Il blog di Italians for Darfur

giovedì, marzo 12, 2009

Rapiti tre volontari di Msf, c'è anche un italiano

Tre operatori di Medixi senza frontiere sono stati rapiti ieri notte in Darfur. C'e' anche un giovane medico italiano. A 24 ore dal sequestro - avvenuto nel presidio sanitario di Safir Umra a 200 chilometri dalla capitale del Nord Dafur, El Fasher, ma reso noto solo questa mattina - arriva la conferma della richiesta di un riscatto e dell'avvio dei negoziati che, secondo dichiarazioni rilasciate a media locali dal governatore del Nord Darfur, 'stanno procedendo bene e potrebbero portare ad una veloce soluzione' della vicenda.
Gli ostaggi - il medico italiano vicentino 34enne, Mauro d'Ascanio, il collega francese Raphael Meonier e l'infermiera canadese Laura Archer - 'stanno bene e non hanno subito maltrattamenti. Sono vivi e si sta lavorando per liberali', hanno affermato fonti del governo sudanese, mentre dal mondo si rincorrono gli appelli per una veloce e positiva conclusione della vicenda. A cominciare da quello del segretario generale dell'Onu, Ban ki-Moon, alla 'viva preoccupazione' espressa dal capo dello stato, Giorgio Napolitano.
'Stiamo lavorando', ha assicurato anche il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, chiedendo il silenzio stampa sulla vicenda per non compromettere 'l'attivita' che abbiamo messo in piedi per la liberazione'. L'Unita' di Crisi della Farnesina e' intanto in contatto con la sezione italiana di Msf - oltre che con le strutture diplomatiche di Canada e Francia, paesi d'origine degli altri due ostaggi - e con la famiglia del medico italiano. E proprio i familiari di D'Ascanio, in serata, sottolineando di 'essere preoccupati per Mauro', hanno chiesto il silenzio sulla vicenda. Silenzio che - ha ricordato anche Frattini - 'ha gia' premiato' in episodi del passato.
Dal Darfur, in serata, il governatore della'area Nord, Osman Kebir, ha riferito di aver parlato con i rapitori e gli ostaggi al telefono. 'I negoziati sono in corso, stanno procedendo bene e potrebbero portare ad una veloce liberazione degli ostaggi', ha riferito Kebir, aggiungendo che i sequestratori, che hanno chiesto un riscatto in danaro, non hanno intenzione di far del male agli ostaggi. Sullo sfondo delle preoccupazioni c'e' anche la presa di posizione del presidente sudanese, Omar el Bashir, che proprio nei giorni scorsi ha minacciato l'Occidente e espulso dal paese molte Ong, accusate - a suo avviso - di aver contribuito alla decisione del Cpi (la Corte penale internazionale dell'Aja) di emettere nei suoi confronti un un mandato di arresto per crimini di guerra e contro l'umanita'. Le sezioni francese e olandese di Msf sono state espulse dalla regione sudanese la scorsa settimana insieme a un'altra decina di Ong: un ordine di espulsione che non aveva riguardato le sezioni belga, svizzera e spagnola di Msf. Medici Senza Frontiere oggi comunque ha annunciato il ritiro del personale internazionale dalla regione.
L'attacco alla sede della sezione belga di Msf a Sarif Umra, presidio sanitario composto da una equipe di 7 operatori (5 dei quali internazionali) e' avvenuto ieri sera - erano circa le 18 ora italiana - da parte di un gruppo di uomini armati che oltre ai tre operatori internazionali hanno prelevato anche due membri dell'organizzazione di nazionalita' sudanese, subito dopo rilasciati. Si tratterebbe del primo attacco di questo tipo ad un' organizzazione umanitaria.
Tornando al medico italiano, D'Ascanio e' specializzato in medicina d'urgenza e medicina tropicale ed e' alla sua prima missione dopo aver gia' avuto esperienze all'estero in missioni umanitarie in Guinea Bissau, Messico, Brasile e Guatemala. Si trovava in Darfur dal settembre del 2008, in qualita' di responsabile medico dell'ospedale Serif Umra.