risolto per il meglio e un po di tranquillita è tornata al campo cosi pure sono tornate in massa le donne che ora cercano lavoro perchè gli aiuti sono finiti per il momento. Ora torna la fame perchè il raccolto non è stato buono e il grano scarseggia. Anche per noi è difficile trovare qualche sacco in una distensione molto grande cosi si incomincia con la fame.
Eccetto gli animali che ne hanno fin che vogliono perchè la pianta è cresciuta molto bene e poi non sono venute le piogge importanti e quindi niente.In questi giorni in citta si vedono facce cinesi in completa uniforme e speriamo che aiutino a portare la pace e la concordia. Anche ora si è mosso qualcosa perchè il regolare si è messo a fare pulizia e a stare con la gente. La pulizia vuol dire eliminare le rappresaglie dei ladri e gente che disturba la vita normale sperando con questo che la gente torni nei loro villaggi liberamente. Purtroppo non ci voleva che il raccolto fosse nullo perchè se ci fosse da mangiare le cose sarebbero diferenti con la pace.....
saluti da Daniel"

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venerdì, novembre 16, 2007

Il fronte ribelle del Darfur più unito dopo le trattative a Juba.

Il cammino della pace può ripartire, forse, da Sud.
A Juba, capitale del Sud Darfur, è stata firmata la riunificazione di sei fazioni dei due gruppi ribelli più importanti (SLM e JEM) e altri due cartelli di ribelli della regione.
Assenti, tuttavia, molti personaggi chiave dell'enclave combattente, come Abdel Wahed Mohamed Ahmed al-Nur.
Oltre alle pesanti responsabilità di Khartoum, uno dei problemi più grandi per la soluzione del conflitto è stato, fino ad oggi, proprio la frammentazione del fronte ribelle, incapace di presentare richieste univoche al Governo, il quale adopera, a sua volta, la tattica del 'divide et impera' sin dagli inizi del conflitto (leggi 'Chaos by Design'). Le divisioni all'interno dei movimenti ribelli sono esplose dopo la firma del fallimentare piano di pace ad Abuja, nel maggio 2006, tra lo SLA/M, il primo e il più grande dei movimenti ribelli del Darfur, guidato da Minni Minnawi, e il Governo. Da allora, la frammentazione del Sudan Liberation Movement non ha avuto fine.
Proprio a Juba diversi capi ribelli si erano riuniti, prima del negoziato a Sirte, per stilare un documento unico. Le trattative hanno poi portato a una vera e propria rivisitazione delle posizioni dei diversi gruppi, in seguito alla decisione dello SLA e del JEM di disertare i colloqui in Libia, a causa della presenza, proprio al tavolo della pace, di un numero eccessivo di movimenti ribelli, invitati al pari delle componenti più numerose, nonostante lo scarso seguito popolare.

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"Living Darfur": il singolo dei MATTAFIX scala le classifiche italiane!

"Living Darfur" , il nuovo singolo dei Mattafix, continua a guadagnare posizioni su posizioni nella hit parade dei singoli in vendita in Italia (FIMI). Questa settimana il gruppo londinese si piazza terzo, dietro a Eros Ramazzotti e i Duran Duran.

Ringraziamo Elena per la segnalazione che segue:
'A tutti coloro che leggono questo blog e che in un modo o nell'altro stanno cercando di fare qualcosa per il Darfur vorrei segnalare il sito dei MATTAFIX per il Darfur dove si può firmare una lettera aperta alle Nazioni Unite http://www.livingdarfur.com/ e il sito http://www.7digital.com/Darfur dove possiamo acquistare la canzone Living Darfur che, oltre ad essere molto bella,
ci dà anche la possibilità di spendere 0.99 cent in maniera solidale. :-) un abbraccio a tutti
EL'

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martedì, novembre 13, 2007

Altri 400 orfani del Darfur hanno raggiunto Abuna Vincent alla scuola tecnica ad El-Obeid, in Sudan.

Abuna Vincent è Padre Vincenzo Donati, il fondatore della scuola, l’ ottantenne missionario di Don Bosco da 27 anni in Africa: “E’da quattro anni (sin dall’inizio) che andiamo nei campi rifugiati del Darfur ogni anno a prendere dei ragazzi per portarli via da quell’inferno (fame e violenza) e portarli nel nostro Centro Tecnico D. Bosco di El-Obeid per imparare un mestiere”.

Questi ragazzi, per il 95% mussulmani, apprenderanno infatti un mestiere, come falegname, meccanico, idraulico, elettricista e al termine del corso verrà loro regalata l’attrezzatura necessaria. Tanti trovano lavoro nella capitale, in pieno sviluppo, e con la nuova missione ONU in Darfur alle porte aumentano le possibilità che molti più ragazzi vengano presto assunti.

Sono tanti gli orfani del Darfur che attendono di entrare alla scuola, che non può però accoglierli tutti, per mancanza di fondi e di spazio: “Abbiamo più di 4000 ragazzi in lista..e la richiesta pressante dei capi-tribù locali” – ci scrive Padre Vincenzo. Alla scuola giungono anche i bambini dei villaggi vicini, che non possono permettersi di andare a scuola: a loro viene impartita un’istruzione di base, compresa un’ora di religione: Corano per i mussulmani, Bibbia per i cattolici.

Un grande esempio di riconciliazione, in una terra divorata da decenni di violenze fratricide.

Nelle ultime settimane è stato inoltre costruito un nuovo campannone, adibito a laboratorio, con tante postazioni attrezzate per le esercitazioni (vedi le nuove foto nella nostra fotogallery). Molta pratica e poca teoria, per poter donare un futuro a questi giovani meno fortunati e non dare adito a fraintendimenti di tipo politico e religioso. Ma la scuola è anche una importante, solitaria, oasi di quiete e rinconquista della vita, dopo tanti anni di guerre e morte: negli ampi cortili della scuola si gioca a calcio, si chiacchera, ci si diverte con i modi semplici che molto spesso noi dimentichiamo.

Per donazioni :
"Amici di Abuna Vincent ONLUS"
CIN S ABI 07601 CAB 10300
conto N. 000039521117

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lunedì, novembre 12, 2007

Nasce il «Fondo italiano per la pace in Africa»

Durante il Forum della cooperazione internazionale, il governo italiano ha annunciato l'istituzione del "fondo italiano per la pace in Africa". Una bella realtà: il fondo dovrebbe essere speso soprattutto per il Corno d'Africa e per la martoriata regione del Darfur.
Questi nasce con un apporto di 40 milioni di euro, purtroppo poca cosa rispetto alle reali necessità del continente africano.
Infatti le notizie che arrivano negli ultimi tempi da tutta l'Africa sono tutt'altro che confortanti.
In Somalia la situazione sta precipitando; nelle ultime settimane gli scontri tra milizie governative, appoggiate dall'esercito etiopico e corti islamiche sono aumentati e si assiste a scene che ricordano gli scontri del 1992, con i corpi dei militari trascinati per le strade di Mogadiscio tra gli applausi della gente.
Qualche giorno fa c'è stato un appello di 40 ONG a trovare un modo per raggiungere la popolazione più colpita,i solata e priva di soccorsi a causa del caos e della mancanza di sicurezza che regna in Somalia.
In Etiopia il riacuttizzarsi di antichi strappi tra il fronte di liberazione dell'Ogaden e il governo centrale sta provocando una crisi umanitaria che ha già investito oltre 600.000 persone: da aprile, quando il fronte ha attaccato i pozzi petroliferi di una ditta cinese, ogni giorno si assiste a scontri armati, che di fatto coinvolgono anche la popolazione civile; anche due attivisti per i diritti umani, detenuti in carcere dal 2005, rischiano ingiustamente l'ergastolo in un processo che vede coinvolti vari oppositori del governo e per i quali Amnesty International ha proposto una petizione.
L'altro fronte che desta preoccupazione è quello del confine tra Etiopia ed Eritrea; secondo un allarmante rapporto delle Nazioni Unite sarebberò avvenuti già sconfinamenti da entrambe le parti,nonostante l'accordo di pace firmato nel 2000. Naturalmente il rischio di coinvolgimento di civili anche qui è più che reale.
Ultimissime notizie parlano anche di un peggioramento dei rapporti tra nord e sud Sudan; il comitato congiunto che avrebbe dovuto cercare di risolvere i punti del trattato di pace ancora in sospeso si è sciolto,confermando il rischio di una riesplosione del conflitto che in vent'anni ha provocato oltre 2 milioni di vittime.
Situazioni che sono legate inesorabilmente da un filo comune con la situazione in Darfur: gli attacchi ai pozzi petroliferi cinesi evidenziano il "monopolio"che la potenza asiatica sta assumendo sulle risorse dell'Africa, incurante delle sofferenze a cui è costretta la popolazione. E la disinformazione, il disinteresse, o parziale e non decisivo interesse della comunità internazionale, non fanno altro che gettare insicurezza sulle sorti del continente africano, purtroppo sempre più abbandonato a se stesso.

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giovedì, novembre 08, 2007

Il governo di Khartoum accusato di allontanare con la forza i civili dal campo di Otash, Nyala.

Foto di Stefano GiancolaSi allunga la lista della accuse mosse dalla Nazioni Unite al Governo sudanese: nell' ultimo rapporto degli Ufficiali dell' ONU in missione in Sudan si legge che le forze di polizia sudanesi avrebbero costretto un numero imprecisato di sfollati a lasciare il campo di Otash, vicino a Nyala, la capitale del Sud Darfur, usando bastoni e tubi di gomma. Le persone coinvolte sarebbero le stesse che hanno dovuto abbandonare recentemente il campo di Kalma, in fuga da violenti scontri.

Il governo sudanese ha dichiarato di voler chiudere il campo per motivi di sicurezza e igiene, ma di non aver allontanato nessuno.

Leggi Humanitarian Aid Commission: come il governo sudanese controlla i nostri aiuti umanitari nei campi profughi.

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"Causes1: Darfur", il nuovo album dedicato al Darfur

La musica ancora in prima fila per la difesa dei diritti umani. Ne scrive RockStar, nota rivista del settore, nell'edizione on-line: mentre i mezzi di informazione tradizionali snobbano la tragedia del Darfur, incalzati da "associazioni come l’Italian Blogs For Darfur che lo scorso 16 Settembre ha organizzato il Darfur Day”, il mondo musicale appoggia in pieno la causa.Dopo il disco “Make some noise - The international campaign to save Darfur” uscito a Giugno per Amnesty International, con interpreti come R.E.M., U2 e Green Day, e il singolo "Living Darfur" dei Mattafix, il cui video è stato girato in un campo profughi, anche l'etichetta Waxploitation dedicherà un cd al Darfur.
Uscirà infatti il 27 Novembre “Causes1: Darfur”, una collezione di tracce rare o esclusive ‘regalate’ da musicisti come Cure, Bloc Party, The Shins, Travis e Bright Eyes.

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lunedì, novembre 05, 2007

"Io bloggo per il Darfur": il volto e..il blog di chi ha a cuore il Darfur

Spesso non sono sufficienti le parole per denunciare un crimine. Occorre metterci la faccia.

Italian Blogs for Darfur, campagna on-line del movimento italiano per i diritti umani in Darfur, dopo "Una vignetta per il Darfur - diamo colore all'informazione", ha chiesto anche ai fotografi on-line di dedicare una loro creazione al Darfur, interpretando il motto dei bloggers di Italian Blogs for Darfur: "Io bloggo per il Darfur". Gli scrittori della rete cercano in questo modo di colmare il vuoto di informazione lasciato dai media tradizionali italiani, con la speranza che il nostro appello alle maggiori emittenti televisive venga accolto al più presto.
Alessandro Branca, fotografo a Milano dal 1992, è il generoso artefice del primo contributo pervenutoci, pioniere di quella che speriamo diventi una ricca galleria: la foto ritrae la pittrice Jole Noemi Marischi, che ha dipinto per l'occasione la tela inquadrata, che blogga per il Darfur!
Invito tutti i nostri amici e lettori a dare massima distribuzione a questa prima foto, sperando che altri fotografi e artisti e soprattutto i tanti bloggers italiani aderiscano e ci "mettano la faccia".