Il blog di Italians for Darfur

giovedì, marzo 08, 2012

L'Africa si sveglia, ma del Sudan non si sa nulla*

*di L. Sorge (art. pubblicato su MpNews.it) 
La penetrazione di Internet e delle nuove tecnologie post-industriali stanno creando in tutto il mondo nuove forme di economia. L'immediata distribuzione delle informazioni e del denaro permesse da Internet, unite a nuovi modelli di produzione e distribuzione degli oggetti fisici, stanno creando una infrastruttura parallela a quella che ha plasmato il mondo finora -e che sembra in affanno.
Venture Capitalism e Micro Financing, in particolare, sembrano accelerare nel mondo e in particolare nell'Africa nera, quindi sotto al Sahara e sopra al Sud Africa.
L'Africa cresce velocemente: sei delle dieci nazioni a crescita maggiore sono lì, e c'è chi predice che entro il 2020 avrà la più ampia classe media delle macroregioni mondiali. Grande l'apporto tradizionale di capitali esteri, in primis quelli cinesi.
Il flusso di aiuti innovativi per singoli, piccole aziende e innovatori, insieme alle soluzioni per ovviare alla carenza di infrastrutture, è tale da far parlare sempre più spesso di una via africana al rinnovamento.
Il popolo sudanese è però irraggiungibile. Probabilmente questa sorte spetta anche ad altri popoli, ma a me balza all'occhio il Sudan in quanto sono personalmente coinvolto nelle attività dell'associazione Italians for Darfur (il Darfur è una delle macroregioni del Sudan e da quasi dieci anni è scosso da un devastante conflitto interno).
Seguo in prima persona alcune iniziative di microcredito, in particolare Kiva, che non ha voce nella terra dei neri (senso originale del termine “sudan”). Anche se spesso si discute la validità del microcredito, resta sempre un modo di mappare la realtà in modo moderno, on-line e con foto, nomi, città, nazioni, Stati.
Analogamente seguendo alcuni account twitter di imprenditori africani residenti in Africa o altrove, si vede la crescita di un movimento, ma anche in questo caso nessuna delle anime sudanesi viene rappresentata, mentre tutt'intorno -Kenya, Uganda, Ciad, per tacer della Tanzania, c'è movimento.
Se avete segnalazioni su questo argomento, ovvero iniziative di microcredito o venture capital o altro che possa rientrare in questo schema, sarò ben lieto di informarmi e segnalarle. Avvisate la redazione di MPnews - Mondo all'indirizzo esteri.meltinpot[at]gmail.com.
Storicamente si vede un minimo di fusione tra tre realtà: quella locale priva di infrastrutture industriali (autostrade, linee telefoniche fisse, sportelli bancari) quindi ideale per un sistema post-industriale, il sano pragmatismo verticale britannico che voleva unire il Mediterraneo a Capo di Buona Speranza e la democrazia rappresentativa francese che formava élite sulla linea dall'Atlantico al Mar Rosso.
Romanticamente magari un giorno gli emigrati bianchi cercheranno spazio vitale intorno al Sahara, come (noiosamente) ipotizzava qualche anno fa Abdourahman A. Waberi nel romanzo “Gli Stati Uniti d'Africa”.

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