Il blog di Italians for Darfur

giovedì, agosto 09, 2007

Jihad on Horseback: i media arabi censurano il conflitto in Darfur.

Sin dalla sua nascita, il movimento on-line Italian Blogs for Darfur ha posto l'accento sul rapporto assai sottile tra i media italiani e le crisi umanitarie, denunciando, grazie al rapporto "Crisi dimenticate" di Medici Senza Frontiere e Osservatorio di Pavia, il silenzio dell'informazione italiana sul massacro in Darfur. Nel 2005 e nel 2006, infatti, solo poco più di un'ora è stata dedicata alla crisi in Darfur. L'approvazione di un contingente ONU e l'attivismo dell'attrice statunitense Mia Farrow hanno aperto solo recentemente uno spazio un pò più ampio sul tema.

Per motivi diversi, tra cui l'appartenenza della quasi totalità della classe dirigente sudanese e delle milizie janjaweed all'etnia "araba", anche la stampa e le televisioni arabe evitano di documentare il conflitto in corso nella regione.

"In other regional conflicts, Arabs are the victims.
In Darfur, Arab militias are the perpetrators.
That’s not a popular topic.*"
Lawrence Pintak, Co-Editore di Arab Media & Society.

In realtà non mancano i tentativi di libera informazione, ma vengono stroncati sul nascere. E' quanto è accaduto, come segnala il blog Darfur Awareness, con il film-documentario Jihad on Horseback (Jihad ala Al Jiyad) di Nabil Kassem, produttore per Al-Arabiya, la cui trasmissione in Medio Oriente sarebbe stata bloccata da una telefonata del Presidente sudanese Omar Al-Bashir in Arabia Saudita.

Il documentario riporta scene di inaudita violenza e brutalità, testimonianze dirette di rifugiati e di donne stuprate davanti ai propri figli, immagini di interi villaggi distrutti e di miliziani janjaweed, nonché il segmento audio di un dialogo tra alcuni piloti delle forze aeree militari e combattenti sul terreno dal quale si evince una strategia di coordinamento degli attachi ai villaggi.

Il film, in due parti, è visionabile sul sito di Arab Media & Society: prima parte / seconda parte

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