Il blog di Italians for Darfur

venerdì, ottobre 31, 2008

Se il Congo piange, il Darfur non ride

Il Congo sta vivendo un nuovo dramma, una guerra tra etnie che si sta trasformando in un massacro che non risparmia anziani, donne, bambini.
Il mondo si mobilita e anche l'Italia ha deciso di partecipare attivamente con un contributo per affrontare la crisi umanitaria, attivando un fondo di 900mila euro. La somma sarà utilizzata per interventi sanitari e di accoglienza in favore degli sfollati dalla regione del Kivu. I profughi sarebbero già un milione.
Il caos scoppiato con gli scontri tra i ribelli e i soldati governativi hanno costretto alla fuga migliaia di civili da Goma, la capitale al confine con il Randa, minacciata dall’occupazione da parte dei guerriglieri tutsi.
La situazione appare più grave di ora in ora, l’emergenza umanitaria è ormai al limite e il contingente dei Caschi Blu della MONUC non riesce ad arginare le violenze. Sia l’Onu che l’Ue discutono dell’invio di nuove forze, prima che il cessate il fuoco proclamato dai ribelli venga interrotto e riprendano i combattimenti. In particolare il comitato Politico e di Sicurezza dell’Unione europea è pronto ad autorizzare una missione di militari da inviare nella provincia del Nord Kivu, al centro dei violenti scontri
Non possiamo che essere contenti di questa solerte azione comune e ci auguriamo che alle parole seguano a breve i fatti. Ci rimane in bocca l’amarezza per i mancati interventi – più volte annunciati e mai realizzati – per il Darfur. Da mesi l’Unamid chiede 18 elicotteri da poter utilizzare per il controllo del territorio della provincia sudanese, grande quanto la Francia, garantendo coì la sicurezza della popolazione darfuriana. Ma ad oggi nessuno dei Paesi che ha a disposizione questi mezzi ha assunto l’impegno di fornirli. E in Darfur continuano a susseguirsi attacchi ai villaggi con centinaia di morti e migliaia di sfollati. Pensavamo che l’epoca dei conflitti di serie A e di serie B fosse finita. Ci eravamo sbagliati…

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