Il blog di Italians for Darfur

venerdì, dicembre 04, 2009

Un impegno rispettato e una nuova speranza

Approvato in Senato un ordine del giorno per sostenere la missione in Darfur
mentre cambia il comando di Unamid. Dal 1° gennaio arriva Gambari


Dopo la soddisfazione per l'approvazione al Senato dell'ordine del giorno promosso dalla nostra associazione e portato in aula dal senatore Pietro Marcenaro, che impegna il Governo a supportare la missione di pace in Darfur, accogliamo con ottimismo la notizia della nomina di Ibrahim Gambari a comandante della forza congiunta Onu-Unione africana che prenderà il posto, dal primo gennaio 2010, del dimissionario Rodolphe Adada.
L'ex inviato speciale in Myanmar si appresta ad affrontare un incarico per nulla semplice, soprattutto a fronte delle nuove tensioni e dei sempre più frequenti scontri nell’area, affatto pacificata come sostenuto dal comandante uscente di Unamid.
La speranza é che Gambari sia in grado di ridare slancio ed efficacia all'azione del contingente che finora non è stato posto nelle condizioni di svolgere appieno il proprio mandato, sia per carenze strutturali sia per l'ostruzionismo messo in atto dal Governo sudanese come denunciato recentemente dal segretario generale dell'Onu Ban ki Moon.
Augurandoci che Gambari riesca a fare meglio di Adada, secondo il quale la guerra in Darfur era finita e per questo aveva catalizzato su di sé non poche critiche degli osservatori e degli operatori umanitari nella regione e di gran parte della Comunità internazionale, continueremo a denunciare le violazioni dei diritti umani in Sudan e il mancato rispetto degli impegni assunti dal nostro e da altri governi nei confronti del Darfur.

Antonella Napoli

Presidente di Italians for Darfur

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Di seguito il testo integrale dell’ordine del giorno approvato il 2 dicembre 2009:


G102 (testo 2)

MARCENARO, SCANU

Non posto in votazione perché accolto dal Governo.


Il Senato, premesso che:

dal febbraio 2003 nella regione del Darfur, nel nord-ovest del Sudan,
gruppi ribelli nati in difesa degli interessi delle comunità locali e milizie
arabe si scontrano per il controllo del territorio;

le milizie «Janjaweed», spesso sostenute da bombardamenti aerei
con il coinvolgimento di mezzi militari sudanesi, hanno
terrorizzato la popolazione del Darfur devastandone i
villaggi e seminando morte;

la crisi umanitaria che ne è scaturita è tra le più vaste in
corso nel mondo e stime ONU parlano di un numero di vittime
compreso tra le 200 e le 300 mila e di oltre 2 milioni e 800mila sfollati;

nel luglio del 2007 è stata approvata all'unanimità dal Consiglio di sicurezza
delle Nazioni Unite la risoluzione n. 1769 sulla situazione nella regione del Darfur,
con la quale si disponeva l'invio di una forza di peacekeeping UNAMID (United
Nations/African Union Mission in Darfur), pari a 26.000 caschi blu, con il compito
principale di proteggere la popolazione locale;

ad oggi l'UNAMID è dispiegata solo al 75% e non è adeguatamente
attrezzata, in particolare, mancano 18 elicotteri di
medio carico per il trasporto rapido dei caschi blu, senza i quali la forza
internazionale di pace potrebbe risultare inefficace perché non in
grado di proteggere i civili e gli stessi peacekeeper in un'area vasta quattro
volte l'Italia;

l'Italia aveva previsto e stanziato 6 milioni di euro per
inviare due velivoli e personale militare a supporto della
fase finale del dispiegamento della missione;

impegna il Governo a dare seguito all'impegno assunto di fornire
trasporto aereo strategico alla missione UNAMID.