Il blog di Italians for Darfur

lunedì, luglio 21, 2008

Cassese: La condanna di Bashir, un “coup de theatre” con "scarsi effetti pratici positivi”.

La notizia della richiesta del Procuratore della Corte penale internazionale (Cpi), Luis Moreno Ocampo, di arresto del Presidente del Sudan Bashir viene accolta con perplessità da Antonio Cassese, che nel 2005 ha presieduto la “Commissione internazionale incaricata di investigare le violazioni dei diritti umani e l’accertamento dell’eventuale genocidio” (ICID).
In un articolo apparso su “La Repubblica” del 15 luglio scorso, Cassese sottolinea che l’iniziativa di Ocampo serve soprattutto a “scuotere l’attenzione del pubblico”, ma serve a poco in termini pratici ed anzi potrebbe rivelarsi un boomerang, esprimendo il timore che possa addirittura vanificare il lavoro del Tribunale.
In particolare, tre sarebbero gli aspetti critici.
- Se davvero avesse voluto far arrestare Bashir, il Procuratore avrebbe dovuto sottoporre ai giudici una richiesta segreta e chiedere di non rendere pubblico il mandato di cattura (nel caso venga emesso dai giudici). In questo modo, si sarebbe potuto aspettare che il Presidente si fosse recato all’estero per rendere pubblico il mandato e dare il via al suo arresto. Invece, rendere pubblica la richiesta di arresto prima ancora di sottoporla al vaglio dei giudici (che potranno successivamente respingerla o ridimensionarla), di fatto, renderà vana la richiesta di arresto: Bashir dovrebbe ordinare ai suoi di arrestarlo e consegnarlo al Tribunale.
- Inoltre risulta incomprensibile la scelta di accusare solo Bashir e non anche gli altri membri del gruppo dirigente, alcuni dei quali (il vice-presidente Taha, il capo dei servizi segreti, il ministro della difesa, i capi di stato maggiore delle forze armate) sono certamente implicati nelle decisioni politiche e militari che riguardano il Darfur.
- Infine, non si comprende perché si sia voluto accusare Bashir di genocidio (che richiede condizioni meno rigorose e fa correre minori rischi di mancato accoglimento da parte dei giudici), quando lo si sarebbe potuto accusare, con maggiore fondatezza e con maggiori possibilità di accoglimento, di crimini contro l’umanità quali lo sterminio, il massacro di civili e il trasferimento forzato di persone.
In breve, secondo Cassese, è difficile che il mandato di arresto possa produrre effetti extra-giudiziali positivi, come la delegittimazione politica, diplomatica e morale di Bashir, che, da parte sua, non faticherà a controbattere alle accuse. Inoltre, si potranno avere gravi ripercussioni anche nelle relazioni tra governo del Sudan e forze di peacekeeping nella regione, con possibili ostacoli all’assistenza umanitaria internazionale ai profughi del Darfur.
Stefano Cera, per IB4D.

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