Il blog di Italians for Darfur

martedì, agosto 26, 2008

TORINO: manifestazione dei rifugiati del Darfur in Italia per la giustizia in Darfur

I rifugiati del Darfur si sono riuniti sabato 23 Agosto a Torino, in Piazza Castello, per chiedere giustizia in Darfur.
"Fermiamo il massacro, processiamo i colpevoli!"

La manifestazione ha visto la partecipazione di numerosi esponenti della comunità darfuriana in Italia, concentrata soprattutto a Roma, Milano, Torino e Parma. Suliman Ahmed è il rappresentate degli esuli del Darfur, scappati dalla loro terra in fiamme per portare la loro testimonianza anche nel nostro Paese. Lo abbiamo interpellato per raccontarci come è andata a Torino: "Molto bene, sono molto soddisfatto, abbiamo visto una buona partecipazione e solidarietà della gente. Ma oltre alle parole, sebbene sincere e solidali, ci aspettiamo che si prendano presto misure concrete per arrestare la ferocia dei criminali in Darfur". Suliman ci fa sapere infatti che, appena un'ora prima dalla nostra conversazione, i morti a Kalma, campo profugo di Niala, sono saliti a 37 e i feriti a 100, in seguito agli attacchi governativi, che non sono mai cessati dal finto accordo di pace di Abuja.

Proprio per sollecitare il cammino della giustizia internazionale in Darfur i manifestanti hanno richiamato l'attenzione su Ahmad Harun e Ali Kushayb, accusati di gravi crimini contro l'umanità.

Il Tribunale Penale Internazionale ha emesso, infatti, da oltre un anno, un mandato di arresto per i due principali sospettati di gravi crimini contro l’umanità. Ahmad Harun e Ali Kushayb, rispettivamente Ministro agli Affari Umanitari e capo della milizia janjaweed, hanno a loro carico ben 51 capi di accusa per crimini di guerra e crimini contro l’umanità, incluse esecuzioni sommarie, persecuzioni, torture e stupro, ma non sono stati ancora consegnati dal governo sudanese all’ autorità internazionale.

Il 14 luglio scorso,inoltre, il Procuratore Capo della Corte Penale Internazionale, Luis Moreno Ocampo, ha chiesto l'arresto per crimini contro l'umanità dello stesso Presidente sudanese Hassan Al-BAshir, a dimostrazione della grave situazione dei diritti umani in Sudan, dove proprio nei giorni scorsi sono state emesse oltre 20 condanne a morte.

Per maggiori informazioni: Suliman Ahmed kois2778[AT]maktoob[DOT]com

La campagna per la giustizia in Darfur è promossa anche da Italians for Darfur e la Save Darfur Coalition: vedi il video delle testimonianze e il video spot dei Negramaro.

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Torino scopre l'arte virale: sconsigliati i vaccini.

Italian Blogs for Darfur, grazie al contributo e alle segnalazioni dei lettori, diventa anche un contenitore creativo. Dal disegno e dala fotografia alla musica, con qualche salto nella pittura. Vi abbiamo già mostrato la tela di Jole Noemi Marischi per "Io bloggo per il Darfur" e la creazione di Macro "Darfur Souvenir", esposta al BAD Museum di Napoli. Oggi vi segnaliamo "Darfur", l'opera di Graziella Gola, Torino, con la quale partecipa al concorso Premio Celeste.
"La decisione di partecipare al concorso con quest'opera segna una svolta nel mio essere artista, il passaggio verso un'arte più impegnata. Ho voluto approfittare della visibilità offerta da un concorso on line per proporre un' immagine che rimanda al dramma del Darfur, un'immagine "forte", il cui eco mi auguro contribuisca a risvegliare l'attenzione e la coscienza di chi la guarda" - scrive Graziella Gola.
Anche Rossella Fava , Torino, ci invia il suo contributo personale alla campagna per il Darfur. Paura, ansia, terrore, ma anche sguardi profondi e accusatori nelle opere delle due artiste. Rossella vuole infettarci tutti: ViralArt, così la chiama, è una operazione che "nasce dalla necessità di diffondere l'arte al di fuori degli spazi convenzionali, tra la gente comune, anche tra quelle persone che mai si sognerebbero di entrare in una galleria o in un museo...
L'arte dovrebbe essere un modo di comunicare immediato e universale non riservato ad un'élite".
Soprattutto se diventa veicolo di solidarietà e denuncia.

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mercoledì, gennaio 30, 2008

Comune di Torino: 300 euro a chi adotta un rifugiato del Darfur

Torino è una delle città italiane, ricordiamo Parma e Roma, che accoglie, non senza difficoltà, i rifugiati del Darfur in Italia. Oltre cento nella sola città piemontese, ospitati nella ex caserma dei vigili urbani, che venne occupata il 18 novembre scorso dai rifugiati del Darfur e del Corno d'Africa, sostenuti in quest'azione dai centri sociali Askatasuna e Gabrio. I profughi , a molti dei quali era già stato riconosciuto il diritto all'asilo politico, versavano in pessime condizioni in un capannone della periferia, senza acqua nè luce, secondo quanto riferiscono i gruppi locali di solidarietà ai migranti. I rifugiati sono ora seguiti dalla struttura di Protezione Civile regionale, in collaborazione con la Croce Rossa, in seguito a un ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio Regionale.
Ieri, inoltre, il Comune di Torino ha deciso di destinare 300 euro ai cittadini che decideranno di accogliere un rifugiato nella propria abitazione. Un piccolo rimborso spese, ma un gesto dal grande valore simbolico, che meriterebbe le prime pagine dei quotidiani.




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