Il blog di Italians for Darfur

lunedì, marzo 06, 2017

E' catastrofe umanitaria, la salute in Sudan è un bene di lusso

C'è una parte di mondo che non smette mai di soffrire, a cui mancano anche le forze per poter chiedere aiuto. Silenziata dal fragore delle armi, annientata dai calcoli della finanza, è lì, a ricordarci imperitura nella sofferenza il nostro debito con il mondo che non abitiamo.
Il Sudan è così, capitale tra le più sviluppate in Africa, ma periferie abitate da 2 milioni di bambini malnutriti, sotto i 5 anni di età,  ci dice l'UNICEF nell'ultimo rapporto di febbraio, di cui 550 mila in gravi condizioni. 
L'UNICEF chiede 110 milioni di dollari per sostenere i progetti di aiuto alla popolazione più debole, già straziata dalla guerra e dalle violenze, separata dai cari più stretti e usati, violentati, o, semplicemente abbandonati a se stessi in Darfur, come nei Monti Nuba e Nilo Azzurro, 

Nello stesso tempo decine di ambulatori sostenuti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) rischiano la chiusura nel 2017, esponendo oltre 300 mila donne in età fertile e i bambini sotto i cinque anni a gravi rischi per la salute già compromessa. Undici cliniche hanno già chiuso, altre 49 soffrono una forte carenza di fondi, mettendo in crisi i piani di vaccinazione della popolazione.
Soldi, ancora soldi, inutile girarci intorno: servirebbero 66 milioni di dollari per sostenere la rete di assistenza sanitaria nelle periferie del Sudan, a fronte dei 28 milioni ricevuti. Oltre un milione di persone non avrebbe così accesso all'assistenza sanitaria di base. 

La salute, in Sudan, è un bene di lusso.



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