Il blog di Italians for Darfur

martedì, giugno 22, 2010

Sciopero per protesta, arrestati e torturati 6 medici

Appello di 'Italians for Darfur' per chiedere la loro liberazione

"Rivolgiamo un appello al presidente del Sudan, Omar Hassan Al Bashir, affinché dia l'ordine di scarcerare sei dottori che avevano organizzato uno sciopero per chiedere migliori condizioni di lavoro e una paga più adeguata per i medici in Sudan".
E' quanto si legge in una nota di 'Italians for Darfur', organizzazione promotrice della campagna per i diritti umani in Sudan, che sostiene e rilancia l'iniziativa del Presidente dell'Associazione medica mondiale, Dana Hanson, che ha scritto una lettera aperta alle autorità sudanesi per chiedere il rilascio dei sei colleghi arrestati la scorsa settimana.
"Secondo quanto denunciato dalla World Medical Association e da attivisti sudanesi, i medici - sottolinea Italians for Darfur - oltre ad essere stati arrestati senza un'accusa definita, sarebbero stati brutalmente picchiati. L'Associazione Medica è profondamente preoccupata e segue con apprensione e riguardo la situazione di questi sei dottori ai quali è stato negato il diritto fondamentale di un giusto e imparziale processo".
"Il timore della nostra e di altre organizzazioni per i diritti umani - si legge ancora nella nota - è che questi prigionieri, come molti altri, siano esposti a maltrattamenti e torture nonostante la loro 'colpa' sia solo quella di aver costituito un comitato che ha lanciato dal 2003 una campagna per migliorare le condizioni in cui è costretta a lavorare la categoria dei medici. Sono state organizzate negli anni diverse iniziative e scioperi, tra cui l'ultimo che ha determinato i loro arresti. I dottori Alhadi Bahkit, Ahmed Alabwabi, Ashraf Hammad, Mahmoud Khairallah, Abdelaziz Ali Jamee e Ahmed Abdallah Khalafallah, rappresentano i volti e i nomi - conclude Italians for Darfur - di una moltitudine di vittime senza nome ma ugualmente oppresse". All'appello ha già aderito il presidente della Commissione Diritti Umani, il senatore Pietro Marcenaro, il quale chiede che i sei medici imprigionati siano liberati.

Roma, 22 giugno 2010