Il blog di Italians for Darfur

martedì, settembre 28, 2010

Il Sud Sudan prepara le milizie rurali alla difesa dai guerriglieri LRA

In risposta al susseguirsi delle sempre più numerose incursioni delle milizie del Lord's Resistence Army, il governo del Sud Sudan ha deciso di armare le proprie milizie di autodifesa con nuove e più efficaci armi da guerra, che andranno a sostituire i machete e le armi da taglio finora utilizzate solo a scopo difensivo nelle aree rurali del sud.
Ex comandanti del SPLM dovrebbero seguire l'addestramento delle milizie alle nuove armi e occuparsi del ritiro delel stesse al termine dell'emergenza, almeno fino alle elezioni del gennaio 2011.

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Khartoum prepara nuove mosse per riacquistare la fiducia internazionale

Secondo fonti informate, il National Congress sudanese si sta muovendo al fine di uscire dalla lista nera dei Paesi canaglia per terrorismo e violazione dei diritti umani, nel tentativo di collaborare in materia di intelligence, specialmente dopo che dallo stesso NCP era arrivata la conferma che effettivamente la secessione del Sudan meridionale è diventata una questione di tempo. Si succedono così nuovi tentativi di apertura e cooperazione con la comunità internazionale, in particolare nel campo del terrorismo e l'espansione della rappresentanza diplomatica, in particolare con i paesi occidentali, un modo per svoltare rispetto alla crisi tra il Presidente e il Tribunale Penale Internazionale. Tra i nuovi propositi del governo sudanese anche quello di trovare nel sostegno internazionale delle alternative economiche, soprattutto agricole e industriali al mancato introito di petrodollari dopo la secessione del Sudan meridionale.
Una delle mosse più accreditate è che i sudanesi vogliano cosnegnare Ahmad Muhammad Harun, terrorista internazionale legato ad Al Qaeda per il quale è stato da tempo spiccato un mandato di arresto internazionale per crimini contro l'umanità proprio in Darfur, Sudan. Harun avrebbe tuttavia già predispsoto l'invio di centinaia di veicoli che trasportano armi pesanti e carri armati, nel sud Kordofan e nuovo allarme e tensioni si sono diffusi in molti siti,soprattutto al confine con il Sudan meridionale.

Il rischio paventato è che Harun, voglia scatenare un nuovo conflitti etnico, soprattutto nella zona di Abyei, e in un certo numero di stati del sud, al confine meridionale dello stato del Kordofan.

martedì, settembre 21, 2010

Giornata mondiale per la pace in Sudan

Un cerchio di tamburi per battere un colpo per la pace in Sudan
Eventi in 14 capitali compresa Roma. Appello ai leader mondiali.
Frattini: Italia, Paese garante, manterrà impegni

Migliaia di attivisti di 14 diverse nazioni hanno partecipato oggi a una giornata di attivismo coordinata a livello mondiale per chiedere ai leader che si riuniranno da domani all’Assemblea delle Nazioni Unite di non sottovalutare i conflitti in atto in Sudan, che rischiano di trasformarsi in una nuova guerra civile in vista del referendum per l’indipendenza del Sud Sudan fissato per il gennaio 2011.
'Italians for Darfur', tra i promotori dell'iniziativa con Human Rights Watch e Save Darfur Coalition, ha organizzato a Roma, al Circo Massimo, un Drum Circle con il testimonial Tony Esposito.
L’evento è inserito nell'ambito della campagna Sudan365 promossa da una coalizione internazionale di 26 organizzazioni e associazioni impegnate nella difesa e la promozione dei diritti umani.
Dal Kenia alla Gran Bretagna, dall’Italia agli Stati Uniti, dall’Egitto alla Danimarca, gli attivisti di ‘A Beat for peace’ sono scesi contemporaneamente in piazza per manifestare sostenuti da famosi musicisti come Stewart Copeland dei Police, Phil Selway dei Radiohead, Nick Mason dei Pink Floyd, Will Champion dei Coldplay e Tony Esposito per l'Italia.
"Attraverso la nostra azione – ha ricordato Antonella Napoli, presidente di Italians for Darfur, nel corso della manifestazione - chiediamo ai leader mondiali di essere più vigili in vista del referendum per l’indipendenza del Sudan meridionale, previsto dal Comprehensive Peace Agreement siglato il 9 gennaio 2005 ponendo fine a una guerra civile durata oltre 20 anni e che ha causato la morte di 2 milioni di civili. Da tempo denunciamo che il percorso verso questo importante appuntamento è irto di insidie – ribadisce la Napoli - e si sta svolgendo in un contesto instabile. Se il Cpa venisse disatteso, un nuovo scontro tra Nord e Sud sarebbe inevitabile e tutti gli accordi presi nel frattempo non sarebbero più validi. In questo contesto è fondamentale l’impegno assunto dal ministro Frattini, che ringraziamo per il messaggio di sostegno che ci ha inviato, il quale ha ribadito che l’Italia continuerà a essere Garante di quell’Accordo ¬– ha concluso la presidente di Italians for Darfur - e farà quanto politicamente e diplomaticamente possibile per scongiurare una recrudescenza del conflitto".



GIORNATA MONDIALE DELLA PACE IN SUDAN
(19 settembre 2010)

MESSAGGIO DI SALUTO DEL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI
ON. FRANCO FRATTINI

Desidero innanzitutto esprimere il mio apprezzamento per l’iniziativa di
quest’oggi, che testimonia il vivo interesse che il complesso scenario sudanese
suscita nell’opinione pubblica. Tutti - ciascuno secondo le proprie responsabilità
- sono chiamati a offrire il proprio contributo per costruire la pace e promuovere
il benessere che l’intero popolo sudanese merita.

Dal 2005 il Sudan sta percorrendo la strada dell’attuazione dell’Accordo
Globale di Pace, che ha posto fine alla ventennale guerra civile tra il Nord ed il
Sud del Paese. Un cammino non esente da difficoltà, lungo il quale l’Italia -
testimone dell’Accordo - ha contribuito con il proprio impegno alla promozione
dei processi di riconciliazione nazionale sudanesi. Tra le tappe fondamentali
poste dall’Accordo di pace sul percorso sudanese verso la pacificazione figura la
celebrazione del referendum del prossimo 9 gennaio, quando i cittadini del Sud
Sudan si pronunceranno sull’autodeterminazione. L’adeguata preparazione del
referendum e un suo svolgimento corretto e credibile rappresentano condizioni
essenziali per garantire la pacifica e proficua coabitazione tra Nord e Sud, che
dovranno continuare a coesistere anche dopo il referendum, quale che ne sia
l’esito. In una fase così delicata, l’Italia non intende fare mancare il proprio
tradizionale sostegno per la pace in Sudan. Manterremo dunque il nostro
impegno per favorire, nei fori internazionali e regionali in cui siamo attivi, il
dialogo fra le parti sudanesi affinché esse sciolgano gli attuali nodi nella
preparazione del referendum e procedano in maniera costruttiva nei negoziati
per la definizione degli assetti post-referendari.

Il nostro Paese è tradizionalmente impegnato per lo sviluppo del Sudan. Le
nostre iniziative di cooperazione, sostanziatesi in finanziamenti per 75 milioni di euro nell’ultimo quinquennio, hanno privilegiato in particolare la regione del
Sudan Orientale e del Sud Sudan, focalizzandosi sui settori della salute,
dell’istruzione, dello sviluppo urbano e rurale. In Sudan Orientale ci viene
riconosciuto il ruolo di partner più autorevole per lo sviluppo.

Rimane fermo il nostro sostegno politico e finanziario alla mediazione
internazionale per la soluzione della crisi in Darfur. Di recente abbiamo erogato
1,5 milioni di euro, d’intesa con l’Unione Africana, per il finanziamento del
Panel di alto livello guidato dall’ex Presidente Mbeki con il compito di favorire
l’attuazione dall’Accordo di pace del 2005 e promuovere la soluzione della crisi
darfuriana. Una pace duratura e sostenibile in Darfur non potrà prescindere da
un pieno coinvolgimento della popolazione darfuriana nel processo di
riconciliazione, dal serio impegno per risolvere le cause profonde della crisi e
dal convinto perseguimento della giustizia. A tale proposito, la collaborazione
del Sudan con la Corte Penale Internazionale e il pieno rispetto dei diritti umani
nel Paese rimangono essenziali.

L’Italia sta quindi facendo la propria parte con senso di responsabilità ed
equilibrio, consapevole della serietà delle sfide ma anche delle opportunità che
si dischiuderanno nei prossimi mesi per ridare speranza alla pacifica convivenza
in Sudan.

domenica, settembre 12, 2010

Ribelli: Khartoum arma i guerriglieri del LRA

Ribelli del Liberation and Justice Movement hanno denunciato un attacco di almeno 20 giovani combattenti del LRA contro proprie riservette a Dafak, nel Sud Darfur, l'8 settembre scorso.
Una delle ipotesi che circola da tempo in Sudan, tra i movimenti ribelli, è che il governo sudanese, dopo le politiche di favoreggiamento dell'immigrazione araba in Darfur e nella provincia di Abyei, stia armando i guerriglieri del famigerato Lord's Resistence Army, per disseminare il panico tra gli elettori, prossimi all'appuntamento del 9 Gennaio 2011. Tra le razioni di cibo rinvenute ai guerriglieri catturati il dicembre scorso in Sud Sudan, sarebbero state rinvenute, infatti, alimenti di indubbia provenienza dal Nord Sudan, come il Dak.

Nella foto, una delle migliaia di vittime del Lord Resistence Army, nella lista nera delle Nazioni Unite per crimini contro l'umanità: i guerriglieri sono soliti mutilare i sopravvissuti agli scontri.

Approfondisci:
- LRA: i guerriglieri ugandesi seminano il panico tra i profughi darfuri al confine

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Nuovi scontri in Darfur provocano decine di vittime

Tabarat è un villaggio nel Nord Darfur, uno come tanti. Al centro, il mercato. Improvvisamente, uomini armati colpiscono i civili davanti ai bazar, uccidendone almeno 50 e ferendone a decine. E' successo giovedì.
In un altro villaggio del Darfur Occidentale, vicino a Zalingei, altre sei persone risultano morte e 20 ferite al termine di pesanti scontri protrattisi tutta la notte di sabato scorso.
Lo si legge nell'ultimo rapporto dell'UNAMID, la missione di pace congiunta ONU e Unione Africana in Darfur.

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martedì, settembre 07, 2010

A cinque mesi dal referendum in Sud Sudan, esce "Renewing the Pledge", il nuovo dossier in italiano co-prodotto da Italians for Darfur



disegno di Emilio Caccaman,
siciliano, editore e disegnatore di fumetti,
che da anni sostiene la campagna per i diritti umani in Darfur
(clicca sull'immagine per vederla a migliore risoluzione).


A cinque mesi dal referendum sull'indipendenza del Sudan, il Sudan è drammaticamente impreparato all'evento, secondo quanto emerge dal nuovo rapporto pubblicato da una coalizione internazionale di 26 organizzazioni umanitarie e sui diritti umani, tra cui, per l’Italia, Italians for Darfur Onlus.

Sul sito è ora disponibile l'edizione in Italiano dello stesso, grazie ai bloggers della rete di supporto all'associazione, ed è scaricabile all'indirizzo "Renewing the pledge"

Il rapporto chiede un'azione urgente dei capi di Stato africani che si sono riuniti in uno dei più importanti summit dell'Unione Africana in Uganda, dal 19 al 27 luglio scorso.
Nel nuovo rapporto unificato Renewing the Pledge: Re-Engaging the Guarantors to the Sudanese Comprehensive Peace Agreement, la coalizione internazionale avverte: “Le lancette battono velocemente verso quello che potrebbe essere il più importante appuntamento nella storia moderna del Sudan – due referendum in Sudan che potrebbero sfociare nella rottura del più grande stato africano.” In aggiunta al referendum sull'indipendenza del Sud, un altra votazione avrà luogo simultaneamente nell'area di Abyei, per determinare se unirsi o meno al Sud Sudan.

LINK: scarica il dossier in italiano "Renewing the pledge", un'altra iniziativa della campagna internazionale SUDAN365.


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InvFactor dichiara guerra all'ignoranza

Una iniziativa di solidarietà unisce Italians for Darfur a “Inv Factor – anche tu genio!”, il progetto di valorizzazione del talento e delle intelligenze dei giovani italiani dai 15 ai 19 anni pensato da Leo Sorge e Rossella Palomba, che ha ricevuto la Medaglia di rappresentanza del Presidente della Repubblica.
Inv Factor si rivolge ai giovani studenti, mentre Italians for Darfur si occupa di solidarietà in Sudan: ecco la decisione di aiutare una scuola delle aree più depresse della grande nazione africana, sconvolta da guerre civili sconfinate nel genocidio. La scuola verrà finanziata direttamente, grazie anche all'aiuto di difensori dei diritti umani sudanesi e operatori umanitari in loco.
L'appuntamento con il talento innovativo delle nuove generazioni è martedì 7 settembre a Roma presso lo Spazio Europa (via IV Novembre, 149) e prevede l’esposizione al pubblico delle invenzioni finaliste dalle ore 10.00 alle 14.00, mentre la premiazione dei vincitori avrà luogo alle 12.30.

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giovedì, settembre 02, 2010

SPLM: Khartoum finanzia l'insediamento di nomadi arabi nel Sud Sudan in vista del referendum

Il portavoce del Sudan People Liberation Movement, Yasir Arman, ha riferito oggi ai microfoni di Reuters che il National Congress Party starebbe finanziando l'insediamento di popolazioni nomadi Arabe nel nord della regione di Abyei, nella zona più critica al confine tra Nord e Sud Sudan, per modificare il peso demografico del voto refrendario del 9 gennaio prossimo sull'indipendenza del Sud Sudan.

La regione di Abyei, per la sua ricchezza di greggio, è tra le regioni da sempre più contese tra Nord e Sud del Paese.

Anche l'International Crisis Group avrebbe osservato dislocazioni di forze militarizzate lungo i confini, auspicando l'aumento dei controlli del contingente delle Nazioni Unite, sempre più criticate per i costi e le lentezze burocratiche, a fronte di risultati poco confortanti sul piano della sicurezza nella regione.

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