Il blog di Italians for Darfur

lunedì, settembre 29, 2008

"Forse perché sono solo dei negri del deserto la loro morte suona meno dura?"

Al Bashir , teorico dell’assolutismo

di Giorgio Trombatore

Quando Jean Bodin nel XVI secolo descrisse la teoria dell’assolutismo aveva in mente come modello quello che oggi è possibile trovare in molti paesi del terzo mondo incluso il Sudan.
La teoria del Princeps legibus solutus (principe sciolto dalle leggi) si potrebbe applicare al leader Omar Al Bashir che guida incontrastato il Sudan oramai da anni.
Non solo si è fatto beffa della decisione del tribunale internazionale dell’Aia per i crimini commessi contro il suo stesso popolo, il leader in questione continua a governare il paese impunemente con mano di ferro che non esita a mettere in pratica soprattutto nelle zone periferiche del suo immenso paese lontano dagli occhi degli osservatori stranieri che nicchiano di fronte al tiranno per tutelare gli interessi dei loro paesi.

Eppure a lui sono da imputare la sorte di milioni di sudanesi che nell’ultimo decennio hanno visto le loro case distrutte da gruppi armati di miliziani filo-governativi.
I famigerati Janjaweed guidati nei primi tempi da personaggi come “Musa Hilal” hanno seminato il terrore nelle tre regioni del Darfur. Interi paesi rasi al suolo, donne violentate, bambini uccisi il tutto portato avanti con impunità per anni.

Una situazione preoccupante che nel tempo ha contagiato anche il vicino Chad.
Nessuno si augura ovviamente che questo conflitto inter-etnico possa estendersi nei paesi confinanti per non rivivere ciò che ebbe luogo nel vicino Congo dove il conflitto dei Banhamulenge coinvolse diversi paesi del centro africa tra cui l’Angola, il Ruanda, il Congo e lo Zambia.

Ma oggi in Sudan nonostante il tribunale dell’Aia abbia emesso il suo mandato contro Al Bashir ed uno dei suoi ministri, i paesi europei ed extraeuropei continuano a firmare accordi commerciali come se nulla fosse rendendosi complici del regime.
Forse perché sono solo dei negri del deserto la loro morte suona meno dura?
La Cina ad esempio, che ha appena ospitato le olimpiadi , da anni è in prima linea nel paese africano per sfruttare la produzione del greggio fornendo in cambio assistenza tecnica. Certo questo non impedisce ai cinesi di chiudere gli occhi di fronte alle barbarie perpetrate dai soldati di Al Bashir.
In tutto questo casino mi chiedo che cosa faccia e cosa dice Silva Ker?Che io sappia nulla,ma se qualcuno mi smentisce ne sarei molto contento.
Sicuramente per Omar Al Bashir l’assenza di un leader come John Garang ha reso le cose più semplici. Privo di una vera e propria opposizione interna, il leader ogni qualvolta deve fronteggiare da parte dell’opinione pubblica critiche sul suo operato, organizza la solita sceneggiata nelle strade con manifestazioni pro-governative.
I mullah delle moschee di Khartoum chiamano a raccolta centinaia di fedeli che come pecore si riversano nelle strade di Ahmarat per protestare contro l’occidente filo-sionista.
In tutto questo bisogna aggiungere anche l’assenza di un Al Jazeera.
Questa emittente del Qatar che tutti conoscono sempre pronta a denunciare le guerre perpetrate contro i musulmani nel mondo è inspiegabilmente assente in Sudan.
Colpisce questa assenza da parte di quei giornalisti sempre pronti per condannare l’esercito israeliano nei territori di Gaza oppure per attaccare la politica americana in Iraq .
Ma in Sudan dove sono? Come possono essere assenti da anni in questo paese dove vergognosamente si cerca di coprire crimini di massa commessi non da crociati ma da musulmani .
Aggiungerei che sono anche stupito dell’assenza di Al Zawahiri, il numero 2 di Al Qaida, almeno lui si poteva fare vivo per condannare crimini interni all’islam.
Probabilmente non conviene alla politica di Al Jazeera , ne a nessuno altro mandare immagini che trattano di musulmani che uccidono altri musulmani. Non è bello denunciare al mondo islamico che fratelli musulmani si uccidono per il loro colore della pelle e per problemi etnici in barba ai precetti del Corano di fratellanza neanche fossero miscredenti.

Allora , Non ci resta che lodare il tentativo del tribunale dell’Aia di portare in giudizio Omar Al Bashir . Lodiamo il tribunale come condanniamo i nostri ambasciatori che non si fanno scrupoli di partecipare ad i coktails a Khartoum come se nulla fosse.

Mi viene in mente una frase di Charles Peguy contro il Presidente della lega francese dei diritti dell’uomo Francis de Pressensè che sosteneva il diritto di ingerenza contro quei paesi come la ex Jugoslavia o l’Afghanistan ma mai contro quei paesi forti come la Cina .
A questo proposito Charles Peguy disse “Pressensè è a favore del diritto contro la forza quando la forza non è forte” così oggi l’Unione Europea pressa la debole Serbia per consegnare i suoi generali di guerra dell’ex conflitto dei balcani ma tace sui crimini commessi in Sudan.

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