Il blog di Italians for Darfur

sabato, ottobre 25, 2008

Nella mestizia solitaria di un uomo leggo la nostra sconfitta

E' quel gesto, il serrare la porta grigia dietro di sè, che chiude e riassume la giornata di Suliman Ahmed, rifugiato del Darfur in Italia. Il 25 ottobre, nel giorno in cui la sinistra partitica sfila per le strade ma soprattutto nei televisori delle famiglie, Suleiman Ahmed è solo. Non ci sono cortei dietro quella porta, non ci sono bandiere ma soprattutto nessuna telecamera. La porta si chiude, su una strada deserta.

Mi mostra le sue foto, cela ai miei occhi il suo sguardo e, infine, mi invita ad andare in Sudan a vedere le ferite della sua terra, a battere i sentieri nascosti ai governativi. Lo dice a me che non posso - vorrei - con il timore però di non serbare più in cuore messaggi di pace da consegnare.

"Le armi sono il linguaggio dell'Africa" mi dice.
E nelle sue parole leggo la nostra sconfitta.

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