Il blog di Italians for Darfur

venerdì, aprile 08, 2016

Al Bashir si dimetterà nel 2020 mentre il referendum per il Darfur è pronto

Il Presidente del Sudan, Omar al-Bashir, ha detto che si dimetterà nel 2020, quando il suo attuale mandato si concluderà.

Al Bashir ha anche negato le accuse degli abusi perpetrati dalle forze armate sudanesi nelle nuove violenze contro i villaggi africani che avevano preso le armi nella Regione Ovest del Paese Darfur. "Nel 2020, ci sarà un nuovo Presidente ed io sarò un ex-Presidente", ha sottolineato il al-Bashir.

Tuttavia, gli scettici diranno che aveva già promesso di dimettersi in passato ma in seguito è tornato sulle sue parole.

I Governatori del Darfur dei cinque Stati hanno espresso la disponibilità a garantire il successo del referendum amministrativo che si terrà tra dal 11 al 13 aprile.

Il Documento di Doha per la Pace in Darfur (DDPD) prevede che lo status amministrativo permanente del Darfur deve essere determinato attraverso un referendum. Gli elettori devono votare tra la creazione di una regione del Darfur, composta dagli Stati della Regione, o il mantenimento dello status quo del sistema di membri.

Il Governatore dello Stato del Nord Darfur, Abdel-Wahid Youssef, ha affermato che l'umore generale nella Regione è a favore della pace e della stabilità ed è contro ogni tipo di violenza e di guerra, indicando tuttavia che una nuova generazione è cresciuta durante un decennio di conflitti.


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mercoledì, novembre 18, 2015

Possibile spostamento della data del referendum in Darfur

La sottocommissione per la pace e l'unità durante la conferenza di dialogo presenterà una raccomandazione al presidente Omar al-Bashir chiedendo il rinvio del referendum in Darfur previsto per l'aprile 2016.

Il Documento di Doha per la Pace in Darfur (DDPD) prevede che lo status amministrativo permanente del Darfur deve essere determinato attraverso un referendum. Gli elettori devono votare per la creazione di una regione del Darfur -composta dagli Stati del Darfur- o il mantenimento dello status quo del sistema degli Stati.

La figura di spicco del Partito di Liberazione e Giustizia (LJP) e membro della sottocommissione per la pace e l'unità, Amar Zakaria, ha detto che ha approvato una proposta fatta dal Partito del Congresso Nazionale (NCP) di rinviare il referendum del Darfur.

Zakaria ha sottolineato che la situazione in Darfur non consente lo svolgimento di un referendum trasparente che esprime la volontà degli abitanti del Darfur, indicando che gli sfollati interni che vivono nei 114 campi in tutto il Darfur ed i rifugiati nei 13 campi del Ciad, non parteciperebbero alla votazione.

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lunedì, giugno 27, 2011

Khartoum: i ribelli del Darfur al fianco di Gheddafi

Mentre continuano gli scontri nel Jebel Marra tra le forze governative e i ribelli del Sudan Liberation Movement di Al Nur e Minni Minnawi, che si accordano per una direzione condivisa del fronte ribelle, il ministro degli Esteri Ali Karti accusa le forze ribelli del Darfur di combattere al soldo del leader libico Gheddafi.
La denuncia, non ancora confermata, non è la prima, da quando la Libia, nel maggio di un anno fa, accolse il leader del JEM, Justice and Equality Movement,Khalil Ibrahim.

A Dhoa, intanto, Khartoum pianifica un accordo di pace per il Darfur entro le prime settimane di luglio. A seguire, dopo un anno dalla sigla, la consultazione popolare sullo stato amministrativo della regione.

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domenica, aprile 24, 2011

Darfur, Bashir punta al referendum entro luglio.

Khartoum vuole il referendum in Darfur entro luglio, secondo quanto rivelato da fonti governative, per decidere dell indipendenza della regione.
Prima l annuncio di un programma di rientro degli sfollati dai campi profughi ai villaggi, a seguire una intervista al Guardian dove recita la parte del Presidente responsabile, infine un nuovo referendum che dovrebbe mettere fine al dramma del Darfur. È la nuova veste di Omar Hassan al Bashir e la nuova linea politica del governo sudanese, che vuole rinverdire la sua immagine agli occhi della stessa comunità mondiale che ha spiccato un mandato di arresto per crimini contro l umanità. Peccato che l esito di un eventuale referendum, osteggiato dai ribelli che chiedono prima il rispetto dell accordo di pace nella regione, sia chiaramente condizionato dal conflitto ancora in corso, dalle restrizioni alla libertà di stampa, dalla condizione della popolazione stremata da 8 anni di guerra e sotto il ricatto degli organi di governo che pure gestiscono le forniture ai campi profughi e le strutture di assistenza.
Intanto, continuano i bombardamenti contro le postazioni ribelli e i civili, i pochi che ancora nn affollano i campi senza cibo e senza scuole.

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giovedì, settembre 02, 2010

SPLM: Khartoum finanzia l'insediamento di nomadi arabi nel Sud Sudan in vista del referendum

Il portavoce del Sudan People Liberation Movement, Yasir Arman, ha riferito oggi ai microfoni di Reuters che il National Congress Party starebbe finanziando l'insediamento di popolazioni nomadi Arabe nel nord della regione di Abyei, nella zona più critica al confine tra Nord e Sud Sudan, per modificare il peso demografico del voto refrendario del 9 gennaio prossimo sull'indipendenza del Sud Sudan.

La regione di Abyei, per la sua ricchezza di greggio, è tra le regioni da sempre più contese tra Nord e Sud del Paese.

Anche l'International Crisis Group avrebbe osservato dislocazioni di forze militarizzate lungo i confini, auspicando l'aumento dei controlli del contingente delle Nazioni Unite, sempre più criticate per i costi e le lentezze burocratiche, a fronte di risultati poco confortanti sul piano della sicurezza nella regione.

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