Il blog di Italians for Darfur

sabato, luglio 12, 2008

Un acquedotto senza acqua: i fallimenti di Kass e Gemeza Komera

2.5 L’ Acqua che non c’è
(Autore del presente testo è Giorgio Trombatore. Italians for Darfur e IB4D non sono responsabili di quanto espresso dall'autore.)

di Giorgio Trombatore

Nessun progetto della Cooperazione Italiana in Darfur ha avuto un esito negativo come quello dell’acquedotto di Kass e del progetto di Gemeza Komera.
Nemmeno il famoso ospedale di “Avamposto 55” nato con i proventi del festival di Sanremo puo’ essere minimamente accostato e paragonato per cio’ che è avvenuto con Gemeza Komera e Kass. Per capire il fenomeno tutto negativo di “Kass e Gemeza Komera” bisogna fare un passo indietro; ossia bisogna capire meglio il contesto storico.

Vi avverto che questo articolo vuole essere una fedele ricostruzione dei fatti, e nulla di più. Infatti non intendo dare toni scandalistici alla maniera della Panozzo o di Stefano Liberti, o meglio ancora del caro ed illustre conoscitore del darfur il “Signor Beretta Giorgio” che a colpi di “scandali “ è riuscito a smuovere persino il parlamento italiano.

Questo è un blog di gente che ha a cuore il Darfur, e dunque io mi rivolgo a voi cercando di ricostruire l’esperienza del governo italiano in Darfur facendo luce sia sugli aspetti positivi , che vanno difesi, sia su quelli negativi che vanno certamente condannati e possibilmente mai ripetuti!.
Questi sono fatti realmente accaduti e raccontati in prima persona da chi ha svolto un ruolo di responsabilità in Darfur e che ha lavorato per oltre tre anni nella regione senza mai lasciare il posto di lavoro.

Parliamo di Fatti dunque .....

Vediamo innanzitutto cosa era Kass quando la Cooperazione Italiana ha pensato bene di attivare uno dei suoi principali lavori nel 2005.
Kass era una cittadina con circa 40.000 persone.Il Direttore del Ministero dell’Educazione un certo Mohammad Nusa Al Hamid era un po’ l’uomo chiave di Kass a cui tutte le ONG internazionali presenti sul territorio facevano riferimento.
Con una etnia mista di tribù tra le quali Fur, Zahawa, Nafaj e Tarjam, Kass dopo Nyala era uno dei centri più importanti del Sud darfur .
In questa zona del paese nel corso del 2004 e 2005 ci fu una vera e propria emergenza di sfollati.
Il numero degli sfollati che provenivano da ogni parte del Jebel Marra raggiunse quota 35.000 unità in pochi mesi.
Questi sfollati con una mossa alquanto imprevedibile decisero di accamparsi all’interno delle scuole e degli edifici scolastici presenti nella città.
Non un accampamento simile a quello di Calma (vicino Nyala) o a quello di Garsila (west Darfur) o di El fasher, ma un accampamento dentro la città.

Un operazione unica nel suo genere.

In questo modo gli sfollati riuscirono non solo a sfuggire ai massacri ma anche a porre una forte pressione sul governo locale che con la riapertura delle scuole doveva affrontare il problema dei rifugiati in modo definitivo.
Il governo tento’ di muovere quella umanità verso un campo allestito a qualche chilometro da kass, ma ogni tentativo di spostare gli sfollati falliva miseramente. La paura di nuovi attacchi, ed il timore di non essere considerati spingeva quegli uomini a barricarsi nelle scuole ad ogni costo.
Date un occhiata voi stessi a questo documento che io preparai nel lontano 2005 dove in un rapporto menzionavo le presenze dei rifugiati nelle scuole di Kass;

Name of the IDPs camps Population

South Primary School 4500
Alhomira Primary School 3500
Alibitory camps 10000
Yohia Hagar School 1200
Secondary School for Girls 1231
North Primary School 7000
Secondary School for Boys 1030
Technical School 2195
Ilass Abdulalgabar Primary School 6000
Alalia Primary School 800
TOTAL 37.456

Ben 37.456 rifugiati, un numero simile alla popolazione nativa di Kass!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

In questa ottica si prepara l’intervento della Cooperazione Italiana, agire quanto prima rinforzando l’acquedotto di Kass per dare accesso all’acqua ai rifugiati ed ai residenti locali.


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Inoltre l’obiettivo era quello di migliorare anche la situazione dei pozzi nelle aree limitrofe:

Darwa
Danga
Singita
Guba
Dibis
Martuga
Al Hamia
Jimmida


Inizialmente l’ONG CESVI fu incaricata di portare avanti I lavori dell’acquedotto di Kass, ma a causa dei continui ritardi l’ufficio della Cooperazione Italiana rimosse l’ong da questo incarico.
Non essendoci altri partner nella zona, l’ufficio della Dott.ssa Contini decise di portare avanti i lavori senza intermediari.
Nasce cosi’ un primo progetto quello di Kass, che in linea di massima possiamo definirlo come nella scheda sotto:

PROGETTO: Riabilitazione Acquedotto ed ampliamento rete di distribuzione
Dati

Zona d’intervento: Stato del Darfur Meridionale
Settore di Intervento: Idrico
Tipo d’intervento: Riabilitazione dell’acquedotto attraverso la costruzione di pozzi, condotte e distributori
Beneficiari: circa 90.000 persone fra profughi e abitanti della città di Kass
Controparte locale: Compagnia Nazionale dell’Acqua
Durata prevista: tre mesi dal 13 settembre 2005
Totale finanziamento ricevuto: 462.618,00 euro
Stato dell’Intervento :
Giustificazione dell’Intervento: l’acquedotto preesistente non era in grado di sostenere la richiesta della popolazione residente e del crescente numero di sfollati. Per questo motivo e’ stato necessario riabilitare le vecchie condutture e costruirne di nuove per migliorare gli standard igienico sanitari della popolazione.
Il progetto di oltre 400.000 Euro doveva avere luogo in tre mesi, ed aveva l’obbiettivo di coprire appunto oltre 90,000 beneficiari.
Nonostante l’impegno del personale coinvolto, i problemi non tardarono a mancare. Da un lato ci furono richieste da parte degli abitanti locali di esosi affitti per la costruzione e lo scavo di tre pozzi in terreni privati, dall’altro l’assenza di un vero e proprio Comitato di gestione dell’acquedotto che includesse autorità locali e beneficiari fece naufragare l’intera operazione. In effetti i lavori furono fin dall’inizio lasciati alla gestione del buon Ingegnere Yassir (ingegnere del dipartimento locale) che nonostante tutti i suoi sforzi veniva puntualmente fermato dall’ufficio centrale di Wes di Nyala e dall’ufficio dell’Unicef in rotta con la Dott.ssa Contini , causa pare mancato coordinamento per la gestione dei lavori.

Ma ricordiamo le tappe di questo intervento :

Data :03 Settembre 2005

Luogo : Nyala, Sud Darfur

Rappresentanti : Governatore del Sud Darfur

Oggetto :Presentazione Progetti della Cooperazione Italiana

Il 03 Settembre del 2005, il Governatore del Sud Darfur l’Ing. Al Haj Atta Al Mannan incontra la Dott.ssa Barbara Contini per discutere dei progetti del governo italiano in Darfur. L’inviato speciale del governo italiano Dott.ssa Barbara Contini in quell’occasione sottolinea l’importante intervento umanitario che il governo Italiano sta attuando nei settori sanitari ed idrici e si impegna per una risoluzione definitiva del problema dell’acqua di Kass e di Gemeza Komera.Infatti proprio il 03 settembre del 2005 il Governatore del Sud Darfur verrà informato da parte della Dott.ssa Contini che l’acquedotto di Kass verrà definitivamente riabilitato.

Data 14 Settembre 2005

Iniziano i lavori.......................

Mentre i lavori per l’acquedotto di Kass procedono a rilento a causa anche del mancato arrivo dei camion con i materiali da Khartoum, il 21 Novembre 2005 la Dott.ssa Contini decide di ampliare l’area d’azione investendo altri 60.000 Euro per Gemeza Komera. Questa decisione veniva presa nonostante i lavori di Kass fossero tutt’altro che finiti.

Perchè Gemeza Komera?

Gemeiza Komera si trova a 22 km da Kass, sulla strada che collega Nyala a Zalinje ed El genena.L’area era nota per l’abbondante quantita’ e l’ottima qualita’ della sua acqua , la quale crea un territorio ideale per l’agricoltura e la pastorizia.L’idea della Contini era basata su uno studio di fattibilita’ svolto con il sostegno della Compagnia dell’Acqua del Darfur Meridionale. Infatti la Cooperazione decide di intervenire realizzando due pozzi profondi di 30 metri e riabilitando 2 pozzi esistenti. I pozzi dovevano essere collegati da una rete di distribuzione lunga 22 km all’acquedotto di Kass.

Questo in sintesi il progetto. Ossia rafforzare l’acquedotto di Kass utilizzando il bacino di Gemeza Komera.

Una buona idea, peccato che a seguire l’operazione dal gennaio del 2006 fu posto il fallimentare [...] giovane inesperto che fu causa anche delle controversie ed in pârte del fallimento di Avamposto 55.

Ma i soldi per costruire Gemeza Komera,dove li prese la Contini?


Beh in effetti, i fondi furono resi disponibili dalla mancata attuazione di attivita’ di progetto da parte della ONG COSV che non essendo riuscita a portare avanti le attività sull’ospedale di Kulbus, rese disponibile oltre 60.000 euro da utilizzare prima della chiusura dell’anno contabile del MAE.
Questi fondi furono immediatamente girati ed investiti da Cooperazione Italiana in un progetto idrico, appunto quello di Gemeza Komera.
I lavori idrici per Gemeza Komera dovevano iniziare subito dopo la partenza del gruppo Contini, avvenuto nel dicembre del 2005.
Gemeza Komera non vide mai la luce, e quando nel 2006 scesi in Darfur per trenta giorni nel mese di settembre mi fu comunicato [omissis, ndr]che nessun lavoro era stato fatto.
Comunicai la cosa subito all’ufficio del Governatore, ma oramai erano passati ben 10 mesi senza che nessuno avesse mai fatto nulla per Gemeza Komera.Troppo tardi!!!.

Per quanto riguarda il progetto di oltre 400.000 Euro di Kass, posso solo dire che questo progetto benchè supportato dal responsabile di Wes Mr.Yassir ebbe breve vita.
Le ragioni del fallimento?
Per quanto riguarda Kass mi devo ripetere, ma credo fermamente che la ragione del fallimento è da ricercare nella mancata creazione di un Comitato di gestione che doveva farsi carico della raccolta delle contribuzioni e della gestione dei punti di distruzione d’acqua.

L’area in effetti fu divisa in 12 zone, ed in ogni zona doveva avere luogo un comitato che si prendeva la cura e l’onere di seguire i servizi, di raccogliere i pagamenti e di portare avanti le riparazioni.
Una volta terminata l’opera nessuno si fece carico di seguire il comitato e da li a poco l’acquedotto ha cessato di operare.
Per quanto riguarda il progetto di Gemez Komera l’errore principale fu quello di aver avviato un progetto nella fase terminale della presenza dell’ufficio della cooperazione italiana in Darfur.I soldi furono lasciati all’ufficio di Wes che ne fece una gestione clientelare e privatistica.
Il progetto era condannato sin dalla sua nascita!

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