Ibrahim Gambari si insedia a capo della Commissione Congiunta per la Pace in Darfur.
Ieri 18 dicembre è stata formalizzata la nascita della Joint Commission (JC), che dovrebbe vigilare sull'effettiva attuazione del cessate-il-fuoco permanente e assicurare nuove misure di sicurezza, secondo quanto previsto dal "Documento per la Pace in Darfur" (DDPD) siglato a Doha tra gruppi di ribelli e il governo di Khartoum.
La commissione ne affiancherà un'altra, sempre sul cessate il fuoco, combinando la propria attività di supervisione a quella di forum politico tra le parti coinvolte (GOS e LJM).
Ibrahim Gambari, rappresentante speciale dell'UNAMID, verrà accompagnato da un rappresentate dello Stato del Qatar, dove per due anni si sono svolte le trattative, della Lega Araba e dell'Unione Europea, nonchè osservatori cinesi, canadesi e norvegesi.
Secondo il rapporto presentato all'insediamento della commissione, nonostante permangano condizioni di palese insicurezza, si è registrata una notevole diminuzione degli scontri tra forze governative e forze ribelli non firmatarie dell'accordo.
Non è la prima volta che abbiamo assistito all'insediamento di nuove strutture di controllo e sviluppo della sicurezza in Darfur.
Si rileva, intorno a crisi umanitarie di immane tragedia, un grande dispendio di forze e risorse, che sembrano però, difficilmente, giungere ad atti risolutivi e pacificatori.
Un percorso difficile, ma anche tanti interessi in gioco.
Etichette: accordo di pace, Darfur, Doha, UNAMID, Unione Europea
0 Comments:
Posta un commento
<< Home