Il blog di Italians for Darfur

giovedì, maggio 15, 2014

APPELLO PER SALVARE MERIAM ISHAG, MADRE CRISTIANA CONDANNATA A MORTE PER APOSTASIA IN SUDAN


Basta solo un click a salvare la nostra coscienza? Noi di Italians for Darfur non lo pensiamo, ma, in questo caso, un click può davvero fare la differenza. 
Con un click, infatti, puoi contribuire a salvare la vita di un innocente, una donna sudanese condannata a morte per apostasia, così come è accaduto nelle precedenti iniziative di Italians for Darfur Onlus e delle organizzazioni per i diritti umani a livello internazionale. 
La sentenza per questa donna cristiana, Meriam Yahia Ibrahim Ishag, 27 anni, arrestata il 17 febbraio scorso dalle forze di polizia sudanese insieme al  figlio di 20 mesi, e in attesa di un secondo figlio, è stata pronunciata nonostante numerosi appelli per il rispetto della libertà di religione. 

Il giudice che l'ha emessa, Abbas Mohammed Al-Khalifa, leggendo il dispositivo a fine dibattimento ha affermato che erano stati concessi tre giorni all'imputata per abiurare, ma avendo deciso di non riconvertirsi all'islam meritava la condanna all'impiccagione. La donna, nata da padre mussulmano, è stata però cresciuta nella fede cristiana dopo l'abbandono del padre, ma per la Sharia anche la religione viene tramandata, di diritto, dalla linea paterna. Così, pur essendosi sposata con un cristiano, viene accusata non solo di essersi convertita ad altra religione, ma anche di aver commesso adulterio in quanto il matrimonio tra fedi diverse non può essere riconosciuto.
Per scongiurare l'esecuzione della pena chiediamo ancora una volta di firmare un appello che, come nel caso di Intisar e Ahisha, due donne condannate alla lapidazione per adulterio, permetta di scongiurare una atroce ingiustizia. 

Anche in questo caso, visto il successo delle precedenti iniziative della nostra associazione Italians for Darfur Onlus, è possibile sottoscrivere l'appello on-line attraverso il nostro sito http://www.italianblogsfordarfur.it/petizione . 

Le firme raccolte saranno inviate al presidente del Sudan Omar Al Bashir, l'unico che può concedere la grazia, prima che la donna partorisca e venga eseguita la condanna a morte. 

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