Il blog di Italians for Darfur

venerdì, novembre 16, 2007

Il fronte ribelle del Darfur più unito dopo le trattative a Juba.

Il cammino della pace può ripartire, forse, da Sud.
A Juba, capitale del Sud Darfur, è stata firmata la riunificazione di sei fazioni dei due gruppi ribelli più importanti (SLM e JEM) e altri due cartelli di ribelli della regione.
Assenti, tuttavia, molti personaggi chiave dell'enclave combattente, come Abdel Wahed Mohamed Ahmed al-Nur.
Oltre alle pesanti responsabilità di Khartoum, uno dei problemi più grandi per la soluzione del conflitto è stato, fino ad oggi, proprio la frammentazione del fronte ribelle, incapace di presentare richieste univoche al Governo, il quale adopera, a sua volta, la tattica del 'divide et impera' sin dagli inizi del conflitto (leggi 'Chaos by Design'). Le divisioni all'interno dei movimenti ribelli sono esplose dopo la firma del fallimentare piano di pace ad Abuja, nel maggio 2006, tra lo SLA/M, il primo e il più grande dei movimenti ribelli del Darfur, guidato da Minni Minnawi, e il Governo. Da allora, la frammentazione del Sudan Liberation Movement non ha avuto fine.
Proprio a Juba diversi capi ribelli si erano riuniti, prima del negoziato a Sirte, per stilare un documento unico. Le trattative hanno poi portato a una vera e propria rivisitazione delle posizioni dei diversi gruppi, in seguito alla decisione dello SLA e del JEM di disertare i colloqui in Libia, a causa della presenza, proprio al tavolo della pace, di un numero eccessivo di movimenti ribelli, invitati al pari delle componenti più numerose, nonostante lo scarso seguito popolare.

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