Il blog di Italians for Darfur

sabato, giugno 28, 2008

La Cooperazione Italiana costretta a pagare i guerriglieri per lavorare in Darfur

2.3 Soldi e progetti per costruire una allenza con i ribelli del Darfur

di Giorgio Trombatore

Consegnai personalmente una busta contenente 10.000 Euro (in moneta locale) ad uno dei dirigenti dell’SLA presso Muhajiria, all’indomani della riunione di Haskaniza nel novembre del 2005.

I soldi furono consegnati ad uno degli uomini di Minnie Mennawie come contributo per le spese sostenute nell’organizzazione della spettacolare riunione di Haskaniza ,dove la Presidenza di Minnie Mennawie era stata confermata da centinaia di guerigglieri accorsi da ogni parte del Darfur a discapito del presidente Abdel Uahid.
Questa fu la prima ed ultima volta che come operatori della cooperazione avevamo dato esplicitamente dei soldi ai ribelli del Darfur. Sino a quel momento i nostri interventi a loro favore erano stati sempre e solo attraverso progetti umanitari.

Non fu versato un euro neanche quando nel 2005 dopo un lungo lavoro di spionaggio eravamo riusciti a liberare i tre operatori di Adra rapiti dal JEM ed in mano al gruppo militare per oltre tre mesi.
In realtà avevamo capîto che oramai da tempo la dirigenza di Minnie Mennawie aveva scelto come contatto privilegiato l’ufficio dell’ambasciata americana che sin dai tempi della lotta armata di Mennawie gestita ed organizzata dalle lontane dune del Nord Darfur, aveva costruito un contatto saldo e duraturo.
I nostri mezzi erano troppo deboli per poter competere con gli americani o con i libici, ma cio’ nonostante ci tenevamo ad essere presenti e attivi nel territorio. Per questo quel contributo monetario rientrava all’interno di una strategia di contatti per la costruzione di un network valido e stabile con tutti i guerigglieri presenti nelle tre regioni del Darfur.

Nel Jebel Marra avevamo scelto un altra strategia. Con i guerigglieri di Abdel Uahid sin dal lontano ottobre del 2004, avevamo instaurato un rapporto di grande collaborazione e sostegno umanitario.
L’intervento più colossale era quello previsto per la ricostruzione totale di Kidingir.
Il progetto prevedeva la ricostruzione di due scuole, di una clinica, dell’intero mercato, della diga, e di una installazione permanente di energia elettrica per tutto il villaggio.
L’idea era quella di creare un oasi all ‘interno del Jebel Marra da contapporre alla miseria dei villaggi sostenuti dal governo nel Sud Darfur.L’auspicio era quello di creare un asse di riferimento per tutto lo SLA vicino ad Abdel Uahid creando un sistemo di supporto logistico e ed umanitario che legasse Fena con Kidingir.

Il progetto di Kidingir è miseramente fallito insieme a tutti i fondi che sono stati deviati per quella zona.Le scuole sono rimaste dei covi per il bivacco dei guerigglieri.In poco tempo furono ridotte le strutture a delle latrine a cielo aperto.
La clinica fu immediatamente saccheggiata all’indomani della visita del Dott.Giuseppe Deodato (dicembre 2005) a quel tempo direttore generale della cooperazione.
La diga rimase un sogno, e dell’elettricità neanche l’ombra.
Un fallimento sotto ogni profilo. Infine persino l’auspicato rientro della popolazione civile non fu raggiunto.Infatti le popolazioni native di Fena e Kidingir preferirono rimanere nei campi profughi di Calma ed El Fasher invece che rientrare nei villaggi del Jebel Marra per paura di nuovi attacchi da parte dei governativi.
In verità lo SLA di Abdel Uahid non era pronto ad un simile progetto.In quei giorni i suoi uomini erano più interessati a pârtecipare ad i colloqui in Nigeria mentre la dirigenza vera e propria era troppo presa dai lussi della vita keniota.
Finchè il fracasso del progetto di Kidingir non fu evidente, noi tirammo avanti con le nostre trattative cercando di costruire un network all’altezza delle nostre potenzialità.

Lo SLA di Minnie Mennawie era quello che ci dava più preoccupazioni.
Fortemente presente sul territorio , lo SLA di Minnie aveva da tempo iniziato ad avviare contatti con l’ambasciata americana per ritagliare da li a poco la posizione di vice-presidente e l’ingresso del suo movimento nel governo di Al Bashir.

Con il Jem la situazione era ben diversa.Come detto più volte gli uomini del Dott.Khalil sebbene in numero minore avevano dato l’idea di una maggiore compattezza e preparazione nella lotta politica. I rapporti con il JEM furono sempre ottimi nonostante gli aiuti della cooperazione nei loro confronti furono limitatissimi.Ricordo solo qualche aiuto a livello umanitario per l’area di As Senet e nel Nord Darfur.
L’impegno più grosso si rivelo’ quello con lo SLA di Abdel Uahid nel Jebel Marra.
Cibo, vestiti, progetti pêr l’acqua, per la ricostruzione, un impegno colossale che venne gestito in maniera pessima e distruttiva dalla dirigenza guidata dal coordinatore politico di Fena Mr. Muru.
Ben altra cosa furono gli aiuti gestiti nelle aree sotto controllo del governo locale.

Etichette: , , , , , , , , , ,