Il blog di Italians for Darfur

lunedì, ottobre 01, 2007

Italia, Germania e Francia a confronto: a New York si parla -anche- di Darfur.


La 62sima Assemblea Generale dell'ONU si è aperta il 25 Settembre, al Palazzo di Vetro a New York. Si è parlato anche di Darfur. Lo ha fatto per primo il Segretario Generale Ban-ki Moon, rilanciando la via del negoziato di pace a fine ottobre in Libia. Un tavolo della pace che, disertato già in partenza dai più carismatici leader ribelli e dalla controparte civile - non invitata-, e alla luce degli accordi mai rispettati da parte di Karthoum, non potrà che essere fallimentare e lascierà spazio- mesi, anni- alle milizie della morte che colpiscono i villaggi in Darfur. L'attacco di un gruppo di ribelli ai caschi bianchi dell' Amis, che sia stato o meno supportato dal governo sudanese con armi e informazioni, è il primo segno di un equilibrio che sta per rompersi, quello che vede contrapposte forze governative e filo governative da una parte e forze ribelli dall'altra. Divide et impera. Era il 1985, quando la divisione dell'UMMA, il partito dominante, portò Sadiq-al-Madhi a strumentalizzare la dicotomia africani-arabi per dividere e guidare l'elettorato. Da allora ben poco è cambiato.
Al Palazzo di Vetro, anche i Capi di Stato Europei non hanno dimenticato il Darfur.

Prodi(Italia):

"Negli ultimi anni le Nazioni Unite hanno continuato a svolgere un ruolo centrale nella risoluzione delle dispute internazionali. I casi di Libano e Darfur dimostrano che se gli Stati membri vogliono far giocare un ruolo centrale alle Nazioni Unite, l'Organizzazione adempie al compito assegnato. [...] Ciò di cui abbiamo bisogno innazitutto è un'Organizzazione capace di rinnovarsi e adattarsi. Negli ultimi due anni il processo di riforma ha prodotto i suoi primi risultati positivi.
Le Nazioni Unite sono profondamente impegnate in Africa. oltre due terzi dei caschi blu sono stati dispiegati in Africa in missioni di peacekeeping. L'Italia perseguirà questo compito attraverso la fondazione del "Peace facility Fund" per l'Africa, la quale integrerà l'equivalente fondo europeo. Darfur e Somalia rimangono due delle nostre preoccupazioni centrali."

Sarkozy(Francia):

"Non ci sarà pace nel mondo finchè la comunità internazionale non resterà unita nella sua determinatezza di porre fine alle guerre nel Medio Oriente; se tollera l'orrore in Darfur; se volge un occhi ceco alla tragedia del Libano o al disastro umanitario della Somalia."

Merkel(Germania):

"Ognuno deve essere nelle condizioni di seguire la propria via - ma deve essere una strada all'interno della comunità internazionale, non al di fuori di essa. Questa strada prende chiaramente il via da ovunque vi siano massive violazioni dei diritti umani, come in Darfur. Una tragedia umanitaria vi ha luogo.
Troppo tempo è già stato sprecato. Ora è tempo di agire. Il crimine commesso non deve restare impunito."

Leggi: Guida alla risoluzione 1769 dell'ONU (EN)

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