Il blog di Italians for Darfur

martedì, ottobre 21, 2008

Le tende della morte di Tulùm

Tra tutti i campi profughi del Chad, uno dei più incredibili è Tulùm. Si trova a circa venti km da Mile verso nord. A renderlo speciale sono le sue dimensioni: ospita infatti quasi mezzo milione di profughi, in realtà un po' di meno, ma sempre molti di più dei campi normali.

Ovviamente a Tulùm tutti i servizi sono gestiti in maniera diversa da quella dei campi piccoli, ma di questo parlerò altrove. Qui di seguito voglio raccontare una storia diversa.

Le tende della morte
In Sudan e in Chad fa caldo, molto caldo. Nei campi di accoglienza le organizzazioni mettono a disposizione solo delle tende, al cui interno di giorno fa molto, molto caldo.
Per chi è in buona salute questo non è un problema, perché di giorno, quando fa più caldo, le persone vanno in giro e cercano aria ed ombra e frescura.
Per i malati e gli anziani, però, servirebbe una maggiore attenzione, perché essi non possono andare in giro e quindi restano al caldo della tenda. Respirano male. Non riescono a mangiare. Muoiono più velocemente.
I familiari vengono a salutarli prima dell'inveitabile fine della vita. Nei campi ho incontrato molte di queste persone, come Surù e la figlia Fatimè, come Idriss Sabil e il figlio Adam.
Ecco, per malati ed anziani queste tende sembrano l'ultimo posto dove abitare prima di morire. Il campo di Tulùm è gestito dall'UNHCR, e a questa Organizzazione delle Nazioni Unite io rivolgo una domanda: sarebbe così difficile costruire delle tettoie riparate, in modo da dare a queste persone un po' di refrigerio?
I rifugiati che hanno la possibilità si costruiscono una piccola area riparata dal sole ma all'aria aperta, quindi la cosa in sé è possibile. L'UNHCR si dedica molto ai bambini e noi tutti glie ne siamo molto grati. Ma ai malati e agli anziani, che da noi sono persone molto importanti, chi ci pensa?

Violenza sulle donne

Queste persone già devono vivere in condizioni terribili. Per dirne una, ad ogni famiglia spettano solo nove kg di legna da fuoco alla settimana. E ciascuna famiglia è composta mediamente da 15 persone. In Europa sono ormai pochi quelli che riscaldano l'acqua e cucinano con la legna, ma si sa che la necessità normale andrebbe misurata in quintali, non in kg.
Adesso alcuni campi hanno a disposizione dei sistemi di ricaldamento e cottura che usano l'energia del sole, ma sono veramente pochissimi.
La raccolta di legna è poi uno dei problemi principali dei profughi, che devono uscire dai campi. Poiché questo lavoro viene affidato alle donne, le poverette diventano facili prede dei janjaweed, che le stuprano e non per motivi sessuali, come spesso si crede, ma per rubare loro l'anima.
Per evitare questa vergogna, adesso sono i bambini -maschi e femmine- a uscire dai campi per cercare legna ed acqua.

(c) Suliman Ahmed Hamed 2008

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