Il blog di Italians for Darfur

mercoledì, aprile 29, 2015

Il Governo del Sudan accusa UNAMID di omicidio

Il Ministero degli Affari Esteri ha, oggi, accusato la missione mista dell'Unione Africana e delle Nazioni Unite per la regione del Darfur (UNAMID) di aver ucciso la scorsa settimana sette civili nella suddetta Regione del Paese. 
Il Capo del Dipartimento della Pace e degli Affari Umanitari del Ministero, Yamal al Sheji, ha detto in una conferenza stampa che quattro dei civili sono stati uccisi a "sangue freddo" dopo averli trattenuti nella sede della missione nella zona di Kas, nella provincia del Darfur del Sud (nel Sudan Occidentale).
In questo stesso modo, ha aggiunto che altri tre civili sono stati assassinati gli scorsi giovedì e venerdì con degli colpi sparati dai soldati di UNAMID. 
Lo scorso venerdì, UNAMID ha annunciato che almeno quattro persone armate sono state uccise e sei uomini della missione sono rimasti feriti nella Provincia. 
Al Sheij, dopo aver negato che gli uomini deceduti avessero attaccato UNAMID, ha rivelato che il suo Paese ha formato una commissione presidenziale per investigare sulle circostanze degli avvenimenti il cui rapporto finale dovrebbe essere pubblicato il prossimo mercoledì.
Anche il leader della tribù di Al Zagaua, Um Kamlati Hanu, ha affermato che gli stessi uomini armati appartenevano al suo gruppo e che non avevano intenzione di attaccare i soldati di UNAMID ma che stavano inseguendo dei ladri. 
Il passato lunedì, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha espresso la sua "profonda preoccupazione" per i due attentati consecutivi contro UNAMID e per la "limitata cooperazione" del Governo del Sudan. 
L'8 aprile -prima della proclamazione della vittoria alle elezioni- il presidente del Sudan, Omar Hassan al Bashir, aveva assicurato che la regione del Darfur già non necessitava di UNAMID perché la situazione -a suo avviso- stava tornando alla normalità.
Il Governo del Sudan si è pronunciato, nonostante il Darfur, dal 2003, è scenario di un conflitto che ha causato almeno 300 mila morti e quasi 3 milioni di rifugiati.

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