Il blog di Italians for Darfur

sabato, maggio 17, 2014

Avvocato Meriam ottimista, nostra battaglia continua. Superate 5300 firme

Oltre 5 mila firme raccolte in poche ore dalla petizione lanciata da Italians for Darfur per chiedere la sospensione della pena di morte per Meriam e centinaia e centinaia di mail di adesione all’appello di Amnesty International con cui si esorta il governo sudanese a garantire che Meriam Yehya Ibrahim sia rilasciata immediatamente e incondizionatamente perché è una prigioniera di coscienza, condannata solo a causa delle sue convinzioni religiose. Questo è molto altro è scaturito dalla mobilitazione per il caso della 27enne sudanese, incinta all’ottavo mese e madre di un bimbo di un anno e mezzo, condannata a morte per apostasia e adulterio. E la nostra azione continua. 
Chiediamo al governo del Sudan di rispettare il diritto alla libertà di religione, come dal 2005 è sancito nella Costituzione. Siamo certi che il giudizio finale sarà ben diverso da quello del Tribunale di primo grado come ci confermano Khalid Omer di Sudan Change Now, ong partner di Italians for Darfur, e l’avvocato di Meriam, Mohamed Jar Elnabi il quale sostiene anche che la costituzione del Sudan permette la conversione religiosa senza restrizioni. 
Elnabi è molto ottimista sul fatto che la corte d'Appello possa invertire la sentenza emessa dal giudice che ha avviato il procedimento a seguito della denuncia del fratello e degli zii paterni della ragazza. Oltre a continuare la raccolta di firme per Meriam sosteniamo l’appello lanciato dalla sezione Africa di Amnesty International che chiede di inviare mail che ‘invitino’ il governo del Sudan ad abrogare gli articoli 126 e 146 che criminalizzano l'apostasia e l'adulterio, in conformità degli obblighi del Sudan in base al diritto internazionale dei diritti umani e di stabilire una moratoria sulle esecuzioni, come primo passo verso l'abolizione della pena di morte e di fustigazione.