Il blog di Italians for Darfur

venerdì, novembre 11, 2011

Sudan, nuovi orrori e solito silenzio

Inchiesta Onu sui bombardamenti in Sud Sudan,
Italians for Darfur la sostiene con forza

Mentre in tutto il Sudan continuano violenze e scontri per i conflitti in Sud Kordofan e nello Stato del Nilo Blu, Khartoum bombarda un campo profughi in Sud Sudan. Nonostante abbiano tentato di boiccotarla, l'Onu avvia un'inchiesta per crimini di guerra. Anche il Dipartimento di stato Usa ha duramente condannato i recenti attacchi militari, perché aumenterebbero le possibilità reali di una nuova guerra tra Sudan e Sud Sudan.
Secondo le nostre fonti sudanesi, venerdi pomeriggio un Antonov partito dalla Capitale avrebbe casusato almeno quindici vittime e cinquanta feriti. Nell'area bombardata sono rifugiate oltre 20mila persone fuggite dalle violenze e dagli scontri che si sono verificati negli ultimi mesi nel vicino Sud Kordofan.
L'attacco è avvenuto subito dopo un discorso pubblico del presidente sud sudanese Salva Kiir che ha denunciato le rappresaglie di Khartoum nello stato dell'Upper Nile che mercoledì scorso avevano portato alla morte di decine di persone.
Salva Kiir non ha dubbi: il presidente Omars Hassan al Bashir vuole invadere il Sud Sudan. Ma il governo sudanese ribatte che a fomentare le violenze sia il Sud Sudan che supporta i gruppi ribelli nel territorio del nord. La tensione tra i due stati è dunque sempre più alta e si susseguono iniziative diplomatiche per scongiurare la ripresa del conflitto su larga scala.
C'è chi ritiene inopportuna l'inchiesta dell'Alto Commissariato per i Diritti Umani perché potrebbe alimentare la discordia. Noi di Italians for Darfur, invece, la chiediamo con forza e sosteniamo il commissario Navy Pillay che ha proposto un'indagine ''indipendente, approfondita e credibile'' sul bombardamento del campo profughi di Yida per accertare le responsabilità di quello che riteniamo un crimine internazionale e una grave violazione dei diritti umani. Il campo di Yida ospita migliaia di civili, soprattutto donne e bambini. Nessuno può giustificare l'attacco come 'azione militare' perché si è trattato solo di un vile atto di ritorsione contro persone inerme fuggite dall'orrore e dalla violenze che da mesi vengono perpetrate nel Sud Kordofan.