Il blog di Italians for Darfur

sabato, giugno 21, 2014

La Commissione per i diritti umani del Sudan notifica al governo l'incostituzionalità della condanna a morte di Meriam

times-meriam-sudan-home

(Fonte: Tempi.it) Articolo tratto dall’Osservatore Romano – La Commissione nazionale per i diritti umani del Sudan ha ritenuto incostituzionale la condanna a morte inflitta lo scorso 15 maggio da un tribunale di Khartoum a Meriam Yahia Ibrahim Ishag, la donna giudicata colpevole di apostasia in quanto definita appartenente all’islam perché figlia di un musulmano, ma in realtà cristiana da sempre. Meriam è infatti cresciuta nella religione della madre, una cristiana ortodossa etiope, abbandonata dal marito sudanese dopo la sua nascita (qui la sua storia completa e qui tutti gli articoli di tempi.it sulla sua vicenda, ndr).

Il parere della Commissione è stato riferito da Italians for Darfur, l’organizzazione non governativa che si è particolarmente mobilitata sulla vicenda. Secondo la Commissione, l’interpretazione della sharia, la legge coranica in vigore in Sudan dal 1983, fatta propria dal tribunale contrasta con l’articolo 38 della Costituzione del 2005 che garantisce a tutti i cittadini piena libertà di culto. La Commissione, che ha comunque un ruolo solo consultivo, interviene sulle segnalazioni di violazioni dei diritti e della libertà.
A consegnare a Italians for Darfur il testo del parere della Commissione è stata l’ambasciatore sudanese in Italia, Amira Daoud Gornass, la quale si è detta convinta e che sia stato imboccato un percorso che porterà all’annullamento della sentenza del 15 maggio.

Antonella Napoli, presidente dell’organizzazione non governativa italiana, ha riferito che la Commissione ha tenuto la scorsa settimana un incontro straordinario sul caso di Meriam e ha inviato le conclusioni al presidente sudanese Omar Hassam el Bashir. Nel documento si suggerisce al Governo del Sudan di adempiere ai testi dei trattati e delle convenzioni costituzionali e internazionali dei quali è firmatario per garantire l’applicazione dei diritti umani. Napoli ha aggiunto che «la Commissione ha rilevato una gestione non professionale del caso di Meriam da parte di specifici organi. Il giudice d’appello non dovrà quindi tenere conto del giudizio in primo grado e dovrà basarsi solo sulla Costituzione».
Meriam Yahia Ibrahim Ishag, da mesi in carcere insieme con il figlio Martin, di venti mesi, ha partorito a fine maggio all’interno della prigione la sua secondogenita,Maya.

Etichette:

mercoledì, giugno 18, 2014

Nuovi raid aerei in Sudan, colpito ospedale di Medici senza frontiere

Riprendono i bombardamenti delle forze armate sudanesi e durante un attacco aereo contro un villaggio del Sudan, è stato colpito e parzialmente distrutto un ospedale gestito dall'organizzazione medico-umanitaria Medici senza Frontiere nella regione del Sud Kordofan, già devastata dalla guerra, privando i civili di assistenza medica cruciale.
A darne notizia la stessa organizzazione che attraverso un comunicato ha riferito che lunedì 15 giugno sono state sganciate numerose bombe sul villaggio di Farandalla, due hanno colpito l'ospedale. Il raid ha causato il ferimento di cinque persone, mentre un operatore di Msf è stato colpito all'ospedale. Le equipe dell'organizzazione hanno curato le persone colpite e organizzato il trasferimento di tre feriti gravi in un altro ospedale.
"Siamo scioccati dal fatto che una struttura medica possa essere bombardata, soprattutto perché era identificata in modo molto chiaro da una bandiera e da una croce sul tetto", ha detto Brian Moller, capomissione Msf nel paese.
"Avevamo anche comunicato preventivamente la posizione dell'ospedale alle autorità di Khartoum", ha aggiunto. Al momento dell'attacco lo staff dell'ospedale ha evacuato i pazienti in luoghi vicini, poi i medici sono tornati per curare le persone ferite durante il bombardamento.
Msf chiede il rispetto di pazienti, staff e strutture mediche nel Sud Kordofan. Diverse altre strutture mediche nell'area sono state bombardate nelle ultime settimane. Le bombe hanno distrutto il pronto soccorso, la sala per le medicazioni, la farmacia e la cucina dell'ospedale.
"I danni all'ospedale di Farandalla sono significativi ma Msf continuerà a lavorarci", ha aggiunto Moller.
La struttura Msf, che comprende sia reparti per visite ambulatoriali che per ricoveri, ha iniziato le attività nel 2012. Da allora sono state effettuate circa 65 mila consultazioni mediche, oltre a circa 2.300 ricoveri. Msf è una delle poche organizzazioni che forniscono cure mediche nel Sud Kordofan. Oltre a gestire la struttura di Farandalla, l'organizzazione supporta cinque centri sanitari nella zona.

lunedì, giugno 16, 2014

Mohamed Salah, attivista detenuto e torturato in Sudan, rischia la propria vita in carcere

Un altro caso scuote l'opinione pubblica sudanese, dopo quello di Meriam, la donna cristiana, madre di due figli, ancora agli arresti per apostasia e per la quale tutto il mondo si è mobilitato (www.italianblogsfordarfur.it/petizione).

Da un mese circa, ma la notizia è trapelata solo in questi giorni, Mohamed Salah, attivista per i diritti politici e civili è stato arrestato dai servizi di sicurezza governativi a breve distanza dall'ultima detenzione, da marzo ad aprile scorso. L'attivista, secondo i testimoni, è stato fermato a un posto di blocco nei pressi dell'Università di Khartoum.

Ogni richiesta di visita dei familiari alla sua cella è stata respinta per settimane, senza motivazioni, dal NISS, contrariamente a quanto previsto dalla legge sudanese. 

La famiglia ci ha scritto che è riuscita a vedere il ragazzo dopo 32 giorni nella prigione di Kober, a Bahri, Khartoum, due giorni fa, il 14 giugno scorso. Secondo il racconto dei familiari, Mohamed avrebbe perso, per giorni, la facoltà di camminare, forse per le percosse subite dai carcerieri. Numerosi erano i segni delle percosse e le ferite sul volto e sulle mani, ricoperte di bende e garze. Anche il suo occhio destro avrebbe subito gravi limitazioni nella visione.

Italians for Darfur Onlus rilancia immediatamente l'appello dei familiari, affinchè Mohamed Salah, attivista sudanese, venga rilasciato e vengano accertate le responsabilità per le torture e i metodi inumani di detenzione e durante l'interrogatorio. 


Firmano l'appello la madre Zainab, il padre Mohamed e i fratelli Baderldin e Walaa.


Etichette: , , ,

EVENTO: "Facciamo squadra con i rifugiati", Roma 19 Giugno 2014



Roma, 19 giugno: Unhcr e Mondo Digitale raccontano le storie


Giovedì 19 giugno, alle ore 17, presso il Centro sportivo dell’Istituto Santa Maria di Roma (via Matteo Boiardo 28), si scende in campo per la partita di calcio solidale Io ci sono, in occasione della Quarta Giornata Mondiale del Rifugiato, appuntamento annuale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.


“Lo slogan che l’Unhcr ha scelto quest’anno è Una storia dietro ogni numero, e noi della Fondazione Mondo Digitale di storie da raccontare ne abbiamo tante, a cominciare da quella del nostro direttore scientifico, il professor Alfonso Molina, ex rifugiato politico che ha portato al successo il nostro lavoro per l’integrazione”, ha detto Mirta Michilli, direttore generale della Fondazione Mondo Digitale.


In campo ci sarà anche un po' di Italians For Darfur! Tra i “convocati”, infatti, c'è anche Leo Sorge, nostro amico dei primi anni di esistenza di I4D. Leo è uno dei maker del FabLab Innovation Gym che Mondo Digitale ha pensato per innovare sul territorio.


Tante le novità di quest’anno legate all'evento, che non è solo sportivo: dalla presentazione dei dati sull’integrazione a cura del Centro studi e ricerche Idos all’estrazione del premio di solidarietà, dedicato al pubblico presente. E la neonata webradio del Liceo Kennedy di Roma farà la radiocronaca da bordo campo: ascoltatela!

Etichette: , , ,

Bologna accanto a "Italians for Darfur" per la liberazione di Meriam

Bologna in piazza per chiedere che Meriam Ibrahim Ishag, la giovane condannata a morte per apostasia in Sudan, sia scarcerata. La presidente del Consiglio Comunale, Simona Lembi, ha promosso un'iniziativa per sostenere la nostra campagna per Meriam e per la liberazione delle 276 studentesse nigeriane rapite da Boko Haram. Il presidio pubblico si terrà stasera in piazza Nettuno. Dopo l'intervento della presidente Lembi prenderanno la parola anche don Giovanni Nicolini e Karin Pallaver, docente di Storia dell’Africa, e concluderà il sindaco Virginio Merola. Come ha ricordato la presidente Lembi nel messaggio con cui annunciava questa iniziaitiva, Meriam è ancora in carcere e delle sorti delle ragazze rapite molte settimane fa da un gruppo terroristico, ancora non si sa nulla ed è per questo che Bologna, sottolinea Lembi, "ha deciso di manifestare il proprio impegno a favore della libertà religiosa e ribadire che nascere uomo o donna non sia causa di discriminazione in nessuna parte del mondo". Alla presidente Lembi, al sindaco Merola e a tutti i bolognesi rivolgiamo un caloroso saluto e un immenso ringraziamento!