Il blog di Italians for Darfur

martedì, agosto 19, 2008

Il mondo diviso tra giustizia e realpolitik

Ritorniamo sulla questione della richiesta di condanna del Presidente del Sudan al-Bashir da parte del Procuratore Capo della Corte Penale Internazionale, Moreno-Ocampo. Lo facciamo attraverso un commento di Valerie Miranda, esperta di prevenzione e gestione dei conflitti nei paesi africani. Il commento è interessante, perchè chiarisce il dibattito internazionale intorno alla richiesta di Ocampo e sintetizza considerazioni di carattere giuridico e politico. Ricordiamo che la posizione dell'Associazione è chiara nel considerare in maniera positiva l'incriminazione di Bashir (Nota di Stefano Cera).

di Valerie Miranda
Accontentare tutti, si sa, è sempre difficile. Ancora di più quando si tratta dei membri della Comunità internazionale. Questa regola generale trova nuova conferma in relazione alle recenti notizie riguardanti il Presidente sudanese Omar al-Bashir.
Chi sperava che grida di gioia si levassero in ogni parte del mondo a seguito della sua incriminazione per genocidio in Darfur, richiesta dal Procuratore Capo della Corte Penale Internazionale, Moreno-Ocampo, è restato profondamente deluso. Gli unici che si sono proclamati all’unanimità soddisfatti del mandato di arresto – che comunque dovrà essere confermato nei prossimi mesi da un panel di giudici della CPI – sono i ribelli darfuriani.
Il fronte degli scettici è invece molto ampio e composito, comprendendo tanto numerosi Stati quanto diversi funzionari di organizzazioni internazionali e di ONG, attive nel Darfur (Oxfam, ActionAid). Pur ritenendo legittima la richiesta di Ocampo, molti infatti ritengono che arrivi al momento sbagliato.
È lo scontro tra la logica della giustizia e quella della diplomazia. Il fine ultimo, cioè interrompere la tragedia che si sta compiendo nella regione sudanese, è da tutti condiviso; la scelta dei mezzi non lo è altrettanto. Chi sostiene il Procuratore della CPI, e quindi la necessità di perseguire la giustizia a tutti i costi, sono ad esempio gli USA (curiosamente, non essendo membri della Corte Penale), parte dell’UE, che si dichiara pronta ad adottare sanzioni ad personam e alcuni operatori umanitari. Gli altri, tra cui molti degli attori più coinvolti sul campo, temono le ripercussioni negative che tale scelta potrebbe avere sull’ancora fragile situazione in Darfur. Si sottolinea, ad esempio, il rischio di un irrigidimento delle posizioni dei ribelli, che già hanno espresso il loro rifiuto a negoziare con un “ricercato internazionale”, e anche del Presidente Bashir, che potrebbe ulteriormente ostacolare il già lento dispiegamento della missione UNAMID e l’operato delle organizzazioni umanitarie, con conseguenze drammatiche per la popolazione.
Inoltre, si fa notare che la presenza di Bashir, e quindi di un Sudan più o meno solido, sarà necessaria per garantire l’avanzamento dei colloqui di pace e il processo di peacebuilding. La richiesta che sembra provenire da più parti, non da ultimo dalla Lega araba e dall’Unione africana, è che l’incriminazione voluta da Ocampo venga momentaneamente sospesa.
La palla è allora nelle mani dell’ONU. Secondo lo Statuto della CPI, infatti, solo il Consiglio di Sicurezza ha il potere di sospendere per un periodo rinnovabile di dodici mesi le indagini del Procuratore o un qualsiasi procedimento penale in atto. Tale importante decisione è stata per il momento rinviata. Infatti, il Consiglio di Sicurezza, riunitosi alla fine di luglio per votare il rinnovo della missione UNAMID, ha concluso che qualsiasi mossa verso la possibile sospensione del procedimento contro Bashir è prematura, nonostante alcuni membri, come Cina, Russia, Sudafrica, Burkina Faso, Vietnam, Libia e Indonesia, non abbiano esitato ad esprimere i loro dubbi a riguardo.
Saranno quindi gli eventi futuri, allo stato attuale difficilmente prevedibili, a dire se l’obiettivo primario della tutela dei civili potrà essere meglio raggiunto scendendo a patti con il diavolo oppure ricorrendo scrupolosamente agli strumenti della giustizia internazionale.

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