Il blog di Italians for Darfur

lunedì, settembre 03, 2018

Impegno per Noura e per le altre spose bambine continua. Non lasciamole sole

Pubblichiamo una lettera di una delle attiviste che più si sono spese per la vicenda di Noura Hussein.
Comunque si concluda il caso di questa giovane costretta a sposarsi forzatamente quando era solo un’adolescente, se il tema delle spose bambine è stato di nuovo posto all’attenzione dell’opinione pubblica è proprio grazie a persone come Sodfa. Felici di poter collaborare con attiviste valide come lei.

Scrivere queste righe non è semplice: pensare alla triste vicenda di Noura e all’incredibile solidarietà ricevuta è un insieme di emozioni.

Vorremmo tanto ringraziare ogni persona singolarmente, conoscere i vostri nomi, e chiedervi cosa avete provato quando avete sentito parlare di Noura; ma questo non ci è per il momento possibile. Quello che possiamo fare, per ora, è chiedervi di continuare a mostrare questa solidarietà, a prova che siamo capaci di essere umani oltre i confini.

Il caso di Noura ha scaturito in noi la voglia di non fermarci, e di raggiungere tutte quelle ragazze che sono intrappolate in violenze come quelle che Noura ha subito. Noura non è ancora salva: avremmo tanto voluto annunciarvi che giustizia è stata fatta, ma per il momento lei ha deciso di non fare ricorso ed accettare i cinque anni di reclusione.

Per noi non è una sconfitta, ma una grave caduta dalla quale ci rialzeremo più forti. Il silenzio, da parte nostra, è un tentativo di non aggravare la situazione delicata di Noura; ma questo non significa che ci siamo rassegnate a parlare della condizione delle donne in paesi come il Sudan.

Non ci siamo fatte problemi a denunciare in modo chiaro e lineare, a chi di competenza, le diverse violazioni dei diritti umani presenti nel Paese. Lo abbiamo sempre fatto con modestia, facendoci portavoci delle eroine e degli eroi che combattono quotidianamente in Sudan. Questo è il nostro ruolo e continuerà ad esserlo, perché crediamo nel sostenere e raccontare le storie di coloro che sono direttamente sul campo.

Sempre in silenzio ci siamo tirate indietro, quando la vicenda di Noura ha iniziato a decentralizzare l’attenzione sulla vittima, focalizzandosi sul ruolo dei suoi genitori. Abbiamo reso chiara la nostra posizione, senza permetterci di ledere il caso di Noura in sè. Ma, a differenza di altri, abbiamo chiesto con determinazione la responsabilità del padre di Noura in questa vicenda. Non abbiamo accettato né condiviso che la povertà potesse essere una scusa per forzare una figlia al matrimonio: non accettiamo nessuna giustificazione per la violenza.

Ovviamente, condanniamo fortemente gli episodi di violenza e di minacce di cui la famiglia di Noura è vittima; ma, allo stesso tempo, non siamo più disposte a chiudere un occhio di fronte alla violenza, nascondendoci dietro alle circostanze. Crediamo fortemente nei diritti dei bambini e delle donne, ed alcuna circostanza può giustificare la violenza nei confronti di una adolescente, costretta in un matrimonio, e vittima di violenza fisica e psicologica.

Nel buio e nella tristezza di questa vicenda, lo spiraglio di luce è stato dato da ogni persona che ha contribuito a parlare della storia di Noura. La solidarietà ha riscaldato il cuore di Noura, ed ha dato a noi la forza di batterci per lei. Per questo, con un grazie, vi chiediamo di continuare a sostenerci le future battaglie che promuoveremo. Non abbiamo intenzione di fermarci qui, perché ci sono tante altre “Noura” e noi abbiamo intenzione di trovarle e portare la loro voce oltre i confini.

Sodfa