Il blog di Italians for Darfur

domenica, novembre 16, 2008

L'ONU indaga su possibile bombardamento in Darfur.

E' forse già rotto il cessate-il-fuoco dichiarato a mezzo stampa dal Presidente sudanese Al-Bashir.
In un nostro comunicato, il presidente dell'associazione Italians for Darfur, Antonella Napoli, aveva già espresso alcune perplessità pochi giorni fa: "L'annuncio del cessate il fuoco in Darfur è senz'altro una notizia positiva, ma che accogliamo con qualche riserva" (APCOM).
Oggi, i ribelli accusano a gran voce i primi attacchi da parte dell'aviazione sudanese. L'ONU ha dichiarato, dal canto suo, di voler avviare delle indagini in merito a quanto potrebbe essere accaduto nel Nord Darfur: nei villaggi di Kurbia e Umraik, i più colpiti, il bilancio sarebbe di un morto, due dispersi, due feriti almeno. A lanciare le ennesime accuse al governo sudanese sono importanti esponenti dei due principali movimenti ribelli in Darfur, il Sudan Liberation Army e il Justice and Equality Movement, che da anni chiedono uguale dignità politica ed economica per il popolo del Darfur, in un Paese, il Sudan, dal cui sviluppo economico della capitale sono da sempre escluse periferie e minoranze. Ma in Africa, anche questo, potrebbe tradursi nell'ennesima lotta di potere, in Sudan come in Congo, ma anche nel cuore di ogni uomo. Dimensioni che ha voluto ricordare il Papa, Bendetto XVI, nella preghiera di chiusura dell'udienza generale del mercoledì, in piazza San Pietro a Roma.

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