Il blog di Italians for Darfur

giovedì, settembre 03, 2009

Si susseguono i tentativi di unificare il fronte ribelle in vista di future trattative di pace in Darfur

Tripoli e Washington si sfidano a distanza sul terreno della diplomazia in Darfur.
Da alcune settimane lo staff del Presidente libico Gheddafi e l'inviato speciale statunitense Scott Gration lanciano segnali incoraggianti in merito ai rispettivi tentativi di unificare il variopinto panorama dei movimenti ribelli in Darfur, in vista di future trattative tra le parti coinvolte nel conflitto in Darfur.
Lunedì scorso, il Governo libico ha annunciato che sei gruppi ribelli intendono unificarsi in un unico nuovo movimento chiamato "Sudan's Liberation Revolutionary Forces" (SLRF), così composto: Sudan Liberation Movement/Army SLM/A-Field Leadership, SLM/A-Unity Leadership, SLM/A-Juba of Mohamed Saleh Harba, SLM/A General Line, United Revolutionary Forces Front (URFF) e SLM/A Khamis Abakar.
Contemporaneamente, ad Addis Ababa, lo sforzo statunitense si concentra su tre gruppi:
URF, SLM-Juba di Ahmed Abdel Shafi e SLM-Unity of Abdalla Yahiya.
Non sembrano invece essere coinvolti, in entrambi i processi di unificazione, i due più importanti movimenti armati del Darfur, il JEM e lo SLM di al-Nur che chiedono prima più sicurezza per i civili e il disarmo dei janjaweed.
Secondo il portavoce londinese di Abdul Wahid al-Nur, Yahia Bashir Bolad, i gruppi menzionati non sono rappresentati sul territorio, e i vari tentativi diplomatici che si susseguono sarebbero fallimentari e destinati a sminuire le leadership storiche, favorendo quindi il governo di Khartoum.
Allo stato attuale, quindi, sono cinque i gruppi ribelli più grandi:
lo Justice and Equality Movement di Khalil Ibrahim, lo SLM di Abdel-Wahid Al-Nur, lo SLRF e, plausibilmente, il gruppo che si riunificherà ad Addis Ababa.

Fonti:

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