Italians for Darfur e Articolo 21
Mannoia, Nava e Guerritore testimonial per il Darfur
Nel 5° anniversario dell’inizio della guerra iniziativa all'Auditorium di Roma
Con la proiezione del reportage “Andata e ritorno dall’inferno del Darfur” di Antonella Napoli ha preso il via all’Auditorium Parco della Musica la giornata dedicata al Darfur nel quinto anniversario dell’inizio del conflitto..
Fiorella Mannoia, Monica Guerritore e Mariella Nava, le testimonial dell'iniziativa promossa da Italians for Darfur e Articolo 21 "Diamo voce al Darfur".Con il patrocinio di Provincia e Comune di Roma l'evento, condotto da Mario Tozzi, ha raccolto le adesioni di: Save Darfur Coalition, Amnesty International, Comunita' Ebraica di Roma, Unione Giovani Ebrei Italiani, Campagna italiana per il Sudan, Nessuno Tocchi Caino, Tavola della Pace, Coordinamento Enti locali per la Pace e i Diritti, Bene' Berith Giovani.
Sono intervenuti, tra gli altri. Riccardo Pacifici, portavoce Comunità ebraica di Roma, Cristina Sossan, segretario della Campagna Italiana per il Sudan e Roberto Natale, presidente della Federazione nazionale della Stampa.
Particolarmente toccante il racconto di Suleiman Ahmed Hamed, un rifugiato del Darfur che ha perso una figlia 14enne in un bombardamento e che lotta per portare in Italia il resto della sua famiglia.
L’iniziativa si è conclusa con la proiezione del documentario "A Journey to Darfur" di George e Nick Clooney.Durante la serata sono stati diffusi dati aggiornati sulla crisi nella regione sudanese, forniti dalla Save Darfur Coalition, organizzazione che cura il coordinamento internazionale della campagna umanitaria.
Dal 18 febbraio scorso il Governo sudanese ha ripreso i bombardamenti aerei in Darfur, concentrando gli attacchi nei dintorni di Abu Sarraw, nella provincia Occidentale. Ufficialmente si è trattata di un’azione mirata contro i ribelli del Movimento di Giustizia ed Uguaglianza, uno dei gruppi che si contrappongono al regime di Khartoum, ma i rappresentanti di Ocha, il coordinamento delle Nazioni Unite per gli aiuti umanitari, hanno rilevato che le vittime dell’attacco erano tutti civili.
Negli ultimi 10 giorni le persone uccise sono state circa seicento, per lo più donne e bambini.
Dal 26 febbraio 2003 ad oggi le vittime stimate dall’Onu sarebbero tra le 200 e le 400mila (300mila certe per le Ong), mentre gli sfollati sfiorerebbero i tre milioni.
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