Il blog di Italians for Darfur

martedì, ottobre 21, 2008

Darfur, Darfur, Darfur ... on.line la newsletter di ottobre

di CattivaMaestra (Ib4D)

Mentre i governi del mondo progredito si arrovellano le meningi per arginare la crisi finanziaria, ci sono luoghi in cui per ora il crollo delle borse e dei mercati non cambiano sostanzialmente il quadro di miseria e desolazione che li contraddistingue. È il caso del Darfur, quella ferita ancora aperta nel cuore dell'Africa che nessuno sembra essere veramente interessato a sanare, almeno tra "i potenti". Si continua a morire in Darfur, a prescindere dal Dow Jones e da Lehman Brothers, dalle parole dei governi che hanno promesso aiuti, senza poi dare seguito alle loro parole con fatti e azioni concrete.

Nell'indifferenza di buona parte dei media, e purtroppo dell'opinione pubblica, Italians For Darfur continua la sua battaglia quotidiana per riportare un po' di luce e speranza in quell'angolo d'Africa così duramente martoriato. Lo si fa con gli strumenti che offre la Rete, con il passaparola e con un filo diretto con le aree di crisi del Sudan, da cui giungono periodicamente invocazioni di aiuto, cui è sempre più difficile dare risposta.

La recente iniziativa di Emergency per l'attivazione di un nuovo centro ospedaliero ha ridestato per un attimo l'attenzione sul Darfur, ma fatalmente si è finito per parlare più dell'iniziativa di Strada che delle cause della crisi e delle attuali condizioni dei milioni di donne, uomini e bambini che hanno perso tutto e ora vivono ammassati in sterminati campi profughi. Conoscere il Darfur, ciò che sta accadendo e comprenderne le cause non è sempre semplice. Per questo motivo, periodicamente Italians for Darfur rilascia una breve e circostanziata Newsletter. Un semplice documento in formato PDF che può essere condiviso in Rete, stampato e distribuito anche al di qua dello schermo. Uno strumento utile per incentivare una nuova consapevolezza sulla più grande crisi umanitaria dei nostri tempi. Bastano un click e un poco di buona volontà per strappare dall'oblio il Darfur. Cosa aspettate?

Ottobre2008

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