Il blog di Italians for Darfur

mercoledì, aprile 30, 2008

EUFOR: la Russia fornirà 4 elicotteri alla missione europea in Ciad e RCA

La Russia ha fatto sapere che fornirà quattro elicotteri alla missione europea in Ciad e Repubblica CentroAfricana, (EUFOR) con 120 uomini di supporto. Attualmente sono dispiegati ai confini con il Darfur 1770 militari e altri 2000 si aggiungeranno entro giugno. La missione europea, prevista da una risoluzione delle Nazioni Unite del 2007 e fortemente caldeggiata dalla Francia che conserva notevoli interessi in Ciad e RCA, oltre a permettere l'assistenza degli oltre 450.000 profughi del Darfur presenti nei due Paesi adiacenti è di supporto alla missione MINURCAT dell'ONU (approfondisci).
E' attivo in Ciad, ad Abeché, anche un ospedale militare italiano, per ora adibito alla sola assistenza del contingente EUFOR.

Il 30 Aprile è scaduto invece il mandato della missione ONU in Sudan (UNMIS), ulteriormente esteso dal Consiglio di Sicurezza al 30 aprile 2009.

Approfondisci: "A Comparative Analysis of UNMIS, UNAMIR and UNAMSIL: including recommendations for improvements on the UNMIS mission", tesi inviataci da Maria Lewytzkyj, specializzata in Negoziazione Internazionale e tecniche di risoluzione dei Conflitti Internazionali al Monterey Institute of International Studies.

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DAOUD HARI, autore del libro "IL TRADUTTORE DEL SILENZIO", a Roma.

E' da poco uscito nelle librerie italiane in edizioni Piemme il libro, bestseller mondiale, "IL TRADUTTORE DEL SILENZIO" di DAOUD HARI.
Dalla sua triste esperienza di testimone diretto degli orrori della guerra nella sua terra, che gli ha comportato anche torture e lunghi mesi di prigionia, è nato questo libro, mirabilmente privo di sentimenti di odio e vendetta verso i persecutori, i janjaweed al soldo del governo sudanese, che racconta la sua storia e le dolorose vicende del Darfur.

L'autore, di origini zaghawa, ha deciso, dopo la sua fuga in Ciad, di lavorare come interprete per molti giornalisti occidentali in Darfur, tra cui Paul Salopek, vincitore di due premi Pulitzer. Negli Stati Uniti, nel quale oggi vive come rifugiato, il suo libro ha venduto 100 mila copie in un solo mese.
Daoud Hari incontrerà il pubblico e firmerà le copie sabato 3 maggio alle ore 18.00 alla libreria MONDADORI MULTICENTER di via Del Corso 472 (per informazioni: tel 06/684401)

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martedì, aprile 22, 2008

DARFUR, I MORTI SONO ALMENO 300 MILA

Rilanciamo un'agenzia Ansa su dati Onu.

NEW YORK - I morti causati dagli scontri nella regione sudanese del Darfur potrebbero essere più di 300 mila. Lo ha detto il sottosegretario generale per gli affari umanitari dell'Onu John Holmes. Le precedenti stime delle Nazioni Unite - basate su uno studio dell'organizzazione mondiale della sanità - indicavano che le vittime degli scontri e degli stenti causati dalle razzie dei villaggi erano centomila in meno.
L'ambasciatore del Sudan all'Onu, Abdalmahmoud Abdalhaleem, ha contestato le cifre di Holmes, sostenendo che i morti non sono più di 10 mila. I dati del sottosegretario dell'Onu, secondo il diplomatico di Khartoum, "non sono corretti, non sono credibili".

Holmes, responsabile degli affari umanitari delle Nazioni Unite, ha spiegato oggi ai Quindici del Consiglio di Sicurezza che gli scontri, gli stupri collettivi e i bombardamenti aerei non si sono mai interrotti in Darfur, neppure negli ultimi mesi, nonostante le crescenti pressioni internazionali. "Particolarmente preoccupante -ha precisato il responsabile umanitario- è l'alto livello di violenza sessuale, verificatosi durante gli ultimi due mesi, nel corridoio settentrionale del Darfur dell'Ovest". Nel Darfur non ci sono leggi e vige l'impunità, ha aggiunto Holmes, spiegando che dall'inizio dell'anno almeno 100 mila persone sono state costrette a lasciare le loro case. Rodolphe Adada, rappresentate speciale dell'Onu e dell' Unione africana (Ua) per il Darfur, ha indicato dal canto suo che la capacità dell'Unamid, la missione di pace in loco gestita dalle Nazioni Unite e dall'Ua, "non è aumentata di molto (...) e rimane sotto il 40% dell'obiettivo previsto, cioé 19.555 uomini".

Holmes ha concluso il suo intervento ricordando che dall'inizio dell'anno 6 addetti agli aiuti umanitari sono stati uccisi, le loro basi sono state attaccate 42 volte, mentre 106 veicoli, alcuni dell'Onu e alcuni delle organizzazioni non governative, sono finiti in mano ai gruppi armati, talvolta appoggiati dal governo di Khartoum.

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lunedì, aprile 21, 2008

Studenti del Darfur arrestati e torturati dalla polizia sudanese - تعذيب طلبة دارفور ومحاكمتهم

Italians for Darfur esprime piena solidarietà agli studenti Daoud Ahmad Al Taher, Mohammad Ali Hamado, Ismail Obeid Abkar, Adam Babakr Nayel, Ahmad Abdeen Hamed, Al Fadel Omar Shamo, Mabrouk Bakheet Ibrahim, Mahmoud Nayel Mohammad e Khaled Ahmad Mansour (16 anni), arrestati dalle forze di sicurezza sudanesi nella regione del Nord Dardefan, con l'accusa di aver creato disordini.
Lo apprendiamo dalla neonata associazione APHRA (The Arab Program for Human Rights Activists) con sede al Cairo, Egitto. I 9 studenti originari del Darfur, tra cui un sedicenne, sarebbero stati torturati e detenuti illegalmente, violando le Convenzioni Internazionali sui Diritti politici e civili sottoscritti dal Sudan stesso e pertanto validi anche nel suo territorio.

L'associazione APHRA, che rivolge un appello anche alle altre organizzazioni arabe affinchè giunga alle autorià sudanesi una condanna unanime, invita a scrivere ai seguenti indirizzi per chiedere venga fatta luce su quanto accaduto:
  • His Excellency President Omar Hasan Ahmad Al Basheer, President's Bureau, People's Palace, P.O.Box 281, Al Khartoum, Sudan - Fax: +249 183 782541;
  • His Excellency Salva Ker Meiradet, Vice President, People's Palace, P.O.Box 281, Al Khartoum, Sudan - Fax: +249 183 779977/ 771025;
  • His Excellency Ali Othman Mohammad Taha, Vice President, People's Palace, P.O.Box 281, Al Khartoum, Sudan -Fax: +249 183 771651
Leggi anche: Studenti del Fronte Democratico picchiati e torturati

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venerdì, aprile 18, 2008

ONU e UA incontrano i comandanti sul campo dello SLA/M

Jan Eliasson e Salim Ahmed Salim, inviati speciali delle Nazioni Unite e dell'Unione Africana, hanno incontrato oggi, nei pressi di Jebel Marra, i comandanti dei ribelli del Sudan Liberation Army guidato da Abdel Wahid el-Nur. Tra le condizioni per la partecipazione ai prossimi eventuali negoziati sono state ribadite il dispiegamento della forza ibrida internazionale e il totale cessate-il-fuoco in Darfur.
E' il primo incontro ufficiale dal maggio 2006, dopo il fallimentare accordo di pace di Abuja in Nigeria e segue il meeting tra el-Nur e cinque membri del Consiglio di Sicurezza ONU a Ginevra, il mese scorso.

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UNAMID: 2 milioni di dollari dagli USA ai peacekeepers etiopi in Darfur

L'ambasciatore degli Stati Uniti ad Addis Abeba, Donald Yamamoto, ha annunciato di aver spedito materiale logistico di supporto alle truppe impiegate in operazioni di pace in Darfur per un valore di 2 milioni di dollari. Un grande contributo, ottenuto in cambio della promessa di impiegare quanto prima un totale di 5000 soldati etiopi nella missione ibrida UNAMID.

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giovedì, aprile 17, 2008

San Lorenzo,ma non cadono stelle..........

Si chiama "San Lorenzo" il secondo brano presentato nella speciale sezione "Una canzone per il Darfur"all'Arè rock festival.
Ad eseguirlo,i Chendisei,band barese molto sensibile a temi sociali e che,come precedentemente hanno fatto i Garnet,ha deciso di dare voce,attraverso la musica, ad un popolo che dal lontano 2003 vive nella più totale disperazione,a causa della guerra e degli attacchi alla popolazione civile perpetrati dal regime di Karthoum e dei Janjaweed.
Il brano, che mescola la vocazione alla ballata indie-rock, la profondità della canzone d'autore e una ritmica che strizza l'occhio al jazz e al blues,parla della guerra vista dagli occhi di un bambino,che guarda cadere stelle dal cielo,sono in cerca di eroi......ma non sono stelle,sono bombe.Le stesse che in poco più di cinque anni hanno provocato oltre 300.000 morti e che hanno costretto quasi 3.000.000 di persone con l'unica colpa di essere africane,alla fuga.

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martedì, aprile 15, 2008

Nuovi scontri e ancora civili in fuga dal Darfur. Ma il "darfur non è un caso disperato", dichiara la Lega Araba.

Ban Ki-moon, il segretario generale delle Nazioni Unite, ha affermato pochi giorni fa che ben 1000 persone al giorno fuggono dalle terre insanguinate del Darfur, 100 mila solo in quest'anno. Per Amr Moussa, presidente della Lega Araba, tuttavia, la situazione in Darfur non sarebbe " un caso disperato".
Sono molte le donne e i bambini che cercano la salvezza oltre il confine con il Ciad.
Proprio in Ciad, ieri, si sono intensificati gli scontri tra ribelli del JEM, che avrebbero abbattuto un elicottero governativo, e le forze sudanesi. Gliscontri sono continuati anche in Darfur, a Nord di El Geneina, dove da tempo i ribelli denunciavano il dispiegamento delle truppe sudanesi: almeno venti i morti tra i regolari.

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"E' tempo di cambiare la storia". Scrittori per bambini contro la guerra in Darfur

di GiratempoWeb (IB4D):

L'autrice della saga di Harry Potter, J.K. Rowling, insieme ad altri autori di libri per ragazzi come Judy Blume, R.L. Stine, Cornelia Funke e Louis Sachar, hanno pubblicato ieri una lettera aperta domandando "che il mondo si svegli davanti all'attacco ai bambini che sta avvendendo in Darfur".
La lettera è stata pubblicata alla vigilia della Giornata Mondiale per il Darfur, che commemora il quinto anniversario del conflitto, ed è stata firmata da 14 autori per ragazzi del Nord America, Africa, Europa e Medio Oriente, i quali esigono un'azione da parte della comunità internazionale.
La lettera recita:

"Bambini che appena hanno l'età per camminare, senza parlare di correre,hanno visto le loro case bruciare, le loro madri violentate e i loro padri assassinati. La maggior parte sono raggruppati in campi di rifugio, traumatizzati ed esausti... E' tempo di cambiare la storia. In aprile molti bambini del Darfur staranno celebrando il loro quinto compleanno senza aver mai conosciuto la pace. Il mondo deve risvegliarsi. Per molto tempo ha lasciato questi bambini soffrire. I nostri politici devono agire in Darfur... I bambini del Darfur non hanno chiesto questa guerra, ma passano i loro giorni intrappolati nel conflitto, tra entrambi i fuochi. Bisogna permettergli di essere dei bambini, ancora. Nonostante il terrore che affrontano quotidianamente, c'è ancora speranza e sogni. Il mondo deve agire ora per dare ai bambini del Darfur un futuro."

La lettera richiama un'immediata interruzione delle ostilità, un dispiego totale delle forze per la pace dell'ONU, che possa bloccare questa inutile guerra che sparge solo sangue innocente.

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domenica, aprile 13, 2008

Edizione 2008

GlobalDayDarfur, a Roma iniziativa di Italians for Darfur

Grazie ad Italians for Darfur i riflettori sulla crisi umanitaria nella regione sudanese continuano a essere accesi. Con un giorno di anticipo rispetto al resto del mondo. per la concomitanza delle elezioni politiche nel nostro paese. è stato celebrato a Roma il terzo Global Day for Darfur.In avvio della manifestazione è stato proiettato il videomessaggio del testimonial d'eccezione George Clooney e di seguito il live del concerto di Niccolò Fabi per il Darfur a Khartoum.
Italians For Darfur con Articolo 21 e Amnesty International, Associazione rifugiati del Darfur, Ugei e Bené Berith Giovani, hanno ricordato l'emergenza che vive la popolazione darfuriana e, in particolare, hanno puntato l'attenzione sul dramma che colpisce i bambini, vittime principali del conflitto. Per l'occasione è stata allestita una mostra di disegni realizzati dai piccoli rifugiati nei campi profughi che testimoniano come i loro occhi vedono la guerra.
La Corte penale internazionale lo scorso novembre, dopo aver visionato 500 composizioni dei bambini che hanno trovato accoglienza nel vicino Ciad (raccolte dall'associazione Waging Peace) ha annunciato che hanno valore di prova nel procedimento per crimini di guerra e contro l'umanità commessi in Darfur durante i cinque anni di conflitto. I disegni mostrano attacchi che colpiscono civili e bambini, case date alle fiamme in villaggi distrutti, decapitazioni, corpi senza vita in pozze di sangue, donne incatenate tra loro per essere trascinate via e fosse comuni.Molti degli autori di queste opere non hanno più padri o fratelli, rimasti uccisi in Darfur. Nei disegni si vedono anche elicotteri con mitragliatrici, carri armati con la bandiera sudanese, militari in divisa affiancati dai miliziani Janjaweed a bordo di veicoli dotati di mitragliatrice. Gli aggressori sono sempre ritratti con la pelle chiara, mentre le vittime hanno la pelle scura.Per denunciare la ‘distruzione’ dell’infanzia in Darfur, l'edizione del Global Day del 2008 è dedicata proprio ai bambini. Ogni giorno 75 di essi si spengono per la di fame.
“In Darfur si continua a morire – sottolinea Italians for Darfur - e le azioni dell'Onu risultano essere sempre poco efficaci. La risoluzione 1769 che nel luglio 2007 è stata approvata all'unanimità dal Consiglio di sicurezza dell'Onu, una sorta di 'road map' sudanese che di fatto però non sancisce il disarmo dei ribelli e il cessate il fuoco definitivo, non riesce ad essere attuata a pieno. Troppo distanti le posizioni e gli interessi dei membri del Consiglio permanente: da una parte chi difende il governo del Sudan, considerato ispiratore delle violenze nei confronti dei darfuriani, dall'altra quei paesi che aspirano a mettere le mani sul greggio sudanese. Nel mezzo il Darfur. Un paese poverissimo dove si continua a morire per un mare di petrolio. E' per questo che serve una pressante ed efficace mobilitazione mondiale”.
“E’ importante che vi sia la mobilitazione del mondo della cultura e dell’espressione internazionale su questioni come il Darfur – affermano Giorgio Santelli e Stefano Corradino, direttori di Articolo 21e - su tutte le vicende che riguardano la difesa dei diritti umani del mondo. Ed è importante che grandi personaggi, come Gorge Clooney, siano in prima fila nella mobilitazione complessiva, come quella del Darfur organizzata, in Italia, da Italians for Darfur insieme ad Articolo 21. Noi continueremo a farci promotori come associazione, grazie ai tanti nostri iscritti appartenenti al mondo del cinema, del teatro, della cultura e del giornalismo, per la nascita di una grande rete internazionale di “artisti per i diritti umani” affinché nei loro spettacoli, nei loro concerti, nel loro rapporto artistico con la gente, vi sia sempre spazio per una parola, per un atto anche simbolico, a difesa dei diritti umani nel mondo. Oggi per il Darfur ma anche per il Tibet e per le tante aree del mondo dove la libertà viene calpestata, negata, offesa”.
“Maggiore attenzione deve essere prestata ai minori vittime del conflitto nel Darfur - ha dichiarato Gabriele Eminente, direttore della Sezione Italiana di Amnesty International - “Tutte le parti in conflitto devono fermare immediatamente gli attacchi contro i civili; gli stati membri delle Nazioni Unite e dell’Unione africana devono garantire il completo dispiegamento della missione UNAMID e dotare la missione di risorse adeguate; devono inoltre assicurare l’effettiva protezione di tutti i civili e in particolar modo dei bambini”.
"Noi, nipoti dei sopravvissuti e custodi della memoria – sottolinea Daniele Nahum, Presidente dell'Unione Giovani Ebrei d'Italia - abbiamo il compito di svegliare la coscienza e l´opinione pubblica affinché un altro genocidio non passi nell´indifferenza collettiva come è successo sessanta anni fa. Dal 2003 in Darfur, come riconosciuto formalmente dalla comunità internazionale, è in atto uno sterminio di massa. Per questo, ci appelliamo alle Istituzioni ed alle forze politiche del nostro Paese, affinchè adottino dei provvedimenti immediati nell'ambito del diritto internazionale umanitario per fermare questo massacro".

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venerdì, aprile 11, 2008

Hassan, un bambino come tanti in Darfur

“La situazione nel Darfur va migliorando e continuiamo a sentire di 200.000 persone uccise in Darfur. Questo è un numero esageratamente elevato”.

Ministro della Giustizia Sudanese in risposta a un rapporto del 16 Marzo 2007 presentato al Consiglio di Sicurezza dell’ONU circa gli stupri di massa e le uccisioni in Darfur.

Cinque anni fa nasceva Hassan un bambino come tanti, in Darfur. Grandi occhi neri che scrutano la notte che l’ha partorito.

Hassan è un Fur, una delle più grandi etnie del Darfur, ma è anche un Sudanese. Come i bambini nati a Karthoum, la capitale del Paese, così distante dal suo piccolo villaggio vicino a El-Fasher, si affaccia curioso sul suo angolo di mondo e, apparentemente, con gli stessi diritti. Ma mentre il primo avrà davanti a sé la possibilità di crescere in una città sempre più ricca, in cui gli investimenti stranieri, soprattutto cinesi, aprono sempre più strade solcate da grossi SUV e si innalzano ai lati nuovi edifici e alberghi di lusso, Hassan trascorrerà i prossimi suoi anni in un campo profughi, per sfuggire alla morte certa. La sua colpa è essere un Fur, un abitante del Darfur. Le sue origini africane lo marchiano sin dalla sua nascita e lo condannano alla morte o alla fuga dai janjaweed, le milizie arabe a cavallo finanziate dal governo sudanese, e dai bombardamenti aerei.

Questo aprile moltissimi dei tre milioni di bambini in Darfur hanno raggiunto il loro quinto anno senza mai conoscere la pace. Cinque lunghi anni in cui la comunità internazionale ha fallito nel rispondere adeguatamente alla crisi in corso.

Molti di essi sono stati traumatizzati da quanto hanno visto. La Human Rights Watch ha mostrato al mondo numerosi disegni dei bambini di un campo profughi del Darfur, nei quali i colori, il tratto, le figure umane esangui non danno spazio alla gioia e alla speranza: il clima di paura, insicurezza, e l’aumento della violenza domestica, compromettono la loro sicurezza, e soprattutto il loro futuro. I bambini che vivono fuori dai campi profughi vivono in costante attesa di un probabile attacco al loro villaggio, senza ricevere assistenza sanitaria e istruzione. Moltissimi vengono ridotti in schiavitù, come soldati bambino o come schiavi sessuali.

I rapporti ufficiali delle ONG impegnate in Darfur parlano chiaro: l’Unicef parla di oltre un milione di bambini non raggiunto dagli aiuti umanitari e Save The Children fissa ad almeno 650.000 la quota sconcertante di bambini in età scolare che non ricevono istruzione. Solo nelle ultime settimane di febbraio, in cui si sono registrati pesantissimi attacchi dell’esercito sudanese nel Darfur occidentale, centinaia di bambini tra i dodici e i diciotto anni sono scomparsi senza lasciare traccia alcuna.

Anche il nuovo rapporto dell' ONU non lascia spazio alle speranze: il 16,1% di bambini del Darfur sono malnutriti, contro il 12,9 % dell'anno scorso. Tra i 6 e i 29 mesi di età e nel Nord Darfur, i casi peggiori di malnutrizione. Il dossier ha confrontato i dati provienienti dai campi profughi, dove sono costretti a vivere oltre due milioni di persone, e dalle aree colpite dalla guerra.

In Darfur operano oltre 80 ONG e tredicimila operatori umanitari ma, nonostante il loro impegno e le enormi risorse finanziare messe in campo, le condizioni igieniche, la distribuzione dei viveri e le condizioni di sicurezza continuano a peggiorare, e si moltiplicano gli attacchi agli operatori umanitari, aumentati del 150%. Quella in Darfur, insomma, rimane una delle più grandi crisi umanitarie ancora aperte che tiene alta la posizione del Sudan tra gli Stati nemici dei diritti umani. Così il Dipartimento di Stato ‘americano’ definisce la situazione dei diritti umanitari nel Paese: terribile”.

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giovedì, aprile 10, 2008

APPELLO DI GEORGE CLOONEY PER IL DARFUR

George Clooney alla presentazione del suo ultimo film lancia un appello per fermare la tragedia in Darfur.
"Buongiorno, ringrazio tutti per l'attenzione e l'impegno mostrati nei confronti della manifestazione sulla situazione del Darfur il 12 aprile. Ricordate che ciascuno di voi che sa, che ha visto, può far cambiare le cose e la vostra voce, ogni voce, è necessaria per fermare la tragedia che sta accadendo nella regione sudanese del Darfur al confine con il Ciad. E' solo con il vostro aiuto che possiamo fermare questa crudeltà. Rimanete coinvolti. Grazie"

Noi vi aspettiamo sabato 12, ore 10.00, davanti al Colosseo Roma.

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Dedicato ai bambini...

Global Day for Darfur, il 12 manifestazione al Colosseo
Messaggio di George Clooney per Italians for Darfur: continuate così!

Mentre il mondo si appresta a celebrare il Global Day for Darfur, George Clooney arriva in Italia per promuovere il suo ultimo film senza però dimenticare il suo impegno per la martoriata provincia occidentale sudanese, insanguinata da oltre cinque anni di guerra. In un esclusivo videomessaggio per Italians for Darfur (http://www.youtube.com/watch?v=QieDBrH9bhY), l’attore americano rilancia l’importanza di queste manifestazioni affinché tengano accesi i riflettori su questa crisi umanitaria e ringrazia gli attivisti italiani impegnati per i diritti umani.La giornata mondiale per il Darfur, che a livello internazionale si svolgerà il 13 aprile, nel nostro Paese sarà anticipata di un giorno per la concomitanza con le elezioni politiche.
L’iniziativa, promossa da “Italians for Darfur” e “Articolo 21”, sarà presentata nella sede della Stampa estera, in via dell’Umiltà 83/c, l’11 aprile alle ore 11.Nel corso della conferenza sarà proiettato il video – documentario “Live in Sudan” di Niccolò Fabi, testimonial della campagna per il Darfur in Italia.A testimoniare le violenze che subisce il popolo darfuriano dal febbraio 2003, sotto gli occhi inermi del mondo, alcuni rifugiati in Italia che hanno perso familiari a causa del conflitto.Saranno inoltre presenti i rappresentanti delle associazioni che hanno aderito alla manifestazione - che si terrà sabato al Colosseo, a partire dalle 10,30 - tra cui Amnesty International, Bené Berith Giovani, Comunità ebraica di Roma e Unione giovani ebrei italiani.“L’edizione del 2008 è dedicata ai bambini – afferma Antonella Napoli, presidente di “Italians for Darfur” - principali vittime di questo sanguinario conflitto: ogni giorno 75 di essi si spengono per la di fame. In Darfur si continua a morire e le azioni dell’Onu risultano essere sempre poco efficaci. Nel luglio 2007 è stata approvata all’unanimità dal Consiglio di sicurezza la risoluzione 1769, una sorta di “road map” sudanese, che di fatto però non sancisce il disarmo dei ribelli e il cessate il fuoco definitivo. Nel luglio 2007 è stata approvata all’unanimità dal Consiglio di sicurezza la risoluzione 1769, una sorta di “road map” sudanese, che di fatto però non sancisce il disarmo dei ribelli e il cessate il fuoco definitivo. Troppo distanti le posizioni e gli interessi dei membri del consiglio permanente: da una parte chi difende il governo del Sudan, ispiratore delle violenze nei confronti dei darfuriani, dall’altra quei paesi che aspirano a mettere le mani sul greggio sudanese . Nel mezzo il Darfur. Un paese poverissimo dove si continua a morire per un “mare” di petrolio”.“E’ per questo che serve una pressante ed efficace mobilitazione mondiale – conclude il presidente di Italians for Darfur - Occorre assicurare al più presto protezione ai civili, in particolare ai bambini molti dei quali, in questo aprile 2008, compiranno cinque anni senza aver mai conosciuto la pace.”.
Roma, 10 aprile 2008

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mercoledì, aprile 09, 2008

GLOBAL DAY FOR DARFUR

Italians for Darfur promotes the 3rd Global Day for Darfur in Italy, with exhitibitions and speeches of activists and darfuri refugees near the Colosseum, in Rome, 12 April. Due to the election day in Italy, the GDFD has been scheduled a day before the international appointement. On Friday 11 April, at 10.30 a.m. a press conference in Via Dell'Umiltà, Sala Stampa del Senato will be held by Italians for Darfur and Ugei associations and the famous singer Nicolò Fabi. A video reportage of Nicolò Fabi in Sudan and a video message of G.Clooney for Italians for Darfur will be showed.

Children born 5 years ago in Darfur are reaching school age without having experienced anything but instability and insecurity.
What we ask:
• All parties immediately stop attacking civilians and respect IHL.
•Ensure the full deployment of an adequately resourced UNAMID force.
•UNAMID must actively protect all civilians and specially children.

www.globefordarfur.org -- www.italianblogsfordarfur.it


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martedì, aprile 08, 2008

Workshop: "Il conflitto in Darfur, tra silenzi assordanti e responsabilità nascoste"

Grazie alla collaborazione con Meltin'Pot, associazione della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università RomaTRE in Roma, Italians for Darfur presenta "Darfur, tra silenzi assordanti e responsabilità nascoste": cause, dinamiche e prospettive del conflitto. Interverranno l'On. P. Sentinelli, Viceministro degli Esteri, il Prof. Cera, formatore e autore de "Le sfide della diplomazia internazionale. Il Conflitto in Darfur",il Prof. E. R. Terzuolo, Docente di Geopolitica e Suliman Ahmed, Rappresentante dei Darfuriani in Italia.
L'appuntamento è alle ore 17.00 alla Facoltà di Scienze Politiche, presso l'aula 2c, Università RomaTRE.

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giovedì, aprile 03, 2008

Campagna Wanted for War Crimes

Anhe in Italia abbiamo rilanciato la lettera appello, promossa da Aegis Trust, firmata da giuristi di fama internazionale e, grazie a noi, esponenti di spicco del mondo accademico e dell'associazionismo italiani, per chiedere all'Onu un'azione più decisa nel chiedere al governo sudanese la consegna di Ahmad Harun e Ali Kushayb, sui quali pende da oltre un anno un mandato di cattura per crimini di guerra della Corte penale internazionale. Il comunicato che abbiamo diffuso ieri è stato rilanciato dalle agenzie di stampa e ripreso da qualche radio e il tg3. Sui giornali, invece, oggi non ho trovato nulla... purtroppo in questo periodo i quotidiani italiani parlano solo di elezioni e di Alitalia!
Comunque andiamo avanti, in attesa dl Global Day per il Darfur del 12 aprile.
Saluti.
Antonella

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Giuristi internazionali e italiani impegnati per i diritti umani in Darfur


Ex-procuratori del processo di Norimberga e procuratori dei Tribunali internazionali dell'ONU chiedono un intervento deciso contro i presunti criminali di guerra del Darfur
Rinomati giuristi di livello internazionale – tra cui Carla del Ponte – chiedono al Consiglio di Sicurezza dell'ONU un confronto con il Sudan per il suo diniego di consegnare due presunti criminali di guerra alla Corte Penale Internazionale. Ahmad Harun e Ali Kushayb hanno a loro carico 92 capi d'accusa per crimini di guerra e crimini contro l'umanità commessi nel Sudan.Italians for Darfur - a meno di due settimane dalla giornata mondiale per il Darfur del 12 aprile - ha promosso anche in Italia la campagna "Wanted for War Crimes“, una rete di organizzazioni che si occupa del perseguimento dei criminali di guerra accusati dalla Corte Penale Internazionale per il Darfur. L’iniziativa ha visto l’adesione di molti esponenti del mondo accademico e giuridico anche nel nostro Paese, Tra i primi firmatari il professore Sebastiano Maffettone, direttore del Centro studi e ricerca dell’Università Guido Carli (Luiss), i professori Antonio Papisca e Marco Mascia, rispettivamente direttore e vice direttore del Centro interdipartimentale di ricerca e servizi sui diritti della persona e dei popoli dell'Università di Padova, Sergio D’Elia ed Elisabetta Zamparutti dell’associazione per i diritti umani “Nessuno Tocchi Caino” e molte altre associazioni, tra cui Articolo21, l’Associazione per i popoli minacciati, l’Unione giovani ebrei italiani e l’associazione Onlus Fonte di Speranza. “Tra le varie accuse contro Harun e Kushayb – sottolinea in una nota “Italians for Darfur”- una delle più gravi è l’organizzazione a Bindisi, nel Darfur occidentale, dell'assassinio di civili, dello stupro di donne e bambine, la distruzione della moschea e la messa in fuga di 34.000 persone. Poiché il governo sudanese si rifiuta di indagare su questi crimini, il 31 marzo di tre anni fa il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è visto costretto a inoltrare la questione Darfur alla Corte Penale Internazionale. Ma ora, senza pressioni da parte dell'Onu è improbabile che il Tribunale Internazionale riesca a ottenere la consegna dei presunti colpevoli di questi atroci crimini”.
Attraverso la lettera aperta appello al Consiglio di Sicurezza si chiede l'immediata estradizione di Harun e Kushayb e una forte e univoca presa di posizione dei massimi livelli (presidential statement) in occasione del prossimo rapporto del procuratore della Corte Penale Internazionale che verrà pubblicato in giugno.“I firmatari dell’appello – ribadisce la nota - esprimono la loro indignazione per il fatto che nonostante le accuse Ahmad Harun continui a lavorare per il governo sudanese, occupando addirittura la carica di Ministro per le questioni umanitarie occupandosi dei lavori umanitari in corso in tutto il paese. Harun è stato anche nominato presidente di un comitato che supervisiona le segnalazioni di violazioni dei diritti umani e che è in contatto con le truppe per la pace dell'UNAMID. Anche Ali Kushayb è stato eletto membro dello stesso comitato. In questo modo due dei maggiori indiziati per orrendi crimini di guerra sono ora responsabili della sorte dei sopravvissuti”.Hanno aderito, tra gli altri, Richard Goldstone, ex-procuratore capo della Corte Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia e per il Rwanda; Henry King, procuratore al processo di Norimberga; Femi Falana, presidente della Camera degli Avvocati dell'Africa occidentale; Irwin Cotler, ex-ministro della giustizia canadese; Salih Mahmoud Osman del Darfur, vincitore del Premio Sakharov del Parlamento Europeo; Abdelrhman M. Gasim; Mohamed Abdalla Eldoma e Esadig Ali Hassan della Camera degli Avvocati del Darfur.

Roma, 2 aprile 2008

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