Il blog di Italians for Darfur

martedì, ottobre 28, 2008

Giorgio Trombatore: ecco perchè è fallito il sistema Contini

2.8 Sistema Contini
di Giorgio Trombatore



Nel febbraio del 2005 il Ministero degli Affari Esteri ha pubblicato il libro “ Darfur un dramma dimenticato”. Il libro è stato stampato con il contributo della Direzione Generale per la cooperazione allo sviluppo. Un libro di fotografie realizzato dal fotografo Giovanni Santi che nel 2005 fu accompagnato dal sottoscritto per le tre regioni del Darfur per testimoniare il dramma del popolo sudanese ed il lavoro ed il contributo della cooperazione italiana .

Per usare le parole del Direttore Generale per la Cooperazione allo sviluppo il Dott. Giuseppe Deodato, “l’idea del libro nasce perché il Darfur non sia più un dramma dimenticato e per testimoniare il lavoro della Cooperazione Italiana che ha potuto contare su Barbara Contini, che alla non comune esperienza unisce straordinaria professionalità ed una rara umanità”.
All’interno del libro inoltre c’erano degli interventi del già Ministro degli Affari Esteri Gianfranco Fini, un intervento del direttore di Vita Riccardo Bonacina, di Bianca Rita Tonetti per Intersos, di Cinzia Giudici per il Cosv e di Lorenzo Latini per il Cesvi e Michele Romano per il Coopi. Infine il libro terminava con una poesia scritta proprio dall’Inviato Speciale del governo Italiano che si cimentava insolitamente nel ruolo di poetessa contemporanea.

Il libro doveva essere una testimonianza che per usare le parole del Ministro degli Affari Esteri Gianfranco Fini “doveva fare parlare del dramma del Darfur attraverso la voce dell’assistenza del nostro paese resa ancora più visibile ed efficace dall’ufficio di cooperazione che abbiamo aperto a Nyala , nel cuore di quella martoriata regione, sotto il coordinamento di Barbara Contini, e grazie al contributo continuo delle organizzazioni non governative italiane che prosegue ininterrotto ,nonostante le obbiettive difficoltà sul terreno”..

Nemmeno un anno dopo la pubblicazione di quel libro (facciata sugli onori del gruppo del Mae in Darfur) in pochi mesi il castello di sabbia si sbriciolava vanificando l’operato di centinaia di persone che a quel progetto avevano creduto.

In poco tempo la Dott.ssa Contini che non tollerava nessun tipo di interferenza da parte dei suoi collaboratori terminava i rapporti professionali instaurati con le varie organizzazioni non governative e con gli enti locali gli stessi che il Ministro Fini aveva citato nell’apertura del libro donato ed organizzato dall’ufficio del Dott. Antonio Morabito del Mae.
Come dire, il solito spot (come del resto avevo denunciato in un altro intervento su questo blog.)


Continua a leggere...



I primi a chiedere di interrompere la collaborazione con l’ufficio della cooperazione gestito dalla Dott.ssa Contini furono proprio le stesse Ong italiane che scrissero una lettera all’ambasciatore italiano Enzo Angeloni chiedendo che l’ufficio della Dott. Ssa Contini programmasse le visite presso i progetti previa autorizzazione da parte delle ong .
Inoltre le ong chiedevano che le visite si svolgessero senza la presenza dei giornalisti e senza l’accompagnamento degli uomini armati della Contini in veicoli umanitari.
Le ong stanche delle visite della Dott.ssa insieme al suo codazzo di giornalisti, chiesero di avere un atteggiamento più consono alla realtà del dramma del Darfur.
Più volte io stesso fui costretto ad organizzare il trasporto e la logistica di molti giornalisti nelle aree del Darfur .Una volta nel campo di Garsila gestito da Intersos organizzai un pulmino di chiassosi giornalisti che visitarono quel campo neanche fossero stati in uno zoo.

A seguire ad abbandonare la barca furono le Suore della Carità di Suor Piera di Nyala.
Suor Piera da oltre venti anni gestisce un dispensario a Nyala con l’aiuto di altre sorelle sudanesi. La Dott.ssa Contini chiese alla Suora di gestire l’ospedale di Avamposto .Quando qualche tempo dopo la Suora sollevò alcuni problemi di gestione e di logistica dell’ospedale la Suora fu immediatamente allontanata.
Allontanata per avere espresso dei dubbi sulla fattibilità del progetto! Ci rendiamo conto?

Qualche tempo dopo toccò persino all’ufficio del WFP di Brindisi che entrò in collisione con l’ufficio della Cooperazione Italiana di Nyala nella gestione dei voli umanitari.
Oltre 8 voli umanitari (come ho già fatto presente in un altro intervento sul blog del Darfur) che venivano caricati con aiuti di privati . Questi voli venivano fatti partire a piacere della Dott.ssa che gestiva i voli come una operazione privata.
Un giorno un volo di Brindisi arrivò pieno di legname inservibile che fu immediatamente distribuito nel Suq di Mantiqa Assinaa a Nyala. Quel volo fece incazzare gli operatori di Brindisi che osarono protestare con la Contini.

Un paio di telefonate giuste e la Contini continuò ad avere i suoi voli, del resto come diceva sempre lei “ora chiamo il mio amico il Ministro della Difesa Martino, cosa che fece anche con tranquillità per avere la scorta che voleva lei. Non una scorta scelta dal Ministero , ma la scorta scelta da lei”.

Per quello che riguarda i rapporti tra l’ufficio della Cooperazione Italiana e l’ambasciata italiana guidata dall’ambasciatore Enzo Angeloni sono noti a tutti per la loro tensione dovuta all’atteggiamento spesso scorbutico e poco collaborativo dell’allora Inviato Speciale del governo italiano .

Infine cito anche la rottura con la dott.sa Sara Fumagalli , presidentessa dell’Umanitaria Padana, che con il suo contributo riuscì a rifornire l’ospedale di Avamposto di parecchie attrezzature ospedaliere.La Signora Fumagalli come le Suore, e tanti altri fu allontanata dalla Dott.ssa Contini per avere espresso dei dubbi sull’andamento delle attività.

Oggi sono passati tre anni dall’uscita di quel libro, ed io apprendo che un gruppo di profughi sudanesi in Italia sta cercando un contributo per andare a protestare a Ginevra sulla situazione nel loro paese.Mi duole constatare che il nostro paese non è riuscito ad andare oltre a sterili litigi che non hanno beneficiato nessuno ma anzi portano disonore al nostro paese.
E’ pazzesco, ma forse considerando tutto si comporta meglio la Cina di noi, che non ha mai condannato Al Bashir e che almeno ci guadagna qualcosa dal Sudan esportando materie prime ed il greggio tanto utile per la sua economia in ascesa.

Questo è il nostro paese e noi abbiamo quello che meritiamo!.

Etichette: , , , , , ,