Il blog di Italians for Darfur

giovedì, ottobre 02, 2008

E' guerra all'Islam moderato. In Darfur bruciano moschee e Corano ma i media arabi tacciono.

Se è errato definire il conflitto in Darfur come una guerra di religione, è invece facile cogliere la discriminazione violenta da parte della minoranza mussulmana araba ed estremista di Karthoum di quella parte della società sudanese moderata, composta da mussulmani di origine africana, ma anche da animisti e cristiani. In Darfur sono quasi tutti mussulmani come a Karthoum, ma tra essi molti la pensano come Mahgoud Hussein, portavoce nel 2004 dei ribelli del Sudan Liberation Movement, che chiede la separazione di stato e moschea. "Sono musulmano anch’io, ma vogliamo che la religione sia un fatto privato e che ciascuno abbia la libertà di praticarla" "Nonostante io sia Mussulmano, vogliamo che la religione rimanga confinata nella sfera personale e conviva con la libertà di ogni cittadino di praticare ciò in cui crede". Ma nel Darfur il governo centrale di Khartoum applica la sharia e condanna di "apostasia" i musulmani moderati, come i Sufi. I tribunali sudanesi inoltre, sulla base della sharia, condannano alla fustigazione le donne che hanno il coraggio di denunciare le violenze subite da miliziani e soldati sudanesi ma che non riescano a provarlo. Lo stupro, in Darfur, è praticato dai janjaweed come un' arma, come lo era a Srebrenica, ma già in tanti lo hanno dimenticato.
Nella sola zona di Dar Masalit, nel Darfur occidentale si sono registrate sin dagli inizi del conflitto efferati attacchi alle moschee e ai simboli dell'Islam. Human Rights Watch riporta, ad esempio, un elenco di 39 moschee, tra le altre, distrutte dagli attacchi dei janjaweed supportati dal governo sudanese. Il problema, si legge nel dossier del 2004 della Human Rights Watch, "DARFUR DESTROYED - Ethnic Cleansing by Government and Militia Forces in Western Sudan", è che i masalit, una delle tre etnie del Darfur di origine africana, non sono "buoni musulmani".
Nonostante ciò, i media arabi, sucettibili alla satira danese ma non alla demolizione delle moschee del Darfur, tacciono.
Intellettuali mussulmani come il moderato e liberale Abd Al-Hamid Al-Ansari , Qatar, dovrebbero avere più spazio. Poche settimane fa dichiarava: "The Arab Lawyers' Union Defends Al-Bashir Instead of the Victims in Darfur]...] Al-Bashir does not need the Arab Lawyers' Union to defend him. It is the victims of Darfur and the millions of the crushed and pulverized who are most in need of the legal support of masses of lawyers".

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