Il blog di Italians for Darfur

giovedì, giugno 26, 2008

Firma la petizione ai Capi di Stato del G8 per il Darfur

Italians for Darfur sostiene in Italia l'iniziativa di Human Rights First sulla petizione ai Capi di Stato del G8 affinchè prendano una decisione concreta sulla crisi del Darfur.

In due settimane i capi di Stato e di Governo dei Paesi del G8 (USA, Canada, Giappone, Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Russia) si incontreranno durante il summit annuale in Giappone per discutere di questioni di interesse globale.
É evidente come la violenza in Darfur, che ha provocato piú di 300.000 morti e 2.000.000 di sfollati, sia una questione di interesse globale.

L’imminente summit del G8 di Hokkaido, Giappone, si colloca in un momento particolarmente delicato per la popolazione del Darfur e di tutto il Sudan. L’intensificarsi delle violenze in Darfur ha causato centinaia di morti e di sfollati. I recenti combattimenti di Abyei pongono a rischio il già fragile Comprehensive Peace Agreement (CPA) tra il nord e il sud del Paese.
Il Governo del Sudan e il mondo intero presteranno la massima attenzione al G8.
La scorsa settimana oltre 40 organizzazioni non governative, in rappresentanza di tutti gli Stati membri del G8 e del Sudan, hanno inviato un appello ai Capi di Stato e di Governo del G8 e del Sudan, esortando l’adozione delle seguenti misure:

• Cessazione immediata delle violenze in Darfur.
• Interruzione del trasferimento, diretto o indiretto, di armi in Darfur, il quale avviene in palese violazione dell’embargo delle Nazioni Unite
• Rapido dispiegamento della forza di peacekeeping in Darfur (United Nations African Mission in Darfur - UNAMID).
• Un rafforzato processo di pace in Darfur.
• Giustizia e responsabilità per i crimini commessi.

Clicca qui per unirti ad attivisti di tutto il mondo e per chiedere ai leader del G8 di prendere una decisa posizione, inclusa una promessa di azioni concrete, contro le violenze in Darfur e Sudan.
Grazie.

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lunedì, giugno 23, 2008

Italians for Darfur e Human Rights First insieme per i diritti umani in Darfur: appello al G8 di luglio

Gruppo per la difesa dei diritti umani presente nei paesi del G8 e in Sudan fa appello ai leader nazionali perché nel summit di luglio sostengano la causa contro le violenze nel Darfur

Una coalizione internazionale composta da oltre 40 Organizzazioni Non Governative provenienti da tutti e otto i paesi del G8 ha fatto oggi appello ai leader delle rispettive nazioni chiedendo una decisa presa di posizione a supporto di azioni concrete e tempestive che possano terminare la crisi nel Darfur.

La coalizione è guidata dal gruppo Human Rights First e comprende al suo interno ONG del Sudan stesso ma anche di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Russia, Regno Unito e USA. Proprio oggi la coalizione ha inviato una lettera aperta indirizzata ai leader del G8, ai quali si rivolge per insistere in merito all’adozione di misure precise volte alla risoluzione della crisi nel Darfur, in previsione del summit che si terrà alla fine di Luglio a Hokkaido, Giappone. Tali misure includono la cessazione delle violenze, l’immediato dispiegamento di forze di pace (UNAMID), lo stop ad ogni ingresso di armi nel Darfur, la ridiscussione dei processi di pace e l’individuazione delle responsabilità, nonché delle conseguenti pene, nei confronti dei responsabili delle atrocità commesse nella regione.

“La crisi in Darfur si prende una pausa senza ragione, in attesa della riunione del G8. Questi leader hanno la responsabilità di usare la loro influenza per fare pressione sia sul Sudan che sui suoi partner, complici di supportare o addirittura alimentare direttamente le violenze” dice Betsy Apple, direttore del Programma Crimini Contro l’Umanità alla Human Rights First. “I tempi in cui si poteva mostrare affranti senza però muovere un dito per cambiare le cose sono ormai terminati. I membri del G8 ora devono esprimersi in maniera inequivocabile, impegnandosi nel garantire tutta la loro influenza per porre fine alla crisi nel Darfur”.

La coalizione chiede un’espressione più decisa e specifica rispetto a quella dello scorso anno, che includa temi come quello dei flussi di armi nel Darfur. Il summit del G8 fornisce l’opportunità per sollecitare i Paesi all’interruzione del trasferimento di armi nel Darfur, peraltro in violazione della Risoluzione 1591 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che impone l’embargo sulle armi proibendone la spedizione ad ogni nazione per quanto riguarda armi destinate direttamente o indirettamente al Darfur. Maggior fornitore di armi leggere del Sudan è la Cina.

La coalizione sta cercando inoltre di contrastare le violenze cha avvengono nella regione, sia attraverso un incremento negli sforzi di pace nel Darfur, sia attraverso la ridiscussione dell’Accordo globale di pace Nord/Sud. Infine, riconoscendo che pace e giustizia sono strettamente correlate, la coalizione vorrebbe che il G8 fosse assolutamente deciso nel sostenere la giustizia e l’individuazione dei colpevoli per le atrocità commesse dai diversi reparti durante il conflitto.

I membri della coalizione includono:

Canada: Canadians Against Slavery and Torture in Sudan, Save Darfur Canada, STAND Canada.
France: Collectif Urgence Darfour, Fédération Internationale des Droits de l'Homme (FIDH).
Germany: Darfur-Hilfe Verein e.V, Society for Threatened Peoples.
Italy: Comitato Collaborazione Medica (CCM), Italians for Darfur, Missionari Comboniani, No Peace Without Justice.
Japan: Human Rights Now, Japanese for Darfur.
Russia: Center for the Development of Democracy and Human Rights, The Institute of Human Rights, The Moscow Helsinki Group.
Sudan: Khartoum Centre for Human Rights and Environmental Development, Sudan Social Development Organization.
United Kingdom: Aegis Trust, International Action Network on Small Arms (IANSA), Sudan Organization Against Torture.
U.S.A.: American Jewish World Service, Americans Against the Darfur Genocide, Buddhist Peace Fellowship, Colorado Coalition for Genocide Awareness and Action, Darfur Action Group-Northwest Bronx/Yonkers, Darfur Metro, Dream for Darfur, ENOUGH,Essex County Coalition for Darfur,Genocide Intervention Network, Genocide No More-Save Darfur, Human Rights First, Humanity United, Investors Against Genocide, Jewish Council for Public Affairs (JCPA), Jewish World Watch, Jews Against Genocide, New York City Coalition for Darfur, Physicians for Human Rights, San Francisco Bay Area Darfur Coalition: Darfur Peace and Development, SaveDarfurWashingtonState, STAND, Stop GENOCIDE Now, Team Darfur, Westchester Darfur Coalition.

traduzione di Sebastiano Guarisco (IB4d)

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martedì, maggio 15, 2007

Italia unica nel G8 a "risparmiare" sull'Africa

Negli scorsi due anni, l'Italia ha ridotto del 30% gli aiuti allo sviluppo dell'Africa. L'ha ricordato anche il TG1 delle 20, lanciato come strillo nel sommario (dopo 1' di video) e in un bel servizio (22'50").
Siamo l'unico Paese del G8 ad aver sensibilmente diminuito gli aiuti allo sviluppo africano, anche se nel 2004 ci eravamo impegnati a raddoppiarlo entro il 2010
A raccontarlo è stato Andy Bono, leader degli U2 e da lungo tempo impegnato a favore della pace e dell'Africa.
Alla presidenza di turno del G8, il cancelliere tedesco Angela Merkel ha annunciato che il prossimo vertice dei Grandi del pianeta, che si terrà dal 6 all'8 giugno ad Heiligendamm, si concentrerà sulla questione africana.

Secondo il servizio di ApCom, fra i punti-chiave di questa impostazione, Merkel ha citato la cancellazione del debito e l'aumento dei fondi di aiuto per lo sviluppo, anche senza soffermarsi sui dettagli; il cancelliere ha poi parlato della necessità di sconfiggere l'Hiv/Aids e di "combattere i più grandi pericoli del nostro pianeta, come l'effetto serra che sta causando danni terribili, soprattutto in Africa". Merkel ha insistito anche sulla necessità di "parlare con gli africani su come le istituzioni e le condizioni in quei paesi possano essere migliorate in modo che gli aiuti arrivino veramente a chi ne ha bisogno".

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