Il blog di Italians for Darfur

martedì, novembre 29, 2011

Salvi tre minori condannati a morte grazie a nostro appello

Ma la conferma della sentenza capitale per altri sette ragazzi attenua gioia


La sentenza della Corte suprema per i crimini in Darfur, che ieri ha condannato a morte sette persone, svigorisce la gioia per il riconoscimento della minore età di tre imputati che non saranno giustiziati. Grazie al vostro sostegno, Italians for Darfur, organizzazione promotrice della campagna di sensibilizzazione per il Sudan e dell'appello che ha raccolto oltre 20mila firme per chiedere la sospensione della pena capitale per quattro bambini soldato imprigionati nello stesso luogo di detenzione degli adulti e trattati come tali, è riuscita a salvare tre vite.

L'attenzione mediatica sollevata sul caso ci ha permesso di ottenere che i minori fossero sottoposti a una visita medica per verificare la loro età. Sia l'ex ambasciatore sudanese Deng, sia un funzionario governativo a Khartoum, avevano garantito che il nostro appello non sarebbe rimasto inascoltato e che nessun minore sarebbe stato condannato. Con la petizione chiedevamo che i presunti minori, giudicati tra l'altro come gli imputati adulti sulla base di prove ingiuste e non attendibili, venisse effettuato un esame in grado di stabilire se si trattasse di individui con meno di 18 anni. Ma, dopo l'esito del test, solo tre sono stati dichiarati non condannabili.

Non possiamo che essere felici per Idriss Adam Abbaker, Ibrahim Shareef Youssif e Abdelrazig Daoud Abdessed, scampati al boia. Resta però la delusione e il rammarico per gli altri imputati di questo processo, ribelli del Movimento di Giustizia ed Uguaglianza, condannati nonostante il Tribunale speciale di Nyala non avesse acquisito alcuna prove certa che avessero partecipato a un attacco che era costato la vita a decine di militari sudanesi. Gli elementi in possesso dell'accusa erano parziali e gli avvocati difensori avevano da subito denunciato che ai loro assistiti era stato negato il diritto a un giusto processo e avevano impugnato la prima sentenza.

Con la conferma del verdetto da parte della Corte suprema di Al Fasher, Altayib Mohammed Yagoub, Abdelgasim Abdallah Abubaker, Hassan Ishag Abdallah, Adam Altoum Adam, Mohammed Adam Hasballah ed Alsadig Abbakar Yahya non hanno più speranze e subiranno la peggiore delle condanne: l'impiccagione.

Antonella Napoli,

presidente di Italians for Darfur

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