Raccolta armi: aumenta rischio conflitti
La campagna sulla raccolta
di armi in atto nella regione del Darfur contribuisce a portare stabilità nella regione, ma potrebbe anche aumentare il rischio di un
confronto armato, in quanto il Governo si rivolge solo ai militanti
delle tribù che minacciano l'egemonia del regime.
Dall'inizio dell'operazione di raccolta di armi nei cinque Stati del Darfur e nei tre Stati della vicina Regione del Kordofan, è apparso un conflitto tra le Forze di Sostegno Rapido (RSF) e le Guardie di Frontiera (BGF), un'altra milizia guidata da il noto leader tribale Mahameed Musa Hilal. Entrambe sono controllate dall'esercito sudanese, ma quest'ultimo rifiuta di essere unito con le prime.
Il gruppo anti-genocidio, con base a Washington, ha avvertito in un rapporto redatto da Suliman Baldo che il Governo, dal lancio della campagna attuale nello scorso agosto, è stato solo motivato dalla sua "sicurezza restrittiva e le considerazioni di sopravvivenza politica".
Dall'inizio dell'operazione di raccolta di armi nei cinque Stati del Darfur e nei tre Stati della vicina Regione del Kordofan, è apparso un conflitto tra le Forze di Sostegno Rapido (RSF) e le Guardie di Frontiera (BGF), un'altra milizia guidata da il noto leader tribale Mahameed Musa Hilal. Entrambe sono controllate dall'esercito sudanese, ma quest'ultimo rifiuta di essere unito con le prime.
Il gruppo anti-genocidio, con base a Washington, ha avvertito in un rapporto redatto da Suliman Baldo che il Governo, dal lancio della campagna attuale nello scorso agosto, è stato solo motivato dalla sua "sicurezza restrittiva e le considerazioni di sopravvivenza politica".
Etichette: campagna, conflitto, Darfur, raccolta armi, RSF, Tribù
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