Il blog di Italians for Darfur

lunedì, aprile 02, 2012

Nuovi scontri nel Nord Darfur: 30 morti

Preso d'assalto il compound Onu: i civili non si fidano dell'inviato Gambari


“Riprendono gli scontri nel Nord Darfur. Ancora vittime militari e, soprattutto, civili. Almeno trenta, tra cui tre donne”.
E’ quanto si legge in una nota di “Italians for Darfur”, associazione capofila della campagna per la
promozione e la difesa dei diritti umani in Sudan.
“Nell’ultima settimana si sono susseguiti scontri violentissimi – afferma Antonella Napoli, giornalista e
presidente dell’organizzazione - Questa volta i tumulti sono scoppiati nella cittadina di Kabkabiya, situata circa 130 chilometri a ovest di El Fasher, capitale del Nord Darfur, dove i residenti si sono scontrati con la polizia per opporsi alla soppressione del mercato locale, per molti unica fonte di sostentamento, disposto dal Commissario nominato da Khartoum.
“Martedì scorso la polizia ha risposto con armi da fuoco, uccidendo sul posto dieci civili, tra cui due donne, e ferendone una ventina. Gli scontri sono proseguiti il giorno seguente e le vittime sono aumentate. Fonti locali parlano di una trentina di vittime e un centinaio di feriti.
L’ondata di violenza ha coinvolto anche il compound dell'ONU-UA, la missione di pace ibrida in Darfur, conosciuta con l'acronimo UNAMID. Una folla di oltre 200 persone ha preso d’assalto la base credendo che vi avesse trovato rifugio il commissario fuggito quando sono iniziati
i tumulti”.
“La missione di peacekeeping in Darfur - prosegue la Napoli - ci ha informato che i manifestanti, molti armati di pietre, bastoni e machete, hanno cercato di forzare l'entrata nel campo, costringendo i militari a difendersi e a opporre resistenza. Tre caschi blu sono rimasti feriti e un civile, colpito da un proiettile, è morto prima di arrivare in ospedale. La tensione, dunque, ha raggiunto livelli incontrollabili soprattutto perché la gente del Darfur non si fida dell’inviato speciale delle Nazioni Unite che guida la missione, Ibrahim Gambari. Per questo noi di ‘Italians for Darfur’ ci appelliamo al Consiglio di Sicurezza dell’Onu affinché assuma decisioni riguardo al cambiamento dei vertici di Unamid ritenuti troppo vicini al presidente del Sudan Omar Hassan al Bshir. Inoltre sarebbe auspicabile un potenziamento della missione affinché possa proteggere efficacemente la popolazione darfuriana che continua a essere bersaglio del fuoco militare sudanese che cerca di scardinare le postazioni dei ribelli che ancora continuano a contrapporsi con le armi al Governo del sudanese”.
“Dall'inizio del conflitto nel febbraio 2003 il Consiglio di Sicurezza ha chiesto ripetutamente di fermare i raid e le violenze che ogni volta fanno vittime civili, in Darfur come in Sud Kordofan dove anche ieri si sono susseguiti bombardamenti e scontri tra gli eserciti di Sudan e Sud Sudan – conclude il presidente di Italians for Darfur - ma finora non ha mai intrapreso un’iniziativa davvero significativa per impedire che questo massacro continui”.
Per sostenere Italians for Darfur, l'artista di fama internazionale Mark Kostabi, protagonista della neo pop arte mondiale, ha donato un'opera inedita che sarà posta questa sera all'asta durante una serata di beneficenza al ristornate Camponeschi a Roma.
Roma, 2 aprile 2012

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