Il blog di Italians for Darfur

venerdì, novembre 24, 2006

In Darfur si continua a morire

Scritto da: Giuseppe C.

Il conflitto in Darfur si sta trasformando sempre più in una carneficina mentre gli occhi della Comunità Internazionale assistono inermi ai ripetuti massacri che dal 2003, anno di inizio della guerra civile, avvengono in questa regione occidentale del Sudan.
L'ultimo rapporto del procuratore della Corte Penale Internazionale traccia un quadro allarmante della situazione: Il governo di Khartoum sta compiendo indagini fittizie dalle quali risulta che i crimini commessi in Darfur non hanno rilevanza internazionale.
Si tratterebbe solo di circostanziati episodi di stupro e ricettazione, niente a che vedere quindi con le ripetute violazioni di diritti umani accertate dalla Commissione di inchiesta sul Darfur istituita dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU nel 2004.
La stessa Commissione ha escluso il genocidio nel novero dei crimini commessi in Darfur per la mancanza dei criteri necessari al fine di identificare più crimini come genocidio.
Difatti affinché sussista genocidio è necessario trovarsi in situazioni che prevedono:

  • atti qualificati attraverso i criteri dell'art.2 della Convenzione contro il Genocidio;
  • l'identificazione del gruppo colpito;
  • il dolo SPECIFICO.

Ed è proprio questo l'elemento decisivo:secondo la Commissione d'Inchiesta presieduta dal Prof.Antonio Cassese in Darfur mancherebbe la volontà preordinata di eliminazione del gruppo colpito.
Eppure le frammentarie notizie che provengono dalla regione ci parlano di crimini sempre più violenti commessi dalle milizie arabe dei Janjaweed, sulle cui spalle si affaccia l'ombra di Bin Laden e Al Qaeda, contro la popolazione africana di origine cristiana del Darfur.
Non è la prima volta che il Sudan viene accostato all'organizzazione terroristica: alla fine degli anni '90 il Sudan ha ospitato Osama Bin Laden e il suo braccio destro Ayman al-Zawahiri.
Migliaia di combattenti islamici provenienti dall'Afghanistan e dal Pakistan si stanno unendo ai janjaweed e i primi risultati si vedono sul campo:i "diavoli a cavallo" hanno abbandonato il loro cammelli, ora combattono con Jeep 4X4 nuove di zecca.
Nel frattempo i 7000 soldati dell'Unione Africana assistono inermi al massacro dei Fur, la popolazione del Darfur di orgine africana e il governo di Khartoum,per bocca del suo Presidente al-Bashir, non consentirà che "il territorio sudanese sia invaso dalle truppe dell'ONU".
Il consiglio di Sicurezza dell'ONU infatti, con la risoluzione 1706 del 31 Agosto scorso, ha previsto l'invio nella regione di 17.000 caschi blu: la risoluzione è passata però solo grazie ad un accordo raggiunto con la Cina, grande acquirente del petrolio sudanese e grande venditrice di armi al Paese africano, che minacciava di porre il veto alla risoluzione se non fosse stata inclusa la clausola di vincolare il dispiegamento delle forze dell'ONU al consenso del governo Sudanese.
Cavilli burocratici ed equilibri geopolitici condizionano la Comunità Internazionale: nel frattempo, in Darfur, si continua a morire.